Numerosi sono stati i cambiamenti intervenuti in Italia, nel corso degli anni, che hanno interessato il diritto fallimentare. Dalla Legge Fallimentare introdotta dal Regio decreto n. 267 del 16 marzo 1942 ad oggi, si è andati verso una legge che, invece di disgregare una realtà imprenditoriale in crisi, ricerca ulteriori strumenti per tentare di risolvere questo stato di crisi o, ancora, di prevedere regole che impongano il dovere di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili idonei al rilevamento tempestivo di una situazione che potrebbe evolversi in una crisi. Con l’entrata in vigore (più volte rinviata) del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza del 15 luglio 2022 emerge chiaramente come l’intenzione del legislatore sia quella di intervenire in una fase precoce di difficoltà con la prospettiva di ‘ristrutturare’ il soggetto che versa in una situazione di crisi o di insolvenza per dare una continuità, conscio che nell’esercizio di un’attività economica sia fisiologica e possibile una situazione di difficoltà. Ci si allontana dunque dall’utilizzo delle procedure concorsuali come mezzo unico che consenta la soddisfazione dei soggetti creditori e miri alla punizione dei soggetti insolventi. L’elaborato, dopo una panoramica sull’evoluzione del sistema concorsuale italiano, si propone di presentare e analizzare in particolare, tra gli strumenti di regolazione della crisi, gli accordi di ristrutturazione dei debiti distinguendo gli agevolati da quelli ad efficacia estesa. In seguito verrà presentato il procedimento distinguendo la parte stragiudiziale, che vede il raggiungimento dell’accordo con i creditori e il suo perfezionamento con l’attestazione del professionista indipendente, dalla parte giudiziale con l’omologazione del tribunale.
La "ristrutturazione" di un'impresa in crisi
BROGGIATO, CINZIA
2022/2023
Abstract
Numerosi sono stati i cambiamenti intervenuti in Italia, nel corso degli anni, che hanno interessato il diritto fallimentare. Dalla Legge Fallimentare introdotta dal Regio decreto n. 267 del 16 marzo 1942 ad oggi, si è andati verso una legge che, invece di disgregare una realtà imprenditoriale in crisi, ricerca ulteriori strumenti per tentare di risolvere questo stato di crisi o, ancora, di prevedere regole che impongano il dovere di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili idonei al rilevamento tempestivo di una situazione che potrebbe evolversi in una crisi. Con l’entrata in vigore (più volte rinviata) del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza del 15 luglio 2022 emerge chiaramente come l’intenzione del legislatore sia quella di intervenire in una fase precoce di difficoltà con la prospettiva di ‘ristrutturare’ il soggetto che versa in una situazione di crisi o di insolvenza per dare una continuità, conscio che nell’esercizio di un’attività economica sia fisiologica e possibile una situazione di difficoltà. Ci si allontana dunque dall’utilizzo delle procedure concorsuali come mezzo unico che consenta la soddisfazione dei soggetti creditori e miri alla punizione dei soggetti insolventi. L’elaborato, dopo una panoramica sull’evoluzione del sistema concorsuale italiano, si propone di presentare e analizzare in particolare, tra gli strumenti di regolazione della crisi, gli accordi di ristrutturazione dei debiti distinguendo gli agevolati da quelli ad efficacia estesa. In seguito verrà presentato il procedimento distinguendo la parte stragiudiziale, che vede il raggiungimento dell’accordo con i creditori e il suo perfezionamento con l’attestazione del professionista indipendente, dalla parte giudiziale con l’omologazione del tribunale.File | Dimensione | Formato | |
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Cinzia Broggiato Tesi matricola n. 1230778.pdf
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49470