'Diabolical Manipulation in Christopher Marlowe’s “Doctor Faustus” and William Shakespeare’s “Othello”'

The aim of this dissertation is to provide an analysis of the behaviour of the characters of Faustus and Iago, attributable to the figure of the devil, respectively in the works of Doctor Faustus and Othello. Their representation is neither conventional nor corresponding to the traditional one that refers to the typical monster of the universal imagination known for its grotesque aspect and its aversion to God. Nevertheless, these characters can also be classified as devils and, as the title of this dissertation states, "diabolical". The first part of this research illustrates the conceptions and representations of the devil during the English Renaissance, more precisely between the early sixteenth and seventeenth centuries, and continues with the development of arguments aimed at demonstrating that what truly defines the devil is not his external appearance or the typical features of traditional iconography, but his diabolical and manipulative behaviour towards others. In the following chapters, in support of this interpretation, I will analyse the characters of Faustus and Iago. It will therefore be clearly identified the reasons why it can be said that the two protagonists are in fact devils. In the case of Faustus, it can be said that he is a devil because he consciously decides to sign a contract with the Devil, selling to him his soul, to be part of his army too, which is opposed to the one of Good, which is represented by God. Iago instead, is arguably a devil because he behaves unscrupulously and in a morally corrupt way, so much so as that he autonomously compares himself with a devil. In addition to this, he is recognized by other characters as a devil.

L'obiettivo di questa tesi è fornire un’analisi dei comportamenti dei personaggi di Faustus e Iago, riconducibili alla figura del diavolo, rispettivamente nelle opere di Doctor Faustus e Othello. La loro rappresentazione non è convenzionale, né corrispondente a quella tradizionale che rimanda al tipico mostro dell'immaginario universale, noto per il suo aspetto grottesco e la sua avversione a Dio. Nonostante ciò, questi personaggi possono essere ugualmente classificati come diavoli e, come enuncia il titolo di questa tesi, "diabolici". La prima parte di questa ricerca è dedicata alla concezione e alla rappresentazione del diavolo durante il Rinascimento Inglese, più precisamente tra gli inizi del XVI e XVII secolo, e prosegue con lo sviluppo di argomentazioni volte a dimostrare che ciò che definisce veramente il diavolo non è il suo aspetto esteriore o i tipici connotati dell'iconografia tradizionale, ma il suo comportamento diabolico e manipolatore nei confronti altrui. Nei capitoli successivi, a supporto di questa interpretazione, sono riportati esempi tratti dalla critica letteraria, sia per il personaggio di Faustus, sia per quello di Iago. Verranno quindi chiaramente individuate le ragioni per cui si può affermare che i due protagonisti sono a tutti gli effetti dei diavoli. Nel caso di Faustus si può affermare che questo è un diavolo perché consapevolmente decide di firmare un contratto con il Diavolo, vendendo ad esso la sua anima, anche al fine di far parte del suo esercito, opposto al bene rappresentato da Dio. Per quanto riguarda Iago invece, si può dichiarare che esso sia un diavolo poiché si comporta in modo spregiudicato e moralmente corrotto, tanto da equipararsi autonomamente ad un diavolo. Inoltre, viene riconosciuto dagli altri personaggi come un diavolo.