Charles Baudelaire è stato uno tra i più importanti poeti dell’Ottocento francese ed europeo, ma ha mostrato ottime qualità anche come critico d’arte, raggiungendo una certa notorietà. La tesi si propone di approfondire questa ridotta ma densa sezione della produzione baudelairiana, prestando particolare attenzione all’eco che, grazie alle traduzioni, gli scritti hanno avuto sul suolo italiano nel corso del Novecento, cioè come i filosofi, i critici e gli storici dell’arte hanno recepito e approfondito le parole di Baudelaire. L’elaborato parte dalle considerazioni artistiche dei "Salons" per finire con quelle de "Il peintre de la vie moderne", passando per la "Exposition Universelle" del 1855 e gli altri scritti minori. Attraverso questo percorso, che recupera anche la metodologia critica di autori precedenti come Stendhal e Diderot, è possibile ricostruire il cammino del pensiero estetico baudelairiano e di quello europeo successivo, che sfocia progressivamente in una più abituale predisposizione dei critici ad accogliere anche un’arte minore, diversa e non accademica. Ai fini della ricerca sono significativi i testi scritti e pubblicati direttamente dal Baudelaire, come "Curiosità estetiche" e "L’arte romantica", ma anche i saggi dei critici italiani venuti dopo, i quali talvolta si sono mostrati d’accordo con lui, mentre talvolta hanno espresso il proprio dissenso. Primo e secondo dopoguerra mostrano tra loro lievi differenze di visione, ma nel complesso sono degni di nota i testi pubblicati da Carlo Pellegrini, Enrico Somarè, Ada Recchi, Benedetto Croce, Lionello Venturi, Giovanni Macchia ed Ezio Raimondi. Le opere di questi critici, oscillanti tra la forma di un semplice articolo e quella di un saggio più ampio e strutturato, hanno mostrato sempre una profonda consapevolezza di analisi e hanno permesso di comprendere meglio anche il Baudelaire uomo.
CHARLES BAUDELAIRE CRITICO D'ARTE: UN VIAGGIO TRA LE VOCI ITALIANE
ULIANA, GIORGIA
2022/2023
Abstract
Charles Baudelaire è stato uno tra i più importanti poeti dell’Ottocento francese ed europeo, ma ha mostrato ottime qualità anche come critico d’arte, raggiungendo una certa notorietà. La tesi si propone di approfondire questa ridotta ma densa sezione della produzione baudelairiana, prestando particolare attenzione all’eco che, grazie alle traduzioni, gli scritti hanno avuto sul suolo italiano nel corso del Novecento, cioè come i filosofi, i critici e gli storici dell’arte hanno recepito e approfondito le parole di Baudelaire. L’elaborato parte dalle considerazioni artistiche dei "Salons" per finire con quelle de "Il peintre de la vie moderne", passando per la "Exposition Universelle" del 1855 e gli altri scritti minori. Attraverso questo percorso, che recupera anche la metodologia critica di autori precedenti come Stendhal e Diderot, è possibile ricostruire il cammino del pensiero estetico baudelairiano e di quello europeo successivo, che sfocia progressivamente in una più abituale predisposizione dei critici ad accogliere anche un’arte minore, diversa e non accademica. Ai fini della ricerca sono significativi i testi scritti e pubblicati direttamente dal Baudelaire, come "Curiosità estetiche" e "L’arte romantica", ma anche i saggi dei critici italiani venuti dopo, i quali talvolta si sono mostrati d’accordo con lui, mentre talvolta hanno espresso il proprio dissenso. Primo e secondo dopoguerra mostrano tra loro lievi differenze di visione, ma nel complesso sono degni di nota i testi pubblicati da Carlo Pellegrini, Enrico Somarè, Ada Recchi, Benedetto Croce, Lionello Venturi, Giovanni Macchia ed Ezio Raimondi. Le opere di questi critici, oscillanti tra la forma di un semplice articolo e quella di un saggio più ampio e strutturato, hanno mostrato sempre una profonda consapevolezza di analisi e hanno permesso di comprendere meglio anche il Baudelaire uomo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49423