PRESUPPOSTI: Il megauretere ostruttivo è una patologia pediatrica rara per la quale il 25% degli affetti ricorre a intervento chirurgico. Il trattamento di prima linea prevede un atteggiamento conservativo, si pongono i pazienti in profilassi antibiotica e si monitora la patologia con esecuzione seriata di ecografie. Lo sviluppo di sintomi (dolore, febbre) o l’aumento della dilatazione pelvica sono segni di peggioramento e pongono indicazione di reimpianto ureterale. SCOPO DELLO STUDIO: Il nostro studio si propone di analizzare la storia clinica e l'andamento a lungo termine della funzionalità renale dei pazienti pediatrici che sono stati sottoposti a reimpianto ureterale per megauretere ostruttivo nell’U.O.C. di Urologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. MATERIALI E METODI: È stata valutata una popolazione di pazienti dell’Azienda Ospedaliera di Padova operata, tra il 2000 e il 2013, di reimpianto ureterale, che risulta essere il gold standard nel caso di megauretere ostruttivo complicato. Per tutti i pazienti oggetto di studio sono state recuperate la lettera di dimissione e la descrizione dell’atto operatorio e tramite i database operatori sono stati recuperati i recapiti telefonici relativi di ciascun paziente e sono stati contattati telefonicamente i familiari, trattandosi di interventi svolti in età pediatrica. I genitori che hanno acconsentito allo studio fornendo un indirizzo di posta elettronica hanno successivamente ricevuto una mail nella quale veniva richiesta una serie di documenti mirati al fine di indagare la storia del paziente, dalla diagnosi ai risultati a lungo termine. I dati sono poi stati inseriti in un database e analizzati secondo una statistica descrittiva di frequenze, mediane e intervalli interquartili delle variabili. RISULTATI: Lo studio ha arruolato 76 pazienti affetti da megauretere ostruttivo operati di reimpianto ureterale nel periodo dal 2000 al 2013. I maschi sono i soggetti maggiormente coinvolti (77,6%) e l’uretere di sinistra è quello più frequentemente colpito (67%). L’età mediana dei pazienti al momento dell’intervento è di 24 mesi (IQR 12-48) e alla maggior parte di essi (51,3%) la patologia è stata diagnosticata in epoca fetale con ecografia prenatale. Quasi la metà dei pazienti (36) presenta almeno una patologia concomitante e 14 di essi hanno sviluppato infezione delle vie urinarie. Inoltre, sono 10 i pazienti che l’anno precedente al reimpianto ureterale hanno subìto un intervento di ureterocutaneostomia. Il diametro antero-posteriore mediano della pelvi renale all’ecografia postnatale è di 16 mm con IQR 10,75-23,25 e la funzione renale mediana alla scintigrafia pre-intervento è del 41% con IQR 28-47. Per il reimpianto ureterale, la tecnica di Politano-Leadbetter è stata utilizzata in 61 pazienti, poi supportata dal bladder psoas hitching nell’80,3% dei casi. La degenza mediana in ospedale è di 9 giorni con IQR 9-11 con complicanze solo in 2 pazienti con iniziale difficoltà di deflusso. Il follow-up valuta la variazione di diametro della pelvi all’ecografia post-natale con l’ultima ecografia di controllo eseguita. Con una mediana di follow-up ecografico di 10,75 anni, nella maggior parte dei pazienti (4) il diametro si è ridotto, è rimasto stabile in 1 e solo in 2 pazienti si è riscontrato un aumento. Il follow-up mediano della scintigrafia, invece, è di 4,75 anni con la maggior parte dei pazienti che ha ottenuto un aumento della funzione renale. Infine, 4 pazienti hanno sviluppato complicanze a lungo termine di grado II (class. di Clavien-Dindo). CONCLUSIONI: Il reimpianto ureterale svolto in bambini con età < 1 anno sintomatici o con peggioramento della malattia è un intervento sicuro. La risposta dei pazienti è stata positiva e il decorso postoperatorio regolare. La maggior parte dei pazienti ha ottenuto beneficio senza importanti complicanze a lungo termine.

Correzione chirurgica del megauretere ostruttivo in età pediatrica: risultati a lungo termine di un centro ad alto volume

SARTORELLO, ENRICA
2022/2023

Abstract

PRESUPPOSTI: Il megauretere ostruttivo è una patologia pediatrica rara per la quale il 25% degli affetti ricorre a intervento chirurgico. Il trattamento di prima linea prevede un atteggiamento conservativo, si pongono i pazienti in profilassi antibiotica e si monitora la patologia con esecuzione seriata di ecografie. Lo sviluppo di sintomi (dolore, febbre) o l’aumento della dilatazione pelvica sono segni di peggioramento e pongono indicazione di reimpianto ureterale. SCOPO DELLO STUDIO: Il nostro studio si propone di analizzare la storia clinica e l'andamento a lungo termine della funzionalità renale dei pazienti pediatrici che sono stati sottoposti a reimpianto ureterale per megauretere ostruttivo nell’U.O.C. di Urologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. MATERIALI E METODI: È stata valutata una popolazione di pazienti dell’Azienda Ospedaliera di Padova operata, tra il 2000 e il 2013, di reimpianto ureterale, che risulta essere il gold standard nel caso di megauretere ostruttivo complicato. Per tutti i pazienti oggetto di studio sono state recuperate la lettera di dimissione e la descrizione dell’atto operatorio e tramite i database operatori sono stati recuperati i recapiti telefonici relativi di ciascun paziente e sono stati contattati telefonicamente i familiari, trattandosi di interventi svolti in età pediatrica. I genitori che hanno acconsentito allo studio fornendo un indirizzo di posta elettronica hanno successivamente ricevuto una mail nella quale veniva richiesta una serie di documenti mirati al fine di indagare la storia del paziente, dalla diagnosi ai risultati a lungo termine. I dati sono poi stati inseriti in un database e analizzati secondo una statistica descrittiva di frequenze, mediane e intervalli interquartili delle variabili. RISULTATI: Lo studio ha arruolato 76 pazienti affetti da megauretere ostruttivo operati di reimpianto ureterale nel periodo dal 2000 al 2013. I maschi sono i soggetti maggiormente coinvolti (77,6%) e l’uretere di sinistra è quello più frequentemente colpito (67%). L’età mediana dei pazienti al momento dell’intervento è di 24 mesi (IQR 12-48) e alla maggior parte di essi (51,3%) la patologia è stata diagnosticata in epoca fetale con ecografia prenatale. Quasi la metà dei pazienti (36) presenta almeno una patologia concomitante e 14 di essi hanno sviluppato infezione delle vie urinarie. Inoltre, sono 10 i pazienti che l’anno precedente al reimpianto ureterale hanno subìto un intervento di ureterocutaneostomia. Il diametro antero-posteriore mediano della pelvi renale all’ecografia postnatale è di 16 mm con IQR 10,75-23,25 e la funzione renale mediana alla scintigrafia pre-intervento è del 41% con IQR 28-47. Per il reimpianto ureterale, la tecnica di Politano-Leadbetter è stata utilizzata in 61 pazienti, poi supportata dal bladder psoas hitching nell’80,3% dei casi. La degenza mediana in ospedale è di 9 giorni con IQR 9-11 con complicanze solo in 2 pazienti con iniziale difficoltà di deflusso. Il follow-up valuta la variazione di diametro della pelvi all’ecografia post-natale con l’ultima ecografia di controllo eseguita. Con una mediana di follow-up ecografico di 10,75 anni, nella maggior parte dei pazienti (4) il diametro si è ridotto, è rimasto stabile in 1 e solo in 2 pazienti si è riscontrato un aumento. Il follow-up mediano della scintigrafia, invece, è di 4,75 anni con la maggior parte dei pazienti che ha ottenuto un aumento della funzione renale. Infine, 4 pazienti hanno sviluppato complicanze a lungo termine di grado II (class. di Clavien-Dindo). CONCLUSIONI: Il reimpianto ureterale svolto in bambini con età < 1 anno sintomatici o con peggioramento della malattia è un intervento sicuro. La risposta dei pazienti è stata positiva e il decorso postoperatorio regolare. La maggior parte dei pazienti ha ottenuto beneficio senza importanti complicanze a lungo termine.
2022
Surgical correction of obstructive megaureter in pediatrics stage: long-term results in a high-volume institution
megauretere
follow up
urologia pediatrica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/47050