Premessa: Si prevede che il numero di persone che saranno trattate e guarite dall'infezione da HCV in tutto il mondo supererà 1 milione all'anno nel prossimo decennio. Nei soggetti con malattia epatica cronica avanzata compensata (cACLD), i rischi di carcinoma epatocellulare de-novo (HCC) e di scompenso epatico sono ridotti ma non completamente aboliti dalla cura dell'HCV. Pertanto, la stratificazione del rischio è fondamentale per ridurre l'utilizzo delle risorse individualizzando la gestione post-trattamento. Abbiamo valutato se l'incidenza di HCC e di scompenso epatico diminuisce con il tempo dopo la cura dell'HCV e il ruolo prognostico degli indici di funzionalità epatica e della stiffness dopo risposta virologica sostenuta rispetto alla comparsa delle suddette complicanze. Metodi: Abbiamo analizzato retrospettivamente i pazienti affetti da cACLD con la misurazione accoppiata della rigidità epatica (LSM) e degli indici bioumorali di funzionalità epatica prima e dopo la cura dell'HCV con terapie senza interferone. Sono state utilizzate curve di incidenza cumulativa per stimare l'incidenza di scompenso epatico/HCC nel tempo nel gruppo complessivo e, successivamente, l’incidenza di sanguinamento dovuto all’ipertensione portale in due diversi gruppi definiti dal valore della stiffness epatica. Risultati: 104 pazienti (età mediana 67 anni, 58,7% maschi, 5,7% obesi, 16% diabetici) con una LSM mediana di 20,2 kPa (50% > 20kPa) prima della cura dell'HCV sono stati seguiti per una mediana di 63 mesi dopo il trattamento. Dopo risposta virologica sostenuta (SVR12) i valori degli indici bioumorali di funzionalità epatica e la stiffness sono significativamente migliorati. Tra le complicanze, 9 pazienti (8,7%) ha presentato sanguinamento dovuto all’ipertensione portale, 3 pazienti (2,9%) hanno presentato ascite e 12 pazienti (11,6%) hanno avuto diagnosi di HCC. L’analisi dei risultati ha identificato due sottogruppi di pazienti con una prognosi distinta durante il follow-up a lungo termine, così da permettere la stratificazione del rischio di scompenso epatico. Conclusioni: Nei pazienti con cACLD, il rischio di scompenso epatico e di HCC rimane costante dopo la cura dell'HCV, anche a lungo termine. Una stratificazione del rischio post-trattamento una tantum basata sull’elastografia e sugli indici bioumorali di finzionalità epatica conferisce importanti informazioni prognostiche sul rischio di scompenso epatico che si mantengono durante il follow-up a lungo termine.

Rischio di scompenso epatico e sviluppo di carcinoma epatocellulare in pazienti cirrotici sottoposti a eradicazione da HCV

TALLI, FRANCESCA
2022/2023

Abstract

Premessa: Si prevede che il numero di persone che saranno trattate e guarite dall'infezione da HCV in tutto il mondo supererà 1 milione all'anno nel prossimo decennio. Nei soggetti con malattia epatica cronica avanzata compensata (cACLD), i rischi di carcinoma epatocellulare de-novo (HCC) e di scompenso epatico sono ridotti ma non completamente aboliti dalla cura dell'HCV. Pertanto, la stratificazione del rischio è fondamentale per ridurre l'utilizzo delle risorse individualizzando la gestione post-trattamento. Abbiamo valutato se l'incidenza di HCC e di scompenso epatico diminuisce con il tempo dopo la cura dell'HCV e il ruolo prognostico degli indici di funzionalità epatica e della stiffness dopo risposta virologica sostenuta rispetto alla comparsa delle suddette complicanze. Metodi: Abbiamo analizzato retrospettivamente i pazienti affetti da cACLD con la misurazione accoppiata della rigidità epatica (LSM) e degli indici bioumorali di funzionalità epatica prima e dopo la cura dell'HCV con terapie senza interferone. Sono state utilizzate curve di incidenza cumulativa per stimare l'incidenza di scompenso epatico/HCC nel tempo nel gruppo complessivo e, successivamente, l’incidenza di sanguinamento dovuto all’ipertensione portale in due diversi gruppi definiti dal valore della stiffness epatica. Risultati: 104 pazienti (età mediana 67 anni, 58,7% maschi, 5,7% obesi, 16% diabetici) con una LSM mediana di 20,2 kPa (50% > 20kPa) prima della cura dell'HCV sono stati seguiti per una mediana di 63 mesi dopo il trattamento. Dopo risposta virologica sostenuta (SVR12) i valori degli indici bioumorali di funzionalità epatica e la stiffness sono significativamente migliorati. Tra le complicanze, 9 pazienti (8,7%) ha presentato sanguinamento dovuto all’ipertensione portale, 3 pazienti (2,9%) hanno presentato ascite e 12 pazienti (11,6%) hanno avuto diagnosi di HCC. L’analisi dei risultati ha identificato due sottogruppi di pazienti con una prognosi distinta durante il follow-up a lungo termine, così da permettere la stratificazione del rischio di scompenso epatico. Conclusioni: Nei pazienti con cACLD, il rischio di scompenso epatico e di HCC rimane costante dopo la cura dell'HCV, anche a lungo termine. Una stratificazione del rischio post-trattamento una tantum basata sull’elastografia e sugli indici bioumorali di finzionalità epatica conferisce importanti informazioni prognostiche sul rischio di scompenso epatico che si mantengono durante il follow-up a lungo termine.
2022
Risk of hepatic decompensation and development of hepatocellular carcinoma in cirrhotic patients who underwent HCV eradication
cirrosi
HCV
epatocarcinoma
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