Il presente lavoro di tesi intende ripercorrere le tappe che hanno portato all'approvazione della legge n. 194/78. Si partirà dal "caso Zorzi", un processo per aborto clandestino poco conosciuto rispetto ad altri, ma che ha avuto un grande impatto tra i movimenti femministi, sopratutto perché le donne accusate furono più di 260. L'elaborato si focalizza principalmente sulle vicende degli anni Settanta in Italia che hanno portato cambiamenti e rivoluzioni; tra questi ci sono i movimenti femministi, che grazie a vari scritti, volantini e in particolare un'inchiesta faranno emergere sempre di più il problema degli aborti clandestini. I primi disegni di legge che vengono presentati non portarono a nulla di concreto, si aspetterà la sentenza n. 27 della Corte costituzionale nel 1973 per un primo, piccolo, passo. La sentenza crea un vuoto legislativo nella normativa per gli aborti e dopo l'incidente di Seveso, in cui una una tossica, sprigionatasi da uno stabilimento chimico, rischiava di causare malformazioni al feto, ogni partito incomincia a presentare un proprio disegno di legge. L'iter per l'approvazione della legge n. 194 è molto lunga e turbolenta, infatti, tra le varie ostruzione e critiche, la legge "Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza" viene approvata il 22 maggio 1978. Nonostante la sua entrata in vigore, tre anni dopo ci furono due referendum (per due motivi diversi) che ne chiedevano l'abrogazione. Oggi la legge è ancora in vigore, ma all'interno della normativa si trovano molte ambiguità; analizzerò proprio i quarantacinque anni dall'entrata in vigore della legge 194/78 per evidenziare quelle che sono le sue ambiguità e i punti più critici.
Dal “caso Zorzi” alla legge n.194/78: un’analisi del percorso italiano per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza
LAVORE, MARTINA
2022/2023
Abstract
Il presente lavoro di tesi intende ripercorrere le tappe che hanno portato all'approvazione della legge n. 194/78. Si partirà dal "caso Zorzi", un processo per aborto clandestino poco conosciuto rispetto ad altri, ma che ha avuto un grande impatto tra i movimenti femministi, sopratutto perché le donne accusate furono più di 260. L'elaborato si focalizza principalmente sulle vicende degli anni Settanta in Italia che hanno portato cambiamenti e rivoluzioni; tra questi ci sono i movimenti femministi, che grazie a vari scritti, volantini e in particolare un'inchiesta faranno emergere sempre di più il problema degli aborti clandestini. I primi disegni di legge che vengono presentati non portarono a nulla di concreto, si aspetterà la sentenza n. 27 della Corte costituzionale nel 1973 per un primo, piccolo, passo. La sentenza crea un vuoto legislativo nella normativa per gli aborti e dopo l'incidente di Seveso, in cui una una tossica, sprigionatasi da uno stabilimento chimico, rischiava di causare malformazioni al feto, ogni partito incomincia a presentare un proprio disegno di legge. L'iter per l'approvazione della legge n. 194 è molto lunga e turbolenta, infatti, tra le varie ostruzione e critiche, la legge "Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza" viene approvata il 22 maggio 1978. Nonostante la sua entrata in vigore, tre anni dopo ci furono due referendum (per due motivi diversi) che ne chiedevano l'abrogazione. Oggi la legge è ancora in vigore, ma all'interno della normativa si trovano molte ambiguità; analizzerò proprio i quarantacinque anni dall'entrata in vigore della legge 194/78 per evidenziare quelle che sono le sue ambiguità e i punti più critici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49272