La “non tematizzazione” in questione. Il volto d'altri e il processo terapeutico.

Diverse ricerche sottolineano un aumento dei casi di persone con forte sofferenza nelle relazioni. Il più delle volte, queste indagini semplificano molto un discorso, che sottolineiamo, per sua essenza complessa, deve essere seguito in punta di piedi. Rispondere a questi paradigmi attraverso una diversa prospettiva. Presentare nuovi modi di stare in rapporto, l’andare incontro è la proposta che la psicologia deve accettare, riprendersi la responsabilità che le è stata data. Più che analizzare con metodologie che confermano il già detto, ci si può impegnare ad aprire dialoghi nuovi che facciano fuoriuscire dalla narrativa della sofferenza relazionale. Perciò, lo scopo di questa tesi è di evidenziare che un percorso alla bontà non deve temere lo sguardo, la tematizzazione, ma andare verso l’altro, verso il volto, senza tremare; cioè rendersi partecipi all’esistenza oltre l’insopportabile peso della conoscenza detta.