Nei pazienti affetti da disturbo bipolare è stata dimostrata una tendenza ad avere un BMI più elevato e un aumentato rischio di complicanze cardio-metaboliche, che causano una ridotta qualità di vita e una precoce mortalità in questi soggetti rispetto alla popolazione generale. In aggiunta, è stato dimostrato un aumentato rischio nei pazienti con disturbo bipolare di sviluppare in comorbidità un disturbo da alimentazione incontrollata, che sembrerebbe peggiorare la prognosi in questi soggetti. Lo studio presentato si prefigge tre obiettivi principali: innanzitutto, la fenotipizzazione dei pazienti coinvolti sulla base di fattori demografici e delle informazioni cliniche raccolte; in secondo luogo, la valutazione di differenze in termini di BMI e impulsività tra il gruppo dei pazienti e quello dei controlli sani; infine, il terzo obiettivo consiste nel comprendere se sia possibile utilizzare l’Approach-Avoidance Task come strumento per studiare la preferenza nella scelta dei cibi ad alto o basso contenuto calorico tra i due campioni in esame. È stato inizialmente reclutato un campione di 23 pazienti affetti da disturbo bipolare. Nove di questi pazienti sono poi stati esclusi dallo studio, arrivando a un campione finale di 14 pazienti, a cui sono stati associati 19 controlli sani sulla base di sesso ed età. A tutti i partecipanti è stata somministrata la scala S-UPPS-P per valutarne il grado di impulsività. In seguito, i pazienti e i controlli sono stati sottoposti all’AAT, in cui è stato loro richiesto di avvicinare o allontanare il dispositivo in risposta a immagini di alimenti a diverso contenuto calorico o stimoli neutri. Si è riscontrato un valore di BMI medio più elevato nei pazienti con disturbo bipolare rispetto ai controlli sani. Per quanto riguarda lo studio delle differenze in termini di impulsività, indagate tramite la scala UPPS-P, i pazienti con disturbo bipolare hanno mostrato un punteggio significativamente inferiore nella sottoscala UPPS-NEG-U e una tendenza alla significatività nei valori ottenuti nella sottoscala UPPS-SS rispetto ai controlli sani. I risultati dell’AAT, invece, mostrano che gli stimoli rappresentati da alimenti a basso contenuto calorico o scarsamente processati, inducono una reazione più veloce di quella provocata da cibi altamente calorici o molto processati. Questi ultimi, a loro volta, causano una reazione più veloce rispetto agli stimoli neutri. Facendo riferimento al tipo di reazione, sia i pazienti con disturbo bipolare sia i controlli sani sono risultati più veloci nell’avvicinare a sè stimoli costituiti da cibi poco calorici o poco processati rispetto a quando dovevano allontanarli; al contrario, riguardo agli alimenti ad alto contenuto calorico o molto processati, i pazienti affetti da disturbo bipolare hanno mostrato un pattern significativamente differente rispetto ai controlli sani. Tale studio pilota è stato condotto per valutare la possibilità di utilizzo dell’AAT nei pazienti affetti da disturbo bipolare nei diversi contesti di cura (degenza ospedaliera e regime ambulatoriale). I risultati ottenuti mostrano una preferenza generale, riguardante sia i pazienti sia i controlli sani, nei confronti degli alimenti piuttosto che degli stimoli neutri. D’altra parte, i pazienti con disturbo bipolare hanno mostrato un pattern significativamente differente nei confronti degli stimoli rappresentati da alimenti ad alto contenuto calorico rispetto ai controlli sani. È auspicabile il reclutamento di un numero più esteso di pazienti affetti da disturbo bipolare, preferibilmente eutimici e in regime ambulatoriale, al fine di ridurre l’eterogeneità clinica e la dispersione dei dati raccolti mediante AAT. Nuovi studi con disegno prospettico longitudinale sono necessari per rendere più affidabile lo svolgimento dell'AAT ed esplorare la causalità nei dati preliminari emersi da questo studio pilota.

Bias attentivo nella scelta dei cibi calorici nel disturbo bipolare: uno studio pilota caso-controllo con ecological momentary assessment

PAIUSCO, LISA
2022/2023

Abstract

Nei pazienti affetti da disturbo bipolare è stata dimostrata una tendenza ad avere un BMI più elevato e un aumentato rischio di complicanze cardio-metaboliche, che causano una ridotta qualità di vita e una precoce mortalità in questi soggetti rispetto alla popolazione generale. In aggiunta, è stato dimostrato un aumentato rischio nei pazienti con disturbo bipolare di sviluppare in comorbidità un disturbo da alimentazione incontrollata, che sembrerebbe peggiorare la prognosi in questi soggetti. Lo studio presentato si prefigge tre obiettivi principali: innanzitutto, la fenotipizzazione dei pazienti coinvolti sulla base di fattori demografici e delle informazioni cliniche raccolte; in secondo luogo, la valutazione di differenze in termini di BMI e impulsività tra il gruppo dei pazienti e quello dei controlli sani; infine, il terzo obiettivo consiste nel comprendere se sia possibile utilizzare l’Approach-Avoidance Task come strumento per studiare la preferenza nella scelta dei cibi ad alto o basso contenuto calorico tra i due campioni in esame. È stato inizialmente reclutato un campione di 23 pazienti affetti da disturbo bipolare. Nove di questi pazienti sono poi stati esclusi dallo studio, arrivando a un campione finale di 14 pazienti, a cui sono stati associati 19 controlli sani sulla base di sesso ed età. A tutti i partecipanti è stata somministrata la scala S-UPPS-P per valutarne il grado di impulsività. In seguito, i pazienti e i controlli sono stati sottoposti all’AAT, in cui è stato loro richiesto di avvicinare o allontanare il dispositivo in risposta a immagini di alimenti a diverso contenuto calorico o stimoli neutri. Si è riscontrato un valore di BMI medio più elevato nei pazienti con disturbo bipolare rispetto ai controlli sani. Per quanto riguarda lo studio delle differenze in termini di impulsività, indagate tramite la scala UPPS-P, i pazienti con disturbo bipolare hanno mostrato un punteggio significativamente inferiore nella sottoscala UPPS-NEG-U e una tendenza alla significatività nei valori ottenuti nella sottoscala UPPS-SS rispetto ai controlli sani. I risultati dell’AAT, invece, mostrano che gli stimoli rappresentati da alimenti a basso contenuto calorico o scarsamente processati, inducono una reazione più veloce di quella provocata da cibi altamente calorici o molto processati. Questi ultimi, a loro volta, causano una reazione più veloce rispetto agli stimoli neutri. Facendo riferimento al tipo di reazione, sia i pazienti con disturbo bipolare sia i controlli sani sono risultati più veloci nell’avvicinare a sè stimoli costituiti da cibi poco calorici o poco processati rispetto a quando dovevano allontanarli; al contrario, riguardo agli alimenti ad alto contenuto calorico o molto processati, i pazienti affetti da disturbo bipolare hanno mostrato un pattern significativamente differente rispetto ai controlli sani. Tale studio pilota è stato condotto per valutare la possibilità di utilizzo dell’AAT nei pazienti affetti da disturbo bipolare nei diversi contesti di cura (degenza ospedaliera e regime ambulatoriale). I risultati ottenuti mostrano una preferenza generale, riguardante sia i pazienti sia i controlli sani, nei confronti degli alimenti piuttosto che degli stimoli neutri. D’altra parte, i pazienti con disturbo bipolare hanno mostrato un pattern significativamente differente nei confronti degli stimoli rappresentati da alimenti ad alto contenuto calorico rispetto ai controlli sani. È auspicabile il reclutamento di un numero più esteso di pazienti affetti da disturbo bipolare, preferibilmente eutimici e in regime ambulatoriale, al fine di ridurre l’eterogeneità clinica e la dispersione dei dati raccolti mediante AAT. Nuovi studi con disegno prospettico longitudinale sono necessari per rendere più affidabile lo svolgimento dell'AAT ed esplorare la causalità nei dati preliminari emersi da questo studio pilota.
2022
Attentional bias in high-calorie food choice in bipolar disorder: a pilot case-control study with ecological momentary assessment
Disturbo bipolare
Obesità
Food choice
Impulsività
EMA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/47420