La presente tesi mira ad analizzare gli stati di iperpigmentazione cutanea dovuti a fenomeni di fotoinvecchiamento al fine di valutare l’efficacia depigmentante di formulazioni cosmetiche contenenti principi attivi in grado di contrastare gli effetti indotti dalle specie radicaliche libere dell’ossigeno. La cute è stata analizzata evidenziandone la struttura anatomica e i processi cellulari ad essa correlati così da comprenderne l’evoluzione nel tempo permettendo la distinzione tra la comparsa di segni dovuti all’invecchiamento cronologico e quelli causati dal fotoinvecchiamento indotto dall’azione dei radicali liberi dell’ossigeno. In seguito alla determinazione degli effetti delle specie radicaliche dell’ossigeno sulla cute, è stata valutata una possibile strategia per combattere i danni provocati dal fotoinvecchiamento cutaneo attraverso l’uso di formulazioni cosmetiche veicolanti principi attivi ad azione antiossidante-depigmentante; in particolare il protagonista dello studio è l’acido ascorbico (AA) ed i suoi derivati. L’acido ascorbico, comunemente conosciuto come vitamina C, è essenziale per la nostra cute in quanto non solo è impiegata nella via biosintetica del collagene e nel processo di melanogenesi, ma esercita anche una fondamentale azione antiossidante che premette di proteggere la cute dall’aggressione da parte delle specie radicaliche prevenendo dunque il fotoinvecchiamento cutaneo. Nonostante le sue importanti funzioni, l’utilizzo dell’acido ascorbico in formulazioni cosmetiche risulta di complesso impiego in virtù della sua estrema instabilità in formula. Nella seconda parte di questo elaborato, si è quindi indagato l’utilizzo di due derivati notoriamente stabili dell’acido ascorbico ossia il sodio ascorbil fosfato (SAP) e l’acido 3-O- etil ascorbico (EAA), di cui sono state valutate le proprietà chimico-fisiche e i loro effetti a livello cutaneo anche avvalendosi di uno studio sperimentale svoltasi grazie alla collaborazione dell’azienda Biocosm’Ethics Srl con sede a Cartigliano (VI). Nella sperimentazione i due attivi sono stati inseriti in due formulazioni cosmetiche identiche costituite da due emulsioni ed è stata valutata la loro stabilità in formula attraverso un test di stabilità della durata di 60 giorni in condizioni di buio, luce e stress termico in stufa a 45°C. Parallelamente alla stabilità, è stata indagata anche l’efficacia dei due cosmetici attraverso uno studio panel test svoltasi su volontari che risultassero idonei all’indagine, ovvero con un’età superiore ai 40 anni e che presentassero stati di iperpigmentazione a livello del dorso delle mani dovuta a fenomeni di fotoinvecchiamento. Gli obiettivi finali della presente tesi sono stati dunque quelli di valutare e confrontare il comportamento dei due attivi in formula indagandone l’influenza nelle emulsioni sottoposte alle medesime condizioni di stress analizzando anche la capacità dei formulati di agire a livello cutaneo con attività depigmentante nei confronti delle macchie cutanee presentate dai volontari che hanno deciso di sottoporsi al panel test.
Applicazione topica di formulazioni cosmetiche contenenti derivati stabili dell’acido ascorbico come strategia per il trattamento di fotoinvecchiamento ed iperpigmentazione cutanea
ARTUSO, LARA
2022/2023
Abstract
La presente tesi mira ad analizzare gli stati di iperpigmentazione cutanea dovuti a fenomeni di fotoinvecchiamento al fine di valutare l’efficacia depigmentante di formulazioni cosmetiche contenenti principi attivi in grado di contrastare gli effetti indotti dalle specie radicaliche libere dell’ossigeno. La cute è stata analizzata evidenziandone la struttura anatomica e i processi cellulari ad essa correlati così da comprenderne l’evoluzione nel tempo permettendo la distinzione tra la comparsa di segni dovuti all’invecchiamento cronologico e quelli causati dal fotoinvecchiamento indotto dall’azione dei radicali liberi dell’ossigeno. In seguito alla determinazione degli effetti delle specie radicaliche dell’ossigeno sulla cute, è stata valutata una possibile strategia per combattere i danni provocati dal fotoinvecchiamento cutaneo attraverso l’uso di formulazioni cosmetiche veicolanti principi attivi ad azione antiossidante-depigmentante; in particolare il protagonista dello studio è l’acido ascorbico (AA) ed i suoi derivati. L’acido ascorbico, comunemente conosciuto come vitamina C, è essenziale per la nostra cute in quanto non solo è impiegata nella via biosintetica del collagene e nel processo di melanogenesi, ma esercita anche una fondamentale azione antiossidante che premette di proteggere la cute dall’aggressione da parte delle specie radicaliche prevenendo dunque il fotoinvecchiamento cutaneo. Nonostante le sue importanti funzioni, l’utilizzo dell’acido ascorbico in formulazioni cosmetiche risulta di complesso impiego in virtù della sua estrema instabilità in formula. Nella seconda parte di questo elaborato, si è quindi indagato l’utilizzo di due derivati notoriamente stabili dell’acido ascorbico ossia il sodio ascorbil fosfato (SAP) e l’acido 3-O- etil ascorbico (EAA), di cui sono state valutate le proprietà chimico-fisiche e i loro effetti a livello cutaneo anche avvalendosi di uno studio sperimentale svoltasi grazie alla collaborazione dell’azienda Biocosm’Ethics Srl con sede a Cartigliano (VI). Nella sperimentazione i due attivi sono stati inseriti in due formulazioni cosmetiche identiche costituite da due emulsioni ed è stata valutata la loro stabilità in formula attraverso un test di stabilità della durata di 60 giorni in condizioni di buio, luce e stress termico in stufa a 45°C. Parallelamente alla stabilità, è stata indagata anche l’efficacia dei due cosmetici attraverso uno studio panel test svoltasi su volontari che risultassero idonei all’indagine, ovvero con un’età superiore ai 40 anni e che presentassero stati di iperpigmentazione a livello del dorso delle mani dovuta a fenomeni di fotoinvecchiamento. Gli obiettivi finali della presente tesi sono stati dunque quelli di valutare e confrontare il comportamento dei due attivi in formula indagandone l’influenza nelle emulsioni sottoposte alle medesime condizioni di stress analizzando anche la capacità dei formulati di agire a livello cutaneo con attività depigmentante nei confronti delle macchie cutanee presentate dai volontari che hanno deciso di sottoporsi al panel test.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/48052