L’ingegneria tissutale in questi ultimi anni si sta rivelando uno dei rami dell’ingegneria in grado di cambiare le nostre vite, ha l’enorme potenziale di trovare nuove terapie per malattie e condizioni mediche fino ad ora considerate intrattabili. Da una semplice coltura cellulare monostrato, in vitro, si può assistere a degli importanti passaggi a dei più complessi modelli 3D, che puntano a sostituire in parte, o completamente, porzioni di tessuto. Si può definire che la triade sulla quale ruota l’attuale stato dell’arte dell’ingegneria tissutale risieda nello studio di cellule, fattori di crescita e scaffold. Combinando delle cellule con potenziale di differenziazione, con degli eventuali fattori di crescita e il tutto inserito in un ambiente tridimensionale che tende a simulare il ruolo di una matrice extracellulare (scaffold), è potenzialmente possibile coltivare una qualsiasi porzione di tessuto in grado di sostituirne perfettamente uno nativo. Al momento uno dei maggiori focus su cui si sta concentrando la ricerca è il muscolo scheletrico bioingegnerizzato, ovvero un muscolo creato tramite i processi dell’ingegneria tissutale. Il motivo è presto detto, infatti ricostruire un nuovo muscolo scheletrico che ne sostituisce uno difettoso rappresenterebbe una valida alternativa come terapia per i casi di atrofia muscolare di varia natura. Il muscolo scheletrico è una struttura complessa e fino ad ora i trattamenti applicabili per l’atrofia sono complicati e hanno avuto scarso successo. I muscoli scheletrici bioingegnerizzati si prospettano come la grande svolta nella trattazione di queste condizioni. Una buona conoscenza del contesto è importante. L’elaborato inizierà con un approfondimento sull’anatomia e sulla fisiologia del muscolo scheletrico, per poi passare alla natura dell’atrofia muscolare e delle sue varie cause. Si arriverà poi al focus dell’elaborato stesso, ovvero esporre lo stato dell’arte dell’ingegneria tissutale di questo caso di studio: studiare quali sono le cellule che hanno un potenziale miogenico e quali sono le tecniche usate per ricavarle, qual è la natura dei materiali dei vari scaffold e i metodi usati per sintetizzarli. In conclusione si valuterà come i muscoli scheletrici bioingegnerizzati fino ad ora ottenuti si stanno rivelando come una valida terapia per l’atrofia muscolare e cosa si può fare per favorirne la vascolarizzazione e l’innervazione.

MUSCOLI SCHELETRICI BIOINGEGNERIZZATI COME SOLUZIONE PER L' ATROFIA MUSCOLARE

SIMONI, MARCO
2022/2023

Abstract

L’ingegneria tissutale in questi ultimi anni si sta rivelando uno dei rami dell’ingegneria in grado di cambiare le nostre vite, ha l’enorme potenziale di trovare nuove terapie per malattie e condizioni mediche fino ad ora considerate intrattabili. Da una semplice coltura cellulare monostrato, in vitro, si può assistere a degli importanti passaggi a dei più complessi modelli 3D, che puntano a sostituire in parte, o completamente, porzioni di tessuto. Si può definire che la triade sulla quale ruota l’attuale stato dell’arte dell’ingegneria tissutale risieda nello studio di cellule, fattori di crescita e scaffold. Combinando delle cellule con potenziale di differenziazione, con degli eventuali fattori di crescita e il tutto inserito in un ambiente tridimensionale che tende a simulare il ruolo di una matrice extracellulare (scaffold), è potenzialmente possibile coltivare una qualsiasi porzione di tessuto in grado di sostituirne perfettamente uno nativo. Al momento uno dei maggiori focus su cui si sta concentrando la ricerca è il muscolo scheletrico bioingegnerizzato, ovvero un muscolo creato tramite i processi dell’ingegneria tissutale. Il motivo è presto detto, infatti ricostruire un nuovo muscolo scheletrico che ne sostituisce uno difettoso rappresenterebbe una valida alternativa come terapia per i casi di atrofia muscolare di varia natura. Il muscolo scheletrico è una struttura complessa e fino ad ora i trattamenti applicabili per l’atrofia sono complicati e hanno avuto scarso successo. I muscoli scheletrici bioingegnerizzati si prospettano come la grande svolta nella trattazione di queste condizioni. Una buona conoscenza del contesto è importante. L’elaborato inizierà con un approfondimento sull’anatomia e sulla fisiologia del muscolo scheletrico, per poi passare alla natura dell’atrofia muscolare e delle sue varie cause. Si arriverà poi al focus dell’elaborato stesso, ovvero esporre lo stato dell’arte dell’ingegneria tissutale di questo caso di studio: studiare quali sono le cellule che hanno un potenziale miogenico e quali sono le tecniche usate per ricavarle, qual è la natura dei materiali dei vari scaffold e i metodi usati per sintetizzarli. In conclusione si valuterà come i muscoli scheletrici bioingegnerizzati fino ad ora ottenuti si stanno rivelando come una valida terapia per l’atrofia muscolare e cosa si può fare per favorirne la vascolarizzazione e l’innervazione.
2022
BIOENGINEERED SKELETAL MUSCLES AS A SOLUTION FOR VOLUMETRIC MUSCLE LOSS
muscolo scheletrico
ingegneria tissutale
atrofia muscolare
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Simoni_Marco.pdf

accesso riservato

Dimensione 1.03 MB
Formato Adobe PDF
1.03 MB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/49731