Con questa tesi cercheremo di comprendere l’impatto che Ivan Illich ebbe sulla sua epoca (anni ’60-’70) e quanto la sua critica sia ancora attuale e viva nelle opere di intellettuali critici. Per fare ciò seguiremo il filo logico ben definito nel libro di Paolo Calabrò, Ivan Illich. Il mondo a misura d’uomo, Pazzini Editore (2018), oltre a fare riferimento, ovviamente, alle opere di Illich stesso, a partire da La Convivialità (1^ ed. 1973). Per iniziare a comprendere l’impatto che Ivan Illich ebbe durante la seconda metà del secolo scorso, vale la pena di rileggere ciò che Erich Fromm scrisse dopo aver partecipato ad una conferenza al CIDOC (Centro Intercultural de Documentación), dal 1963 al 1976 a Cuernavaca, Messico. Ciò che Illich ha interpretato e colto è la distorsione della realtà, nel senso di aver compreso che ciò che era stato creato per essere utile ha subito un processo di trasformazione per cui, nel tempo, si è trasformato in dannoso, o, per usare il termine di Illich “controproduttivo”. Illich modellerà questo concetto su tutte le istituzioni fondamentali come istruzione, sanità, trasporti, tutte istituzioni nate con principi e valori condivisibili da tutti, e da Illich per primo, che dimostrano come, superata una certa soglia di efficienza, diventano peggiorative rispetto alla condizione dell’uomo. L’utopia del sogno capitalistico, del progresso e della ricchezza per tutti non tiene conto della fascia di popolazione che ne rimane comunque esclusa. La scolarizzazione obbligatoria, secondo Illich, pur essendo generata da un principio ineludibile, sforna alunni omologati con lo stesso pensiero e non è comunque in grado di superare le disuguaglianze.
Ivan Illich e la critica all'ideologia dello sviluppo
GIROTTO, ORIETTA
2022/2023
Abstract
Con questa tesi cercheremo di comprendere l’impatto che Ivan Illich ebbe sulla sua epoca (anni ’60-’70) e quanto la sua critica sia ancora attuale e viva nelle opere di intellettuali critici. Per fare ciò seguiremo il filo logico ben definito nel libro di Paolo Calabrò, Ivan Illich. Il mondo a misura d’uomo, Pazzini Editore (2018), oltre a fare riferimento, ovviamente, alle opere di Illich stesso, a partire da La Convivialità (1^ ed. 1973). Per iniziare a comprendere l’impatto che Ivan Illich ebbe durante la seconda metà del secolo scorso, vale la pena di rileggere ciò che Erich Fromm scrisse dopo aver partecipato ad una conferenza al CIDOC (Centro Intercultural de Documentación), dal 1963 al 1976 a Cuernavaca, Messico. Ciò che Illich ha interpretato e colto è la distorsione della realtà, nel senso di aver compreso che ciò che era stato creato per essere utile ha subito un processo di trasformazione per cui, nel tempo, si è trasformato in dannoso, o, per usare il termine di Illich “controproduttivo”. Illich modellerà questo concetto su tutte le istituzioni fondamentali come istruzione, sanità, trasporti, tutte istituzioni nate con principi e valori condivisibili da tutti, e da Illich per primo, che dimostrano come, superata una certa soglia di efficienza, diventano peggiorative rispetto alla condizione dell’uomo. L’utopia del sogno capitalistico, del progresso e della ricchezza per tutti non tiene conto della fascia di popolazione che ne rimane comunque esclusa. La scolarizzazione obbligatoria, secondo Illich, pur essendo generata da un principio ineludibile, sforna alunni omologati con lo stesso pensiero e non è comunque in grado di superare le disuguaglianze.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/49783