L’alimentazione comprende la raccolta, la manipolazione e il consumo del cibo necessario alla nutrizione, ovvero la digestione di alimenti e l’assunzione di nutrienti che assicurino il funzionamento e la salute dell’organismo. Gli alimenti che compongono la dieta devono fornire, oltre ad un adeguato apporto energetico, anche macronutrienti quali carboidrati, proteine e grassi, e micronutrienti come vitamine e minerali. La storia evolutiva umana è stata caratterizzata da significativi cambiamenti alimentari. Dai primi Ominini, separatisi dalle altre scimmie antropomorfe intorno a 8 milioni di anni fa, all’uomo moderno (Homo sapiens), comparso circa 300.000 anni fa, la nostra evoluzione è stata ampiamente influenzata dai mutamenti dell’ambiente e della dieta, in conseguenza dei quali sono intervenuti vari adattamenti genetici alle risorse alimentari disponibili e importanti cambiamenti anatomici e culturali. L’evoluzione bioculturale del genere umano ne ha consentito il successo e l’espansione a livello globale, anche grazie alla plasticità e variabilità della dieta. Per oltre il 99% della propria storia evolutiva, gli esseri umani sono stati cacciatori-raccoglitori. Nel corso del Paleolitico, l’utilizzo di strumenti e poi la cottura dei cibi favorirono l’accesso alle risorse alimentari che hanno permesso la crescita delle dimensioni corporee e soprattutto del cervello. A partire da 12-10.000 anni fa, la rivoluzione agricola e la domesticazione di piante e animali cambiarono per sempre le nostre abitudini alimentari. Oggi, la diffusione di stili di vita sedentari e di regimi alimentari tipicamente “occidentali” rappresentano una sfida cruciale per la salute umana. La ricostruzione di queste transizioni alimentari e più in generale della dieta dei nostri antenati dall’età della pietra all’epoca contemporanea è il frutto della cooperazione tra diverse discipline, come archeologia, antropologia, biochimica, geologia e medicina evoluzionistica. L’approccio tradizionale è rappresentato dallo studio degli scavi archeologici e dei reperti fossili: l’analisi di ossa e denti appartenenti a scheletri della linea evolutiva umana fornisce le informazioni più dirette, mentre archeobotanica e archeozoologia si occupano dei resti di piante e animali. Ad esse si affiancano analisi di tipo molecolare, come il sequenziamento di materiale genetico e l’analisi degli isotopi stabili (Fig. 1). Questa complessa e difficile opera di ricostruzione non è certamente priva di interesse per l’uomo contemporaneo. Infatti, la conoscenza delle abitudini alimentari passate e del contesto ambientale che ha plasmato il nostro genoma è di vitale importanza per la comprensione, la prevenzione e la cura di numerose patologie diffuse al giorno d’oggi.
Adattamenti alimentari nell'evoluzione umana
SCHIVO, MATTEO
2022/2023
Abstract
L’alimentazione comprende la raccolta, la manipolazione e il consumo del cibo necessario alla nutrizione, ovvero la digestione di alimenti e l’assunzione di nutrienti che assicurino il funzionamento e la salute dell’organismo. Gli alimenti che compongono la dieta devono fornire, oltre ad un adeguato apporto energetico, anche macronutrienti quali carboidrati, proteine e grassi, e micronutrienti come vitamine e minerali. La storia evolutiva umana è stata caratterizzata da significativi cambiamenti alimentari. Dai primi Ominini, separatisi dalle altre scimmie antropomorfe intorno a 8 milioni di anni fa, all’uomo moderno (Homo sapiens), comparso circa 300.000 anni fa, la nostra evoluzione è stata ampiamente influenzata dai mutamenti dell’ambiente e della dieta, in conseguenza dei quali sono intervenuti vari adattamenti genetici alle risorse alimentari disponibili e importanti cambiamenti anatomici e culturali. L’evoluzione bioculturale del genere umano ne ha consentito il successo e l’espansione a livello globale, anche grazie alla plasticità e variabilità della dieta. Per oltre il 99% della propria storia evolutiva, gli esseri umani sono stati cacciatori-raccoglitori. Nel corso del Paleolitico, l’utilizzo di strumenti e poi la cottura dei cibi favorirono l’accesso alle risorse alimentari che hanno permesso la crescita delle dimensioni corporee e soprattutto del cervello. A partire da 12-10.000 anni fa, la rivoluzione agricola e la domesticazione di piante e animali cambiarono per sempre le nostre abitudini alimentari. Oggi, la diffusione di stili di vita sedentari e di regimi alimentari tipicamente “occidentali” rappresentano una sfida cruciale per la salute umana. La ricostruzione di queste transizioni alimentari e più in generale della dieta dei nostri antenati dall’età della pietra all’epoca contemporanea è il frutto della cooperazione tra diverse discipline, come archeologia, antropologia, biochimica, geologia e medicina evoluzionistica. L’approccio tradizionale è rappresentato dallo studio degli scavi archeologici e dei reperti fossili: l’analisi di ossa e denti appartenenti a scheletri della linea evolutiva umana fornisce le informazioni più dirette, mentre archeobotanica e archeozoologia si occupano dei resti di piante e animali. Ad esse si affiancano analisi di tipo molecolare, come il sequenziamento di materiale genetico e l’analisi degli isotopi stabili (Fig. 1). Questa complessa e difficile opera di ricostruzione non è certamente priva di interesse per l’uomo contemporaneo. Infatti, la conoscenza delle abitudini alimentari passate e del contesto ambientale che ha plasmato il nostro genoma è di vitale importanza per la comprensione, la prevenzione e la cura di numerose patologie diffuse al giorno d’oggi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/52042