Il problema della rappresentanza tra Thomas Hobbes e Carl Schmitt

This work intends to consider one of the most significant analyzes of Thomas Hobbes's Leviathan from the 20th century: the essay On the Leviathan (1938) by Carl Schmitt. Schmitt's text does not have a simple philological interest on the Hobbesian work, but it is a philosophical and theoretical comparison that allows to highlight the fundamental concepts of the modern doctrine of the State, and possibly its limits, aporias and contradictions. The comparison between these two authors allows us to investigate one of the essential questions of the modern political philosophy: "what is meant by political representation?". On the one hand Hobbes, the author who inaugurated modern political conceptuality, on the other Schmitt who, witnessing firsthand the crisis of the state-form in the 1900s, researched its causes remote through the analysis of its conceptual genesis.

Il presente lavoro intende prendere in considerazione una delle più significative analisi del Leviatano di Thomas Hobbes del XX secolo, ovvero il saggio Sul Leviatano (1938) di Carl Schmitt. Il testo di Schmitt non ha un semplice interesse filologico per l’opera hobbesiana, ma si tratta di un confronto filosofico e teoretico che permette di porre in evidenzia i concetti fondamentali della moderna dottrina dello Stato, ed eventualmente i suoi limiti, aporie e contraddizioni. Il confronto tra questi due autori permette di indagare una delle domande imprescindibili della filosofia politica moderna: “cosa si intende per rappresentanza politica?”. Da un parte dunque Hobbes, l’autore che ha inaugurato la concettualità politica moderna, dall’altra Schmitt che, assistendo in prima persona alla crisi della forma-Stato nel ‘900, ne ricerca le cause remote attraverso l’analisi della sua genesi concettuale.