Obbiettivo: lo scopo di questo studio è stato quello di mettere a confronto, e valutare, i risultati delle misurazioni della refrazione oculare ottenuta con l’aberrometro e con la refrazione soggettiva, in un campione di 30 soggetti sani. Metodi: sono stati analizzati 60 occhi, di 30 individui di età differenti, di cui buona parte studenti dell’Università di Padova o facenti parte del personale universitario. Sono state effettuate alcune misurazioni, così divise: tre misurazioni con lo strumento Aberrometro, riunite poi in una correzione unica, e una misurazione per determinare la refrazione soggettiva. Una volta completate le misurazioni, si verificavano oggettivamente controllando la massima Acuità Visiva raggiungibile, con entrambe le correzioni indossate. Successivamente, veniva chiesto al soggetto di valutare in termini di Comfort le due refrazioni, e di affermare se preferisse la correzione 1 (soggettiva), la correzione 2 (ottenuta dall’aberrometro) o se non riscontrasse alcuna differenza tra le due. Risultati: con i dati raccolti, possiamo evidenziare una netta preferenza da parte degli individui, in termini di Comfort, che pende verso la refrazione soggettiva. Per quanto riguarda invece l’AV, quasi tutti i soggetti raggiungevano un’acuità di almeno 10/10 sia con la refrazione aberrometrica e sia con la refrazione soggettiva; abbiamo notato, inoltre, una leggera tendenza da parte dello strumento di sovracorreggere i miopi e sottocorreggere gli ipermetropi. Conclusioni: l’aberrometro, come altri metodi di refrazione oggettiva, è un utile e funzionale strumento, ma non l’unico da utilizzare, che fornisce un ottimo punto di partenza per la refrazione soggettiva. Dai nostri dati però, potremmo dire che la refrazione soggettiva, nella maggior parte dei pazienti, garantisce il massimo del comfort visivo per il soggetto.

Il ruolo delle misure strumentali nella compensazione delle ametropie

CAVINATO, ANNA
2022/2023

Abstract

Obbiettivo: lo scopo di questo studio è stato quello di mettere a confronto, e valutare, i risultati delle misurazioni della refrazione oculare ottenuta con l’aberrometro e con la refrazione soggettiva, in un campione di 30 soggetti sani. Metodi: sono stati analizzati 60 occhi, di 30 individui di età differenti, di cui buona parte studenti dell’Università di Padova o facenti parte del personale universitario. Sono state effettuate alcune misurazioni, così divise: tre misurazioni con lo strumento Aberrometro, riunite poi in una correzione unica, e una misurazione per determinare la refrazione soggettiva. Una volta completate le misurazioni, si verificavano oggettivamente controllando la massima Acuità Visiva raggiungibile, con entrambe le correzioni indossate. Successivamente, veniva chiesto al soggetto di valutare in termini di Comfort le due refrazioni, e di affermare se preferisse la correzione 1 (soggettiva), la correzione 2 (ottenuta dall’aberrometro) o se non riscontrasse alcuna differenza tra le due. Risultati: con i dati raccolti, possiamo evidenziare una netta preferenza da parte degli individui, in termini di Comfort, che pende verso la refrazione soggettiva. Per quanto riguarda invece l’AV, quasi tutti i soggetti raggiungevano un’acuità di almeno 10/10 sia con la refrazione aberrometrica e sia con la refrazione soggettiva; abbiamo notato, inoltre, una leggera tendenza da parte dello strumento di sovracorreggere i miopi e sottocorreggere gli ipermetropi. Conclusioni: l’aberrometro, come altri metodi di refrazione oggettiva, è un utile e funzionale strumento, ma non l’unico da utilizzare, che fornisce un ottimo punto di partenza per la refrazione soggettiva. Dai nostri dati però, potremmo dire che la refrazione soggettiva, nella maggior parte dei pazienti, garantisce il massimo del comfort visivo per il soggetto.
2022
The role of instrumental measures in the compensation of ametropia
Metodo Soggettivo
Ametropie
Aberrometro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/47342