La geografia letteraria, intensa come analisi delle rappresentazioni geografiche nella letteratura, si dimostra un approccio metodologico fondamentale per comprendere la complessa città di Santa Teresa nell’opera 2666 di Roberto Bolaño. L’obiettivo principale non si limita a indagare il ruolo della geografia letteraria nella costruzione di una narrazione, ma si propone anche di dimostrare come la geoletteratura possa rappresentare uno strumento utile per l’analisi degli spazi fisici e sociali che ci circondano. Lo studio dell’evoluzione del concetto di geografia letteraria nel tempo e nei metodi, un aspetto cruciale della ricerca, ha dimostrato come lo spazio non sia mai neutro e oggettivo, ma piuttosto prodotto e produttore di significati. Ciò consente di considerare la cultura, la letteratura e le arti come elementi capaci di plasmare la nostra percezione dello spazio, della società e del mondo in generale. Dunque, in un contesto multiculturale e complesso come quello latinoamericano, un approccio geoletterario è particolarmente efficace per delineare la complessità dei rapporti tra uomo, spazio e identità, e come questi siano stati rappresentati e reinterpretati nel corso dei secoli dai molti scrittori latinoamericani. Inoltre, si è dimostrato come un metodo geoletterario possa contribuire alla sensibilizzazione di questioni come la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale, in quanto capace di mettere in luce le delicate condizioni di chi si trova ai limiti della struttura sociale. Prendendo in considerazione tutti questi elementi è stato possibile analizzare in modo più profondo e specifico la città di confine Santa Teresa. Attraverso la lettura del romanzo 2666, ne è stata ricostruita la fisionomia del tessuto urbano, evidenziando le complesse reti della globalizzazione e del consumo sfrenato, nonché le diverse stratificazioni sociali che si sono sovrapposte nel corso della storia della città. Santa Teresa diventa così il punto di partenza per comprendere e analizzare le dinamiche di potere e di violenza urbana, le relazioni e le contraddizioni che definiscono la identità dei suoi abitanti. Grazie a un approccio geoletterario si è dimostrato come la letteratura e la geografia siano due discipline interconnesse e complementari. La prima contribuisce a una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione verso le problematiche contemporanee, mentre la seconda risulta fondamentale per lo studio di opere passate e attuali, arricchendo la critica letteraria con nuove linee interpretative.
Geografia letteraria in una "città di confine". La Santa Teresa di Roberto Bolaño
ESCOBAR DAZA, PAOLA ALEXANDRA
2022/2023
Abstract
La geografia letteraria, intensa come analisi delle rappresentazioni geografiche nella letteratura, si dimostra un approccio metodologico fondamentale per comprendere la complessa città di Santa Teresa nell’opera 2666 di Roberto Bolaño. L’obiettivo principale non si limita a indagare il ruolo della geografia letteraria nella costruzione di una narrazione, ma si propone anche di dimostrare come la geoletteratura possa rappresentare uno strumento utile per l’analisi degli spazi fisici e sociali che ci circondano. Lo studio dell’evoluzione del concetto di geografia letteraria nel tempo e nei metodi, un aspetto cruciale della ricerca, ha dimostrato come lo spazio non sia mai neutro e oggettivo, ma piuttosto prodotto e produttore di significati. Ciò consente di considerare la cultura, la letteratura e le arti come elementi capaci di plasmare la nostra percezione dello spazio, della società e del mondo in generale. Dunque, in un contesto multiculturale e complesso come quello latinoamericano, un approccio geoletterario è particolarmente efficace per delineare la complessità dei rapporti tra uomo, spazio e identità, e come questi siano stati rappresentati e reinterpretati nel corso dei secoli dai molti scrittori latinoamericani. Inoltre, si è dimostrato come un metodo geoletterario possa contribuire alla sensibilizzazione di questioni come la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale, in quanto capace di mettere in luce le delicate condizioni di chi si trova ai limiti della struttura sociale. Prendendo in considerazione tutti questi elementi è stato possibile analizzare in modo più profondo e specifico la città di confine Santa Teresa. Attraverso la lettura del romanzo 2666, ne è stata ricostruita la fisionomia del tessuto urbano, evidenziando le complesse reti della globalizzazione e del consumo sfrenato, nonché le diverse stratificazioni sociali che si sono sovrapposte nel corso della storia della città. Santa Teresa diventa così il punto di partenza per comprendere e analizzare le dinamiche di potere e di violenza urbana, le relazioni e le contraddizioni che definiscono la identità dei suoi abitanti. Grazie a un approccio geoletterario si è dimostrato come la letteratura e la geografia siano due discipline interconnesse e complementari. La prima contribuisce a una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione verso le problematiche contemporanee, mentre la seconda risulta fondamentale per lo studio di opere passate e attuali, arricchendo la critica letteraria con nuove linee interpretative.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49355