A partire dagli inizi del ventesimo secolo, il processo di sostituzione dell'illuminazione a gas a vantaggio dell'illuminazione elettrica segnò l'inizio della diffusione su vasta scala dell'elettricità come una delle principali fonti di energia. Questo passaggio segnò una trasformazione significativa nella vita quotidiana delle persone e nell'evoluzione della società industriale. Con i successivi sviluppi, l’uso dell’elettricità si espanse ben oltre la sola illuminazione. Questo ampliamento dell'uso dell'elettricità portò alla crescita delle reti elettriche e alla costruzione di centrali elettriche per soddisfare la crescente domanda di energia. A partire dal 1996, l’Unione Europea ha approvato diverse direttive volte a favorire la libera concorrenza sui mercati nazionali di gas ed energia che, fino a quel momento, erano oggetto di monopolio di stato in tutti i paesi membri. Più recentemente, a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina, l’aumento dei prezzi dei beni energetici ha dato inizio a un dibattito tra i rappresentanti dei paesi membri sull’adeguatezza dell’attuale mercato dell’energia. Nella stragrande maggioranza delle sessioni di scambio viene infatti applicato il cosiddetto “pay-as-clear”, metodo di remunerazione delle offerte che prevede che ogni unità di energia scambiata venga remunerata al prezzo di scambio corrisposto per l’ultima unità di energia necessaria a soddisfare la domanda, detta unità marginale, normalmente prodotta utilizzando il gas come fonte. L’aumento del prezzo del gas, causato dalle riduzioni delle forniture da parte della Russia e ancora largamente utilizzato in Europa per la produzione di elettricità, ha dunque avuto un duplice effetto sul mercato dell’energia elettrica. Dal lato della domanda, i consumatori finali si sono trovati ad affrontare un notevole aumento in bolletta del prezzo dell’energia. Dal lato dell’offerta, invece, i produttori da impianti detti infra-marginali (come quelli che producono energia da fonti rinnovabili), la cui energia prodotta presenta costi marginali inferiori rispetto a quelle prodotte dal gas, hanno potuto beneficiare di rendite maggiori proprio grazie al particolare sistema di formazione dei prezzi e al già citato aumento del prezzo del gas. Alla luce di queste dinamiche, sono emerse perplessità riguardo all'adeguatezza del “system marginal price” attualmente in uso. L’elaborato ha come obiettivo l’analisi di costi e benefici derivanti dalla separazione del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Oggetto di questa analisi saranno le misure adottate sui mercati all’ingrosso di gas ed energia da parte dell’UE e la proposta, avanzata in sede europea, di “decoupling”, ossia di separazione tra prezzo di gas ed energia rinnovabile attraverso la creazione di due borse elettriche distinte, una riservata agli impianti che producono da fonti rinnovabili e l’altra a quelli che utilizzano combustibili fossili. Il primo capitolo tratterà le peculiarità che distinguono la domanda e l’offerta di energia da quelle di altri beni. Nel secondo capitolo verrà descritto l’attuale mercato dell’energia in Italia, la sua liberalizzazione avvenuta a inizio secolo, i soggetti coinvolti nel corretto funzionamento del sistema elettrico, le zone di mercato, la formazione del Prezzo Unico Nazionale (PUN) e le varie sessioni durante le quali avvengono gli scambi. Nel terzo e ultimo capitolo, dopo aver introdotto le ragioni alla base degli aumenti dei prezzi di gas ed energia, l’attenzione volgerà prima sui pregi e i limiti del “system marginal price”, poi sulle misure adottate dall’UE contro l’aumento dei prezzi dei beni energetici (tetto alle rendite infra-marginali e “Gas Price Cap”) e infine sui potenziali costi e benefici che deriverebbero dal decoupling attraverso la divisione della borsa elettrica in due borse distinte.

Il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. È la soluzione?

LOPARCO, EMMANUEL
2022/2023

Abstract

A partire dagli inizi del ventesimo secolo, il processo di sostituzione dell'illuminazione a gas a vantaggio dell'illuminazione elettrica segnò l'inizio della diffusione su vasta scala dell'elettricità come una delle principali fonti di energia. Questo passaggio segnò una trasformazione significativa nella vita quotidiana delle persone e nell'evoluzione della società industriale. Con i successivi sviluppi, l’uso dell’elettricità si espanse ben oltre la sola illuminazione. Questo ampliamento dell'uso dell'elettricità portò alla crescita delle reti elettriche e alla costruzione di centrali elettriche per soddisfare la crescente domanda di energia. A partire dal 1996, l’Unione Europea ha approvato diverse direttive volte a favorire la libera concorrenza sui mercati nazionali di gas ed energia che, fino a quel momento, erano oggetto di monopolio di stato in tutti i paesi membri. Più recentemente, a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina, l’aumento dei prezzi dei beni energetici ha dato inizio a un dibattito tra i rappresentanti dei paesi membri sull’adeguatezza dell’attuale mercato dell’energia. Nella stragrande maggioranza delle sessioni di scambio viene infatti applicato il cosiddetto “pay-as-clear”, metodo di remunerazione delle offerte che prevede che ogni unità di energia scambiata venga remunerata al prezzo di scambio corrisposto per l’ultima unità di energia necessaria a soddisfare la domanda, detta unità marginale, normalmente prodotta utilizzando il gas come fonte. L’aumento del prezzo del gas, causato dalle riduzioni delle forniture da parte della Russia e ancora largamente utilizzato in Europa per la produzione di elettricità, ha dunque avuto un duplice effetto sul mercato dell’energia elettrica. Dal lato della domanda, i consumatori finali si sono trovati ad affrontare un notevole aumento in bolletta del prezzo dell’energia. Dal lato dell’offerta, invece, i produttori da impianti detti infra-marginali (come quelli che producono energia da fonti rinnovabili), la cui energia prodotta presenta costi marginali inferiori rispetto a quelle prodotte dal gas, hanno potuto beneficiare di rendite maggiori proprio grazie al particolare sistema di formazione dei prezzi e al già citato aumento del prezzo del gas. Alla luce di queste dinamiche, sono emerse perplessità riguardo all'adeguatezza del “system marginal price” attualmente in uso. L’elaborato ha come obiettivo l’analisi di costi e benefici derivanti dalla separazione del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Oggetto di questa analisi saranno le misure adottate sui mercati all’ingrosso di gas ed energia da parte dell’UE e la proposta, avanzata in sede europea, di “decoupling”, ossia di separazione tra prezzo di gas ed energia rinnovabile attraverso la creazione di due borse elettriche distinte, una riservata agli impianti che producono da fonti rinnovabili e l’altra a quelli che utilizzano combustibili fossili. Il primo capitolo tratterà le peculiarità che distinguono la domanda e l’offerta di energia da quelle di altri beni. Nel secondo capitolo verrà descritto l’attuale mercato dell’energia in Italia, la sua liberalizzazione avvenuta a inizio secolo, i soggetti coinvolti nel corretto funzionamento del sistema elettrico, le zone di mercato, la formazione del Prezzo Unico Nazionale (PUN) e le varie sessioni durante le quali avvengono gli scambi. Nel terzo e ultimo capitolo, dopo aver introdotto le ragioni alla base degli aumenti dei prezzi di gas ed energia, l’attenzione volgerà prima sui pregi e i limiti del “system marginal price”, poi sulle misure adottate dall’UE contro l’aumento dei prezzi dei beni energetici (tetto alle rendite infra-marginali e “Gas Price Cap”) e infine sui potenziali costi e benefici che deriverebbero dal decoupling attraverso la divisione della borsa elettrica in due borse distinte.
2022
The decoupling of gas prices and renewable energy generation. Is this the solution?
Energia
Mercato
Separazione
Rinnovabili
Decoupling
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/53613