Aristotele: voce e linguaggio negli animali e nell'uomo

Nella riflessione greca sulla specificità dell’essere umano rispetto agli altri animali, il linguaggio assume un ruolo centrale: agli ζῷα è riconosciuta la capacità di comunicare con voci, ma solo l’uomo è dotato del λόγος vero e proprio. Di alcuni animali, tuttavia, fin dalle origini della letteratura occidentale si descrive una notevole abilità fonatoria, tale da mettere (almeno in parte) in dubbio l’unicità del sistema comunicativo umano: si tratta degli uccelli, a cui un fortunato topos letterario attribuisce un linguaggio. La supposizione che i volatili possiedano una certa voce articolata trova per la prima volta conferma nelle opere biologiche di Aristotele. Il presente lavoro, dopo una breve panoramica su tale motivo ricorrente in letteratura, intende soffermarsi sui passi dello Stagirita relativi ai suoni e alle voci animali (soprattutto degli uccelli), nonché sui luoghi della riflessione linguistica aristotelica da cui maggiormente emergono affinità e differenze fra la comunicazione degli ζῷα e il linguaggio umano.