Il seguente elaborato è volto a trattare il disturbo afasico, con l’intento di focalizzarsi sui correlati neurali che sottendono le funzioni linguistiche e il recupero delle stesse a seguito di cerebrolesione acquisita. Partendo dall’analisi delle conoscenze correnti sull’afasia, un’importante considerazione preliminare riguarda le potenzialità di recupero con i trattamenti attuali, che prevedono per lo più un intervento di tipo logopedico, ma le cui possibilità restitutive non sono particolarmente elevate e replicabili e, nei casi più gravi, rischiano di lasciare la persona in uno stato di invalidità marcato. A fronte dell'elevato disagio che tale deficit comporta nelle persone coinvolte, si è voluto approfondire se, in letteratura, esistessero dei metodi alternativi, da affiancare ai trattamenti standard, per favorire il recupero di tale funzione cognitiva ad un livello tale da consentire ai pazienti una vita meno invalidante. A tal proposito, è stato dimostrato che la neuroplasticità cerebrale, che in passato si sosteneva essere prerogativa della sola età evolutiva, si manifesta anche nell’adultità, seppure con meccanismi, tempistiche e portata differenti. Lo stesso recupero spontaneo del linguaggio è sostenuto, infatti, dall’intervento di processi di riorganizzazione plastica a livello dei circuiti cerebrali. La conoscenza di come il cervello riorganizza i suoi network neurali per favorire il processo di guarigione e di come vi siano evidenze, seppure agli albori, dell’impiego di alcune tecniche moderne (quali la stimolazione magnetica transcranica (TMS), il neurofeedback o la stimolazione elettrica transcranica (tDCS)) che possono favorire tale processo, costituisce un importante punto di riflessione nella ricerca di protocolli terapeutici volti ad ottimizzare il recupero. Gli studi controllati condotti in tal senso non sono ancora elevati, ma i risultati ottenuti lasciano ben presagire, mostrando il verificarsi di processi di riorganizzazione plastica conseguenti a tali applicazioni strumentali, cui si associa un significativo recupero nella produzione linguistica.
Afasia: fenomeni neuroplastici sottostanti il recupero del linguaggio e prospettive di potenziamento degli interventi attuali
TRANCHINA, ANDREA
2022/2023
Abstract
Il seguente elaborato è volto a trattare il disturbo afasico, con l’intento di focalizzarsi sui correlati neurali che sottendono le funzioni linguistiche e il recupero delle stesse a seguito di cerebrolesione acquisita. Partendo dall’analisi delle conoscenze correnti sull’afasia, un’importante considerazione preliminare riguarda le potenzialità di recupero con i trattamenti attuali, che prevedono per lo più un intervento di tipo logopedico, ma le cui possibilità restitutive non sono particolarmente elevate e replicabili e, nei casi più gravi, rischiano di lasciare la persona in uno stato di invalidità marcato. A fronte dell'elevato disagio che tale deficit comporta nelle persone coinvolte, si è voluto approfondire se, in letteratura, esistessero dei metodi alternativi, da affiancare ai trattamenti standard, per favorire il recupero di tale funzione cognitiva ad un livello tale da consentire ai pazienti una vita meno invalidante. A tal proposito, è stato dimostrato che la neuroplasticità cerebrale, che in passato si sosteneva essere prerogativa della sola età evolutiva, si manifesta anche nell’adultità, seppure con meccanismi, tempistiche e portata differenti. Lo stesso recupero spontaneo del linguaggio è sostenuto, infatti, dall’intervento di processi di riorganizzazione plastica a livello dei circuiti cerebrali. La conoscenza di come il cervello riorganizza i suoi network neurali per favorire il processo di guarigione e di come vi siano evidenze, seppure agli albori, dell’impiego di alcune tecniche moderne (quali la stimolazione magnetica transcranica (TMS), il neurofeedback o la stimolazione elettrica transcranica (tDCS)) che possono favorire tale processo, costituisce un importante punto di riflessione nella ricerca di protocolli terapeutici volti ad ottimizzare il recupero. Gli studi controllati condotti in tal senso non sono ancora elevati, ma i risultati ottenuti lasciano ben presagire, mostrando il verificarsi di processi di riorganizzazione plastica conseguenti a tali applicazioni strumentali, cui si associa un significativo recupero nella produzione linguistica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/51535