Lo scopo che sottende questo lavoro è stata l’elaborazione di un’analisi volta a comprendere se le criptovalute possono essere considerate un bene sicuro paragonabile ad un bene rifugio. Il percorso argomentativo – come si illustrerà di seguito – parte dalla definizione di criptovalute, transita all'interno della loro genesi, sviluppo ed impatto con il mondo finanziario tradizionale. Il mercato delle criptovalute è nuovo, nato nel 2008; pochi sono gli aspetti conosciuti e la sua fama è ancora più recente, essendo diventato un “caso” tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, quando i volumi di scambi si sono moltiplicati. Le criptovalute introducono un nuovo tipo di sistemi di pagamento virtuale, che non richiede la presenza di un intermediario finanziario e poggiano su un nuovo tipo di tecnologia che permette di trasferire denaro senza impalcature finanziarie codificate e strutturate: blockchain. Tale mercato non detiene una regolamentazione adeguata, infatti per molto tempo le criptovalute sono state utilizzate come metodo di pagamento per azioni non legali (ad es. pump and dump) e ciò ha comportato che esse vengano associate al mondo dell’illegalità e circondate da un alone negativo. Questi aspetti hanno comportato un aumento della volatilità delle criptovalute, il cui valore è soggetto a numerose e ampie fluttuazioni, che sono dovute in parte anche alle news di mercato: la mancanza di regolamentazione rende questo mercato particolarmente sensibile alle fake news, le quali possono incidere pesantemente sul loro prezzo. Quando gli investitori hanno percepito la pericolosità e l’instabilità, si è provato a creare delle nuove tipologie di monete virtuali, più stabili, ancorate a un bene sicuro, come il dollaro americano: le stablecoin. Tuttavia, anche se ancorate a un bene non volatile, anch’esse si sono dimostrate essere particolarmente pericolose. Ne è uno degli esempi più eclatanti la crisi dello stablecoin Terra (Luna). L'argomentazione si è poi sviluppata nella disamina dei principali eventi che hanno inciso nel mondo delle criptovalute: la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e le dichiarazioni di Elon Musk. Durante i primi due eventi le criptovalute sono state paragonate all’oro, o lo hanno addirittura sostituito. Per questo si è proceduto a svolgere un’analisi empirica delle serie storiche delle due principali criptovalute: ethereum e bitcoin. Successivamente sono state messe in relazione ai due principali strumenti finanziari utilizzati come bene rifugio, ovvero l’oro e i titoli di stato. La sintesi ha evidenziato e permesso di constatare che le criptovalute detengono una rischiosità tale da non poter essere considerate un bene rifugio. Si è andato a paragonare l’andamento delle criptovalute rispetto al movimento dei titoli azionari, come il Nasdaq, ma risultano decisamente più instabili e presentano fluttuazioni esponenzialmente più rischiose. Si è proceduto ad un’analisi relativa alle notizie dei mass media che hanno condizionato il loro mercato, con particolare riferimento alle quattro fluttuazioni più eclatanti registrate dal bitcoin. In conclusione, sulla base di questo studio, l’analisi dei dati e i relativi risultati hanno messo in evidenza che le criptovalute non possono essere classificate al pari di un bene rifugio ma, ad oggi, risultano essere un semplice bene speculativo.

La nuova scommessa del mercato finanziario: le Criptovalute

POLAZZON, ELISA
2022/2023

Abstract

Lo scopo che sottende questo lavoro è stata l’elaborazione di un’analisi volta a comprendere se le criptovalute possono essere considerate un bene sicuro paragonabile ad un bene rifugio. Il percorso argomentativo – come si illustrerà di seguito – parte dalla definizione di criptovalute, transita all'interno della loro genesi, sviluppo ed impatto con il mondo finanziario tradizionale. Il mercato delle criptovalute è nuovo, nato nel 2008; pochi sono gli aspetti conosciuti e la sua fama è ancora più recente, essendo diventato un “caso” tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, quando i volumi di scambi si sono moltiplicati. Le criptovalute introducono un nuovo tipo di sistemi di pagamento virtuale, che non richiede la presenza di un intermediario finanziario e poggiano su un nuovo tipo di tecnologia che permette di trasferire denaro senza impalcature finanziarie codificate e strutturate: blockchain. Tale mercato non detiene una regolamentazione adeguata, infatti per molto tempo le criptovalute sono state utilizzate come metodo di pagamento per azioni non legali (ad es. pump and dump) e ciò ha comportato che esse vengano associate al mondo dell’illegalità e circondate da un alone negativo. Questi aspetti hanno comportato un aumento della volatilità delle criptovalute, il cui valore è soggetto a numerose e ampie fluttuazioni, che sono dovute in parte anche alle news di mercato: la mancanza di regolamentazione rende questo mercato particolarmente sensibile alle fake news, le quali possono incidere pesantemente sul loro prezzo. Quando gli investitori hanno percepito la pericolosità e l’instabilità, si è provato a creare delle nuove tipologie di monete virtuali, più stabili, ancorate a un bene sicuro, come il dollaro americano: le stablecoin. Tuttavia, anche se ancorate a un bene non volatile, anch’esse si sono dimostrate essere particolarmente pericolose. Ne è uno degli esempi più eclatanti la crisi dello stablecoin Terra (Luna). L'argomentazione si è poi sviluppata nella disamina dei principali eventi che hanno inciso nel mondo delle criptovalute: la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e le dichiarazioni di Elon Musk. Durante i primi due eventi le criptovalute sono state paragonate all’oro, o lo hanno addirittura sostituito. Per questo si è proceduto a svolgere un’analisi empirica delle serie storiche delle due principali criptovalute: ethereum e bitcoin. Successivamente sono state messe in relazione ai due principali strumenti finanziari utilizzati come bene rifugio, ovvero l’oro e i titoli di stato. La sintesi ha evidenziato e permesso di constatare che le criptovalute detengono una rischiosità tale da non poter essere considerate un bene rifugio. Si è andato a paragonare l’andamento delle criptovalute rispetto al movimento dei titoli azionari, come il Nasdaq, ma risultano decisamente più instabili e presentano fluttuazioni esponenzialmente più rischiose. Si è proceduto ad un’analisi relativa alle notizie dei mass media che hanno condizionato il loro mercato, con particolare riferimento alle quattro fluttuazioni più eclatanti registrate dal bitcoin. In conclusione, sulla base di questo studio, l’analisi dei dati e i relativi risultati hanno messo in evidenza che le criptovalute non possono essere classificate al pari di un bene rifugio ma, ad oggi, risultano essere un semplice bene speculativo.
2022
The new financial market bet: cryptocurrencies
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/52457