Gli astrociti fanno parte delle cellule gliali e rappresentano una componente essenziale per la sopravvivenza e salute dei neuroni. Molteplici sono le loro funzioni fisiologiche come anche le loro implicazioni in diverse patologie del cervello, incluso il glioblastoma multiforme (GBM). Il GBM è un tumore maligno del sistema nervoso centrale (SNC) tra i più aggressivi, tant’è che dal momento della diagnosi il tempo di vita medio dei pazienti si aggira attorno ai 15 mesi. Purtroppo, l’unica terapia disponibile si tratta di resezione chirurgica del tumore, associata a radioterapia e trattamento con chemioterapici. Risulta impellente, quindi, l’individuazione di nuove terapie e tecniche diagnostiche, sfruttando le proprietà che gli astrociti sono stati scoperti avere nel facilitare lo sviluppo e la progressione tumorale, quando controllati dal GBM stesso. Tra le diverse funzioni degli astrociti, risalta la fagocitosi, un processo coinvolto sia nella plasticità sinaptica, che nel mantenimento dell’omeostasi generale del cervello, ma che può essere alterata e sfruttata dal tumore per favorirne la progressione. In particolare, in questo lavoro, oltre ad investigare le modalità con cui gli astrociti collaborano con il GBM, si proporrà anche un esperimento volto a scoprire le capacità fagocitiche degli astrociti nel contesto della neoplasia, mediante il recettore atipico delle chemochine 3 (ACKR3). Questo offrirebbe sicuramente un input al progresso in campo medico e diagnostico, oltre che nuove conoscenze circa le funzioni che queste cellule possono effettuare.
Ruolo degli astrociti nel microambiente tumorale del Glioblastoma multiforme
MASSARO, SOFIA
2022/2023
Abstract
Gli astrociti fanno parte delle cellule gliali e rappresentano una componente essenziale per la sopravvivenza e salute dei neuroni. Molteplici sono le loro funzioni fisiologiche come anche le loro implicazioni in diverse patologie del cervello, incluso il glioblastoma multiforme (GBM). Il GBM è un tumore maligno del sistema nervoso centrale (SNC) tra i più aggressivi, tant’è che dal momento della diagnosi il tempo di vita medio dei pazienti si aggira attorno ai 15 mesi. Purtroppo, l’unica terapia disponibile si tratta di resezione chirurgica del tumore, associata a radioterapia e trattamento con chemioterapici. Risulta impellente, quindi, l’individuazione di nuove terapie e tecniche diagnostiche, sfruttando le proprietà che gli astrociti sono stati scoperti avere nel facilitare lo sviluppo e la progressione tumorale, quando controllati dal GBM stesso. Tra le diverse funzioni degli astrociti, risalta la fagocitosi, un processo coinvolto sia nella plasticità sinaptica, che nel mantenimento dell’omeostasi generale del cervello, ma che può essere alterata e sfruttata dal tumore per favorirne la progressione. In particolare, in questo lavoro, oltre ad investigare le modalità con cui gli astrociti collaborano con il GBM, si proporrà anche un esperimento volto a scoprire le capacità fagocitiche degli astrociti nel contesto della neoplasia, mediante il recettore atipico delle chemochine 3 (ACKR3). Questo offrirebbe sicuramente un input al progresso in campo medico e diagnostico, oltre che nuove conoscenze circa le funzioni che queste cellule possono effettuare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/51993