IL THIRD-PARTY FUNDING NELL'ARBITRATO INTERNAZIONALE DEGLI INVESTIMENTI

In recent years, the phenomenon of third-party funding has generated extensive debate, both in international commercial arbitration and investment arbitration. The problematic nature of the issue originates from its very definition, on which there is no homogeneity of views among scholars, arbitral institutions and States. These are practices, adopted indeed by an increasing number of investors – but sometimes by some states as well – that provide for an agreement between a party to the arbitration process and a third party (funder) with no pre-existing interest with respect to the dispute, so that the latter funds the costs associated with the proceeding. This research aims to plumb the topic by paying special attention to the current de iure condito and condendo reforms within international investment law.

Negli ultimi anni il fenomeno del third-party funding ha generato un ampio dibattito, tanto nell’àmbito dell’arbitrato commerciale internazionale quanto nell’arbitrato degli investimenti. La problematicità della questione origina sin dalla sua stessa definizione, su cui non esiste omogeneità di vedute tra studiosi, istituzioni arbitrali e Stati. Si tratta di prassi, adottate invero da un numero sempre più cospicuo di investitori – ma talvolta anche da taluni Stati –, che prevedono un accordo tra una parte del processo arbitrale ed un terzo (funder) privo di interessi preesistenti con riguardo alla lite, affinché quest’ultimo finanzi le spese connesse al procedimento. La presente ricerca si propone di scandagliare il tema dedicando un’attenzione particolare alle attuali riforme de iure condito e condendo in seno al diritto internazionale degli investimenti.