Background: Mandibular condyle fracture represents between 20% and 40% of mandibular fractures due to maxillo-facial trauma,. Although this is a frequent lesion, there still is not an agreement in the scientific community about the best treatment for a patient with a condyle fracture. There are two main types of treatment for this type of lesion: conservative and surgical. The former first uses arch bars, brackets or screws tied with metal wire or elastics to immobilize the lesion, then physiotherapy. The latter is surgical, which allows a better fixation with the use of plaques and screws. However, in terms of resources and possible complications, this last is both more costly and risky. Thanks to the technological progress and 3D imaging, surgery is an increasingly used option. Nevertheless, every case must be studied and evaluated individually, with the aim of choosing the best treatment. Aim of the study: The aim of this study is to compare data on 85 patients with a diagnosed mandibular condyle fracture, of Padua’s Maxillo-Facial Surgical Unit between March 2019 and April 2023 and surgical treatment taken on some of them with international literature and studies. Materials and Methods: Data was collected on 85 patients with a diagnosis of mandibular condyle fracture in Padua’s Maxillo-Facial Surgical Unit between March 2019 and April 2023. In addition to this, we gathered information about age, sex, age at the time of the incident, modality of incident, type of fracture, condylar site of fracture, deviation of the segments from the physiological axis, type of treatment (conservative or surgical) and, in case of surgery, type of access and fixation materials and finally surgery results. Results: out of 85 patients with condyle fracture diagnosis, 54% of them were surgically treated, while in 46% of them conservative treatment was used. On average, surgery was performed after four days from the day of the trauma, fewer than what was reported in literature. In 96% of patients, surgical treatment allowed the stabilization in physiological position, in the remaining 4%, there was a displacement equal to the pre-operative state. Conclusions: Surgery is confirmed to be a valid alternative to conservative treatment thanks to its stabilization via plaques and screws, in cases of severe condyle displacement, luxation of condylar head and deviation of condyle neck or base, loss of physiological occlusion and loss of ramus height.

Presupposti: La frattura di condilo mandibolare costituisce dal 20% al 40% delle fratture mandibolari dovute a trauma maxillo-facciale, nonostante l’elevata frequenza della lesione non c’è ancora consenso a livello internazionale su quale sia il tipo di trattamento migliore. I due approcci possibili sono il conservativo, basato sull’utilizzo in un primo momento di mezzi di fissazione come barre ad arco o brackets collegati da filamenti metallici o elastici e basato poi sulla fisioterapia, e il chirurgico, che consente una migliore fissazione ma con costi e rischio di complicanze più elevato. Con il progresso tecnologico e di 3D imaging, la chirurgia diviene un’opzione sempre più utilizzata, ma ogni paziente deve essere valutato singolarmente per individuare il trattamento migliore. Scopo dello studio: Scopo dello studio è confrontare i dati riguardanti i pazienti con diagnosi di frattura condilare dal Marzo 2019 all’Aprile 2023 presso l’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedale di Padova ed il trattamento chirurgico intrapreso su alcuni di loro con i dati riportati in letteratura. Materiali e Metodi: Sono stati raccolti i dati riguardanti 85 pazienti con diagnosi di frattura condilare dal Marzo 2019 all’Aprile 2023 presso l’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedale di Padova, ne sono state registrate le generalità, la causa del trauma, il tipo di frattura, il sito condilare coinvolto, la deviazione dei segmenti di frattura dall’asse fisiologico, tipo di trattamento e, in caso di intervento chirurgico, il tipo di accesso chirurgico utilizzato ed i mezzi di fissazione scelti ed il risultato dell’operazione. Risultati: Degli 85 pazienti con frattura di condilo il 54% è stato poi operato a livello condilare, il 46% è stato trattato conservativamente, il tempo diagnosi – intervento è stato mediamente più breve di quello riportato in letteratura. Il trattamento chirurgico ha stabilizzato la frattura in posizione fisiologica nel 96% dei casi, nel restante 4% la frattura è rimasta con una malposizione uguale a quella presente alla diagnosi. Conclusioni: La chirurgia si è dimostrata essere una valida alternativa al trattamento conservativo grazie alla stabilizzazione con placche e viti nei casi di frattura malposta o lussata, deviazione della frattura di collo e base, perdita di occlusione fisiologica e perdita di altezza del ramo condilare.

Il trattamento chirurgico delle fratture di condilo mandibolare: studio retrospettivo e revisione della letteratura ​

FERRATO, ELENA
2022/2023

Abstract

Background: Mandibular condyle fracture represents between 20% and 40% of mandibular fractures due to maxillo-facial trauma,. Although this is a frequent lesion, there still is not an agreement in the scientific community about the best treatment for a patient with a condyle fracture. There are two main types of treatment for this type of lesion: conservative and surgical. The former first uses arch bars, brackets or screws tied with metal wire or elastics to immobilize the lesion, then physiotherapy. The latter is surgical, which allows a better fixation with the use of plaques and screws. However, in terms of resources and possible complications, this last is both more costly and risky. Thanks to the technological progress and 3D imaging, surgery is an increasingly used option. Nevertheless, every case must be studied and evaluated individually, with the aim of choosing the best treatment. Aim of the study: The aim of this study is to compare data on 85 patients with a diagnosed mandibular condyle fracture, of Padua’s Maxillo-Facial Surgical Unit between March 2019 and April 2023 and surgical treatment taken on some of them with international literature and studies. Materials and Methods: Data was collected on 85 patients with a diagnosis of mandibular condyle fracture in Padua’s Maxillo-Facial Surgical Unit between March 2019 and April 2023. In addition to this, we gathered information about age, sex, age at the time of the incident, modality of incident, type of fracture, condylar site of fracture, deviation of the segments from the physiological axis, type of treatment (conservative or surgical) and, in case of surgery, type of access and fixation materials and finally surgery results. Results: out of 85 patients with condyle fracture diagnosis, 54% of them were surgically treated, while in 46% of them conservative treatment was used. On average, surgery was performed after four days from the day of the trauma, fewer than what was reported in literature. In 96% of patients, surgical treatment allowed the stabilization in physiological position, in the remaining 4%, there was a displacement equal to the pre-operative state. Conclusions: Surgery is confirmed to be a valid alternative to conservative treatment thanks to its stabilization via plaques and screws, in cases of severe condyle displacement, luxation of condylar head and deviation of condyle neck or base, loss of physiological occlusion and loss of ramus height.
2022
Surgical treatment of mandibular condyle fractures: a retrospective study and literature review ​
Presupposti: La frattura di condilo mandibolare costituisce dal 20% al 40% delle fratture mandibolari dovute a trauma maxillo-facciale, nonostante l’elevata frequenza della lesione non c’è ancora consenso a livello internazionale su quale sia il tipo di trattamento migliore. I due approcci possibili sono il conservativo, basato sull’utilizzo in un primo momento di mezzi di fissazione come barre ad arco o brackets collegati da filamenti metallici o elastici e basato poi sulla fisioterapia, e il chirurgico, che consente una migliore fissazione ma con costi e rischio di complicanze più elevato. Con il progresso tecnologico e di 3D imaging, la chirurgia diviene un’opzione sempre più utilizzata, ma ogni paziente deve essere valutato singolarmente per individuare il trattamento migliore. Scopo dello studio: Scopo dello studio è confrontare i dati riguardanti i pazienti con diagnosi di frattura condilare dal Marzo 2019 all’Aprile 2023 presso l’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedale di Padova ed il trattamento chirurgico intrapreso su alcuni di loro con i dati riportati in letteratura. Materiali e Metodi: Sono stati raccolti i dati riguardanti 85 pazienti con diagnosi di frattura condilare dal Marzo 2019 all’Aprile 2023 presso l’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedale di Padova, ne sono state registrate le generalità, la causa del trauma, il tipo di frattura, il sito condilare coinvolto, la deviazione dei segmenti di frattura dall’asse fisiologico, tipo di trattamento e, in caso di intervento chirurgico, il tipo di accesso chirurgico utilizzato ed i mezzi di fissazione scelti ed il risultato dell’operazione. Risultati: Degli 85 pazienti con frattura di condilo il 54% è stato poi operato a livello condilare, il 46% è stato trattato conservativamente, il tempo diagnosi – intervento è stato mediamente più breve di quello riportato in letteratura. Il trattamento chirurgico ha stabilizzato la frattura in posizione fisiologica nel 96% dei casi, nel restante 4% la frattura è rimasta con una malposizione uguale a quella presente alla diagnosi. Conclusioni: La chirurgia si è dimostrata essere una valida alternativa al trattamento conservativo grazie alla stabilizzazione con placche e viti nei casi di frattura malposta o lussata, deviazione della frattura di collo e base, perdita di occlusione fisiologica e perdita di altezza del ramo condilare.
condilo mandibolare
frattura
chirurgico
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