Talidomide: proprietà, effetti teratogenici e impieghi odierni per patologie non correlate

Il talidomide è stato il principio attivo di alcuni medicinali venduti come farmaci da banco intorno al 1960, che avevano lo scopo di placare le nausee mattutine da gravidanza e calmare l’ansia nei soggetti con disturbi psicologici. Dati i grandi benefici e gli apparentemente inesistenti effetti collaterali, questa molecola spopolò nelle farmacie di numerosi stati assumendo svariati nomi quali Contergan, Distavel e Softenon. Dopo mesi dalla messa in circolazione del farmaco, numerosi medici notarono un numero crescente di malformazioni congenite nei feti delle loro pazienti, e anche casi di neuropatie negli adulti. Fu tuttavia necessario molto tempo affinchè questi disturbi venissero effettivamente collegati al talidomide, solo allora i farmaci contenenti la molecola vennero ritirati dal commercio. Da quel momento vennero effettuati molti studi sulle modalità d’azione a livello molecolare, su come esso sia la causa delle malformazioni agli arti, di problemi cardiaci, ai reni e al sistema digerente. Grazie a degli studi messi in atto su più specie animale è emersa la specie-specificità della molecola, ovvero la diversa metabolizzazione della sostanza nei vari organismi. Dopo lo scandalo mondiale dei bambini malformati, la molecola venne accantonata, ma solo fino a quando non si scoprirono gli straordinari effetti che era in grado di provocare in soggetti affetti da patologie molto gravi. Vennero portati alla luce i suoi effetti immunomodulatori e da allora, insieme ad altri farmaci, il talidomide viene oggigiorno somministrato durante la terapia di malattie come il mieloma multiplo, alcune forme di tumore e il morbo di Crohn.