This dissertation will analyze, starting from the historiographical literature available to date, the investigations of the various US governments on the deterioration of the human rights situation in the Soviet Union following the Final Act of the Helsinki Accords. The thesis will provide a general overview of the decade of the seventies, which, although perceived as a decade of economic crisis and stalemate, sees the rebirth of human rights as its peculiar characteristic. It then continues with an analysis of the international human rights policies of US presidents Nixon, Ford, Carter and Reagan and their collaborators, focusing especially on the strategic role they wanted to entrust to human rights in managing the delicate relationship with the Soviet Union. The key event in the analysis of this issue is the Conference on Security and Cooperation in Europe, preceded by a long period of unprecedented negotiation in the history of the Cold War and which involved all the countries of Europe, together with the United States, Canada, and the Soviet Union. With the signing of the Final Act, which took place in August 1975 and which contains an entire basket dedicated to human rights, a new period of investigation into the numerous violations of human rights in Soviet territory began for the United States, along with the support to the growing movement of political dissidents, precisely by virtue of this document and to the detriment of an increasingly fragile policy of détente between the two Superpowers.

Questo elaborato si occuperà di analizzare, partendo dalla letteratura storiografica ad oggi disponibile, le indagini dei vari governi statunitensi sul deterioramento della situazione dei diritti umani nell’Unione Sovietica a seguito dell’Atto Finale degli Accordi di Helsinki. L’elaborato parte da una panoramica generale del decennio degli anni Settanta, il quale, seppur percepito come decennio di crisi economica e stallo, vede la rinascita dei diritti umani come sua caratteristica peculiare. Si prosegue poi con un’analisi delle politiche internazionali in materia di diritti umani dei presidenti americani Nixon, Ford, Carter e Reagan e dei loro collaboratori, concentrandosi specialmente sul ruolo strategico che essi hanno voluto affidare ai diritti umani nella gestione del delicato rapporto con l’Unione Sovietica. Evento cardine nell’analisi di questa tematica è la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, preceduta da un lungo periodo di negoziazione senza precedenti nella storia della Guerra Fredda e che vedeva coinvolti tutti i Paesi d’Europa, assieme a Stati Uniti, Canada e Unione Sovietica. Con la firma dell’Atto Finale degli accordi, avvenuta nell’agosto del 1975 e contenente un'intera sezione dedicata ai diritti umani, per gli Stati Uniti ha inizio il periodo di indagine sulle numerose violazioni di tali diritti in territorio sovietico, e di sostegno al crescente movimento di dissidenti politici, proprio in virtù di tale documento e a scapito di una sempre più fragile politica della distensione tra le due Superpotenze.

Le indagini statunitensi sul deterioramento della situazione dei diritti umani nell’Unione Sovietica in seguito all’Atto Finale di Helsinki

GEREMIA, CARLOTTA
2022/2023

Abstract

This dissertation will analyze, starting from the historiographical literature available to date, the investigations of the various US governments on the deterioration of the human rights situation in the Soviet Union following the Final Act of the Helsinki Accords. The thesis will provide a general overview of the decade of the seventies, which, although perceived as a decade of economic crisis and stalemate, sees the rebirth of human rights as its peculiar characteristic. It then continues with an analysis of the international human rights policies of US presidents Nixon, Ford, Carter and Reagan and their collaborators, focusing especially on the strategic role they wanted to entrust to human rights in managing the delicate relationship with the Soviet Union. The key event in the analysis of this issue is the Conference on Security and Cooperation in Europe, preceded by a long period of unprecedented negotiation in the history of the Cold War and which involved all the countries of Europe, together with the United States, Canada, and the Soviet Union. With the signing of the Final Act, which took place in August 1975 and which contains an entire basket dedicated to human rights, a new period of investigation into the numerous violations of human rights in Soviet territory began for the United States, along with the support to the growing movement of political dissidents, precisely by virtue of this document and to the detriment of an increasingly fragile policy of détente between the two Superpowers.
2022
The United States' investigations into the deteriorating human rights situation in the Soviet Union following the Helsinki Final Act
Questo elaborato si occuperà di analizzare, partendo dalla letteratura storiografica ad oggi disponibile, le indagini dei vari governi statunitensi sul deterioramento della situazione dei diritti umani nell’Unione Sovietica a seguito dell’Atto Finale degli Accordi di Helsinki. L’elaborato parte da una panoramica generale del decennio degli anni Settanta, il quale, seppur percepito come decennio di crisi economica e stallo, vede la rinascita dei diritti umani come sua caratteristica peculiare. Si prosegue poi con un’analisi delle politiche internazionali in materia di diritti umani dei presidenti americani Nixon, Ford, Carter e Reagan e dei loro collaboratori, concentrandosi specialmente sul ruolo strategico che essi hanno voluto affidare ai diritti umani nella gestione del delicato rapporto con l’Unione Sovietica. Evento cardine nell’analisi di questa tematica è la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, preceduta da un lungo periodo di negoziazione senza precedenti nella storia della Guerra Fredda e che vedeva coinvolti tutti i Paesi d’Europa, assieme a Stati Uniti, Canada e Unione Sovietica. Con la firma dell’Atto Finale degli accordi, avvenuta nell’agosto del 1975 e contenente un'intera sezione dedicata ai diritti umani, per gli Stati Uniti ha inizio il periodo di indagine sulle numerose violazioni di tali diritti in territorio sovietico, e di sostegno al crescente movimento di dissidenti politici, proprio in virtù di tale documento e a scapito di una sempre più fragile politica della distensione tra le due Superpotenze.
Stati Uniti
Unione Sovietica
Diritti Umani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/49265