Con il termine demenza si fa riferimento a quell’insieme di disturbi di carattere progressivo, caratterizzati da un grave deterioramento cognitivo, non coincidente con il normale invecchiamento, che porta ad una totale compromissione delle attività quotidiane e del funzionamento sociale. Le demenze si sviluppano lungo un continuum in cui i domini cognitivi non sono gli unici ad essere coinvolti, in quanto anche la sfera affettiva può andare incontro a compromissione. Inoltre, in alcuni casi le prime manifestazioni non sono di carattere cognitivo, ma coinvolgono la sfera emotivo-relazionale, rendendo difficile l’iniziale diagnosi. Il presente lavoro si occuperà dei sintomi affettivi delle demenze, come depressione, apatia, ansia e agitazione e della loro manifestazione nelle fasi prodromiche della demenza. Infatti, l’approfondimento di questi aspetti potrebbe risultare di fondamentale importanza per la futura ricerca nell’ambito dei disturbi neurocognitivi, in modo tale da poterne facilitare il riconoscimento e compierne una accurata diagnosi.
Prodromi affettivi delle demenze di origine neurodegenerativa: una revisione della letteratura
ANTONIOL, MATTEO
2022/2023
Abstract
Con il termine demenza si fa riferimento a quell’insieme di disturbi di carattere progressivo, caratterizzati da un grave deterioramento cognitivo, non coincidente con il normale invecchiamento, che porta ad una totale compromissione delle attività quotidiane e del funzionamento sociale. Le demenze si sviluppano lungo un continuum in cui i domini cognitivi non sono gli unici ad essere coinvolti, in quanto anche la sfera affettiva può andare incontro a compromissione. Inoltre, in alcuni casi le prime manifestazioni non sono di carattere cognitivo, ma coinvolgono la sfera emotivo-relazionale, rendendo difficile l’iniziale diagnosi. Il presente lavoro si occuperà dei sintomi affettivi delle demenze, come depressione, apatia, ansia e agitazione e della loro manifestazione nelle fasi prodromiche della demenza. Infatti, l’approfondimento di questi aspetti potrebbe risultare di fondamentale importanza per la futura ricerca nell’ambito dei disturbi neurocognitivi, in modo tale da poterne facilitare il riconoscimento e compierne una accurata diagnosi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/47103