The thesis deals with the topic of obedience to authority, defined by Stanley Milgram as a reality in which “ordinary people, simply doing their jobs, and without any particular hostility on their part, can become agents in a terrible destructive process”, and, in particular, deals with the question of whether “is possible that a group can induce an individual to act with severity towards another individual”. This topic, based on Asch’s paradigm about tendency to conformity under group pressure, was examined by using bibliographic resources about Milgram’s experiment and its validation on the basis of the results of the following Zimbardo’s prison experiment. The developed analysis revealed that four situational variables of Milgram’s experiment underlie the ethical and methodological controversies inherent the experiment, which determined the foundation of an ethical movement that led to the creation of a comprehensive and completed informed consent to be summitted to participants before adherence to any experiment. Following a historical perspective, Stanford’s prison experiment, consistent with Milgram’s experiment, underlined the importance of the process of de-accountability as a justification of personal responsibility of the damage caused by one’s behavior. Most recently, Slater and colleagues conducted a replica of Milgram’s experiment by introducing the interaction with a virtual victim, condition of which the participants were informed of. The majority of the participants carried the experiment to term, which represent a new ethical version of the experiment and which led to the same conclusions of Milgram’s. Finally, the conclusions that have been reached over time by Milgram’s research have been applied to the comprehension of the US militia behavior in the war contexts of Vietnam and Iraq.

La Tesi affronta la tematica dell’obbedienza all’autorità, definita da Stanley Milgram come una realtà nella quale “gente normale, che si occupa soltanto del suo lavoro e non è motivata da nessuna particolare aggressività, può, da un momento all’altro, rendersi complice di un processo di distruzione” e, più in particolare, tratta l’interrogativo se “è possibile che un gruppo possa indurre un individuo ad agire con severità nei confronti di un altro individuo”. Tale tematica, fondata sul paradigma di Asch relativo alla tendenza al conformismo sotto la pressione di un gruppo, è stata esaminata facendo ricorso alle fonti bibliografiche inerenti all’esperimento di Milgram e alla sua validazione sulla base dei risultati del successivo esperimento carcerario di Zimbardo. L’analisi sviluppata ha rivelato che quattro variabili situazionali dell’esperimento di Milgram sono alla base di controversie etiche e metodologiche proprie dell’esperimento, il quale ha anche determinato la fondazione del movimento etico che ha portato alla creazione di un consenso informato esaustivo e completo da sottoporre ai partecipanti previa adesione a qualsiasi esperimento. Seguendo una prospettiva storica, l’esperimento carcerario di Stanford, in coerenza con l’esperimento di Milgram, ha sottolineato l’importanza del processo di deresponsabilizzazione come giustificatore della responsabilità personale del danno causato con il proprio comportamento. Più recentemente, Slater e colleghi hanno condotto una replica dell’esperimento di Milgram introducendo l’interazione con una vittima virtuale, condizione di cui i partecipanti erano a conoscenza. La maggioranza dei soggetti ha portato a termine l’esperimento, che rappresenta un rifacimento etico dell’esperimento e che ha condotto alle medesime conclusioni di quello di Milgram. Le conclusioni che sono state tratte nel corso del tempo a partire dalla ricerca avanzata da Milgram sono state, infine, applicate alla comprensione della condotta della milizia statunitense nei contesti di guerra in Vietnam e in Iraq.

L’esperimento di Milgram: conflitto tra l’obbedienza all’autorità e l’etica comportamentale

FERRO, ISABELLA
2022/2023

Abstract

The thesis deals with the topic of obedience to authority, defined by Stanley Milgram as a reality in which “ordinary people, simply doing their jobs, and without any particular hostility on their part, can become agents in a terrible destructive process”, and, in particular, deals with the question of whether “is possible that a group can induce an individual to act with severity towards another individual”. This topic, based on Asch’s paradigm about tendency to conformity under group pressure, was examined by using bibliographic resources about Milgram’s experiment and its validation on the basis of the results of the following Zimbardo’s prison experiment. The developed analysis revealed that four situational variables of Milgram’s experiment underlie the ethical and methodological controversies inherent the experiment, which determined the foundation of an ethical movement that led to the creation of a comprehensive and completed informed consent to be summitted to participants before adherence to any experiment. Following a historical perspective, Stanford’s prison experiment, consistent with Milgram’s experiment, underlined the importance of the process of de-accountability as a justification of personal responsibility of the damage caused by one’s behavior. Most recently, Slater and colleagues conducted a replica of Milgram’s experiment by introducing the interaction with a virtual victim, condition of which the participants were informed of. The majority of the participants carried the experiment to term, which represent a new ethical version of the experiment and which led to the same conclusions of Milgram’s. Finally, the conclusions that have been reached over time by Milgram’s research have been applied to the comprehension of the US militia behavior in the war contexts of Vietnam and Iraq.
2022
Milgram's experiment: conflict between obedience to authority and behavioral ethics
La Tesi affronta la tematica dell’obbedienza all’autorità, definita da Stanley Milgram come una realtà nella quale “gente normale, che si occupa soltanto del suo lavoro e non è motivata da nessuna particolare aggressività, può, da un momento all’altro, rendersi complice di un processo di distruzione” e, più in particolare, tratta l’interrogativo se “è possibile che un gruppo possa indurre un individuo ad agire con severità nei confronti di un altro individuo”. Tale tematica, fondata sul paradigma di Asch relativo alla tendenza al conformismo sotto la pressione di un gruppo, è stata esaminata facendo ricorso alle fonti bibliografiche inerenti all’esperimento di Milgram e alla sua validazione sulla base dei risultati del successivo esperimento carcerario di Zimbardo. L’analisi sviluppata ha rivelato che quattro variabili situazionali dell’esperimento di Milgram sono alla base di controversie etiche e metodologiche proprie dell’esperimento, il quale ha anche determinato la fondazione del movimento etico che ha portato alla creazione di un consenso informato esaustivo e completo da sottoporre ai partecipanti previa adesione a qualsiasi esperimento. Seguendo una prospettiva storica, l’esperimento carcerario di Stanford, in coerenza con l’esperimento di Milgram, ha sottolineato l’importanza del processo di deresponsabilizzazione come giustificatore della responsabilità personale del danno causato con il proprio comportamento. Più recentemente, Slater e colleghi hanno condotto una replica dell’esperimento di Milgram introducendo l’interazione con una vittima virtuale, condizione di cui i partecipanti erano a conoscenza. La maggioranza dei soggetti ha portato a termine l’esperimento, che rappresenta un rifacimento etico dell’esperimento e che ha condotto alle medesime conclusioni di quello di Milgram. Le conclusioni che sono state tratte nel corso del tempo a partire dalla ricerca avanzata da Milgram sono state, infine, applicate alla comprensione della condotta della milizia statunitense nei contesti di guerra in Vietnam e in Iraq.
Obbedienza
Autorità
Etica
Milgram
Zimbardo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/51480