Il seguente lavoro è volto ad analizzare il contributo che l’oblio, ovvero il mancato recupero dei ricordi dai magazzini di memoria, offre al funzionamento psicologico individuale. Nel primo capitolo viene descritto in modo più approfondito in che modo dimenticare assume un ruolo cruciale per un funzionamento quotidiano adattivo. In seguito verranno analizzati due meccanismi mnestici alla base dell’oblio che permettono di non recuperare determinati ricordi dalla memoria: il RIF (retrieval induced forgetting), che è involontario, misurato attraverso il "paradigma della pratica di recupero", e il SIF (suppression induced forgetting), che invece è volontario, misurato attraverso il "paradigma Think/No Think". Nel secondo capitolo si approfondisce il ruolo svolto dall’oblio in un'ottica più clinica, analizzando il peso che ha il non dimenticare sullo sviluppo e sulla cronicizzazione dei principali disturbi mentali: depressione, ansia, PTSD, abuso di sostanze, ADHD. Infine, nell'ultimo capitolo, vengono analizzati i meccanismi neurobiologici alla base della soppressione dei ricordi, cercando di comprendere quali sono gli aspetti deficitari deputabili ai disturbi clinici descritti. In conclusione, si tornerà all’ambito clinico per sondare quali risvolti ci si può attendere in ambito trattamentale, sulla base delle considerazioni emerse lungo tutto l’arco del testo. Per quanto il senso comune consideri il dimenticare come un errore, in realtà con questo lavoro si vuole dimostrare che l’oblio risulta una caratteristica intrinseca alla nostra memoria tanto quanto il ricordo, che garantisce un funzionale adattamento.
Il valore dell'oblio. Dimenticare può aiutare il benessere psicologico?
PETRIN, FILIPPO
2022/2023
Abstract
Il seguente lavoro è volto ad analizzare il contributo che l’oblio, ovvero il mancato recupero dei ricordi dai magazzini di memoria, offre al funzionamento psicologico individuale. Nel primo capitolo viene descritto in modo più approfondito in che modo dimenticare assume un ruolo cruciale per un funzionamento quotidiano adattivo. In seguito verranno analizzati due meccanismi mnestici alla base dell’oblio che permettono di non recuperare determinati ricordi dalla memoria: il RIF (retrieval induced forgetting), che è involontario, misurato attraverso il "paradigma della pratica di recupero", e il SIF (suppression induced forgetting), che invece è volontario, misurato attraverso il "paradigma Think/No Think". Nel secondo capitolo si approfondisce il ruolo svolto dall’oblio in un'ottica più clinica, analizzando il peso che ha il non dimenticare sullo sviluppo e sulla cronicizzazione dei principali disturbi mentali: depressione, ansia, PTSD, abuso di sostanze, ADHD. Infine, nell'ultimo capitolo, vengono analizzati i meccanismi neurobiologici alla base della soppressione dei ricordi, cercando di comprendere quali sono gli aspetti deficitari deputabili ai disturbi clinici descritti. In conclusione, si tornerà all’ambito clinico per sondare quali risvolti ci si può attendere in ambito trattamentale, sulla base delle considerazioni emerse lungo tutto l’arco del testo. Per quanto il senso comune consideri il dimenticare come un errore, in realtà con questo lavoro si vuole dimostrare che l’oblio risulta una caratteristica intrinseca alla nostra memoria tanto quanto il ricordo, che garantisce un funzionale adattamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/51552