Il tema dell’interruzione volontaria della gravidanza, meglio conosciuta nel gergo colloquiale come “aborto”, è sempre stato una costante nella storia dell’essere umano, una costante che come ogni cosa appartenente a questo mondo, si è evoluta, è mutata e si è appropriata di connotati nuovi; ma ciò che è mutato maggiormente nel corso dei secoli è la sua regolamentazione giuridica. Un concetto che affonda radici profonde nell’alba dei tempi, soggetto ad una continua e costante evoluzione, sino ad arrivare ai giorni nostri; una questione di cui “non solo è impossibile stabilirne un inizio, ma come in tutte le grandi questioni che chiamano in causa la vita e la morte è difficile scriverne la parola fine” . In questi capitoli che seguiranno verrà affrontato il tema dell’aborto con riferimento a tre contesti importanti: l’antica Roma, l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Tre realtà apparentemente lontane ma allo stesso tempo così vicine: l’antichità insegna e fornisce grossi spunti per affrontare determinate problematiche nel migliore dei modi. La storia è un cerchio, e procede per fasi ed epoche: partendo dagli antichi in cui l’aborto non era considerato un reato, giungendo ai Romani la cui pratica era censurata nei limiti in cui andava a ledere l’interesse del pater familias e la prosecuzione della stirpe, passando dall’avvento del cristianesimo, periodo in cui la morale e l’etica iniziarono a farsi sempre più marcati e determinanti nel pensiero comune, connotando la pratica abortiva come un vero e proprio omicidio. Un’evoluzione del pensiero che ha ristretto la portata di questa pratica, confinandola nell’illegalità: lo scenario ottocentesco si apre con l’era delle codificazioni la quale, sia per l’Italia come per gli Stati Uniti, ha comportato la stesura nero su bianco dell’illiceità delle pratiche abortive, facendo salve solo quelle necessarie alla sopravvivenza della madre. La comparazione tra le due nazioni mette in luce come in contesti sociali e legislativi così diversi, si trovi un filo rosso conduttore che collega tutti gli uomini: al di la delle barriere e della lontananza siamo esseri umani, mossi dalle stesse pulsioni e da una sorta di richiamo primordiale che ci spinge tutti verso la stessa direzione. Dagli aborti clandestini, alla ricerca di abortisti, dalle tecniche mediche alle modalità in cui gli aborti venivano praticati, dalle lotte pro-choice delle femministe ai sostenitori pro-life: tutti denominatori comuni che hanno caratterizzato l’Italia e gli Stati Uniti del ‘900. È evidente che gli USA siano sempre giunti prima dell’Italia a determinate decisioni: hanno legalizzato l’aborto a livello federale nel 1973 con la famosissima sentenza Roe v. Wade e, quando questo traguardo non era stato ancora raggiunto, c’erano comunque Stati che prevedevano aborti legali nelle proprie cliniche. L’Italia ci arriverà solo qualche anno dopo, con l’approvazione della legge n. 194 del 1978: l’importante non era quando, ma arrivare. E con la stessa velocità con cui gli Stati Uniti raggiungono traguardi, li dissolvono: il 24 giugno del 2022 la Corte Suprema ha reso vani anni e anni di lotte per arrivare ad una legalizzazione dell’aborto, anni in cui tale diritto era stato elevato a un vero e proprio diritto costituzionalmente garantito per la donna. Una decisione che ha scosso l’intero scenario mondiale. Ma la storia è un circolo continuo, e come tale si ripeterà sempre.
Visione comparativa del procurato aborto: evoluzione socio-giuridica tra Antica Roma, Italia e Stati Uniti d'America.
LIPARI, VALENTINA
2022/2023
Abstract
Il tema dell’interruzione volontaria della gravidanza, meglio conosciuta nel gergo colloquiale come “aborto”, è sempre stato una costante nella storia dell’essere umano, una costante che come ogni cosa appartenente a questo mondo, si è evoluta, è mutata e si è appropriata di connotati nuovi; ma ciò che è mutato maggiormente nel corso dei secoli è la sua regolamentazione giuridica. Un concetto che affonda radici profonde nell’alba dei tempi, soggetto ad una continua e costante evoluzione, sino ad arrivare ai giorni nostri; una questione di cui “non solo è impossibile stabilirne un inizio, ma come in tutte le grandi questioni che chiamano in causa la vita e la morte è difficile scriverne la parola fine” . In questi capitoli che seguiranno verrà affrontato il tema dell’aborto con riferimento a tre contesti importanti: l’antica Roma, l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Tre realtà apparentemente lontane ma allo stesso tempo così vicine: l’antichità insegna e fornisce grossi spunti per affrontare determinate problematiche nel migliore dei modi. La storia è un cerchio, e procede per fasi ed epoche: partendo dagli antichi in cui l’aborto non era considerato un reato, giungendo ai Romani la cui pratica era censurata nei limiti in cui andava a ledere l’interesse del pater familias e la prosecuzione della stirpe, passando dall’avvento del cristianesimo, periodo in cui la morale e l’etica iniziarono a farsi sempre più marcati e determinanti nel pensiero comune, connotando la pratica abortiva come un vero e proprio omicidio. Un’evoluzione del pensiero che ha ristretto la portata di questa pratica, confinandola nell’illegalità: lo scenario ottocentesco si apre con l’era delle codificazioni la quale, sia per l’Italia come per gli Stati Uniti, ha comportato la stesura nero su bianco dell’illiceità delle pratiche abortive, facendo salve solo quelle necessarie alla sopravvivenza della madre. La comparazione tra le due nazioni mette in luce come in contesti sociali e legislativi così diversi, si trovi un filo rosso conduttore che collega tutti gli uomini: al di la delle barriere e della lontananza siamo esseri umani, mossi dalle stesse pulsioni e da una sorta di richiamo primordiale che ci spinge tutti verso la stessa direzione. Dagli aborti clandestini, alla ricerca di abortisti, dalle tecniche mediche alle modalità in cui gli aborti venivano praticati, dalle lotte pro-choice delle femministe ai sostenitori pro-life: tutti denominatori comuni che hanno caratterizzato l’Italia e gli Stati Uniti del ‘900. È evidente che gli USA siano sempre giunti prima dell’Italia a determinate decisioni: hanno legalizzato l’aborto a livello federale nel 1973 con la famosissima sentenza Roe v. Wade e, quando questo traguardo non era stato ancora raggiunto, c’erano comunque Stati che prevedevano aborti legali nelle proprie cliniche. L’Italia ci arriverà solo qualche anno dopo, con l’approvazione della legge n. 194 del 1978: l’importante non era quando, ma arrivare. E con la stessa velocità con cui gli Stati Uniti raggiungono traguardi, li dissolvono: il 24 giugno del 2022 la Corte Suprema ha reso vani anni e anni di lotte per arrivare ad una legalizzazione dell’aborto, anni in cui tale diritto era stato elevato a un vero e proprio diritto costituzionalmente garantito per la donna. Una decisione che ha scosso l’intero scenario mondiale. Ma la storia è un circolo continuo, e come tale si ripeterà sempre.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/47998