The Little Ice Age was a period of global cooling placed between the 13th and 19th centuries, associated with advancing glaciers in major mountain ranges and freezing of lakes, rivers and seas, especially in the Northern Hemisphere. This period, preceded by the Medieval Climatic Optimum and succeeded by the global warming of the 21st century, was mainly influenced by a combination of natural events: decreased solar activity, increased volcanic activity and decreased thermohaline circulation. Volcanic activity, the main subject of this thesis, can change the Earth's climate for time intervals that could range from a few days to years or even centuries. If the magnitude is greater than 4 on the VEI scale, volcanic eruptions cause the formation of stratospheric aerosol clouds that absorb solar radiation and decrease the amount of solar energy reaching Earth. Consequently, a concatenation of colossal volcanic eruptions can result in a very prolonged planet-wide cooling, as happened in the case of the Little Ice Age. In fact, this cooling period coincides with a series of very closely spaced eruptions that began with the Reykjanes and Samalas volcanoes in 1226 and 1257, respectively, and continued with the Quilotoa volcano in 1280. In addition, the great Kuwae explosion, with an amount of aerosols exceeding even the Tambora eruption of 1815, may have contributed to the triggering of the Spörer Minimum, dated between 1420 and 1550. Subsequently, a series of more or less intense volcanic eruptions that followed during the 17th century led to the maintenance of below-average temperatures. After a slight rise in temperatures caused by a decrease in volcanic activity in the 18th century, two more strong volcanic explosions, generated by the Laki and Tambora volcanoes, led to the triggering of the last cold phase of the Little Ice Age.

La Piccola Era Glaciale è un periodo di raffreddamento globale collocato tra il XIII e il XIX secolo, associato ad un avanzamento dei ghiacciai nelle principali catene montuose e al congelamento di laghi, fiumi e mari, in particolar modo nell’emisfero boreale. Questo periodo, preceduto dall’Optimum Climatico Medievale e susseguito dal riscaldamento globale del XXI secolo, è stato influenzato principalmente da una combinazione di eventi naturali: la diminuzione dell’attività solare, l’aumento dell’attività vulcanica e la diminuzione della circolazione termoalina. L’attività vulcanica, soggetto principale di questa tesi, è in grado di modificare il clima terrestre per intervalli temporali che possono andare da qualche giorno ad anni o addirittura secoli. Se di entità superiore a 4 sulla scala VEI, le eruzioni vulcaniche causano la formazione di nubi di aerosol stratosferico che assorbono la radiazione solare e diminuiscono l’ammontare di energia solare che arriva alla Terra. Di conseguenza, una concatenazione di eruzioni vulcaniche colossali può provocare un raffreddamento a livello planetario molto prolungato, come accadde nel caso della Piccola Era Glaciale. Questo periodo di raffreddamento, infatti, coincide con una serie di eruzioni molto ravvicinate tra loro iniziate con i vulcani Reykjanes e Samalas, rispettivamente nel 1226 e nel 1257 e continuate con il vulcano Quilotoa, nel 1280. Inoltre, la grande esplosione del Kuwae, con una quantità di aerosol superiore anche all’eruzione del Tambora del 1815, potrebbe aver contribuito all’innesco del Minimo di Spörer, datato tra il 1420 e il 1550. Successivamente, una serie di eruzioni vulcaniche più o meno intense, susseguitesi nel corso del XVII secolo, portò al mantenimento delle temperature al di sotto della media. Dopo un leggero rialzo delle temperature causate da una diminuzione dell’attività vulcanica nel XVIII secolo, altre due forti esplosioni vulcaniche, generate dai vulcani Laki e Tambora, portarono all’innesco dell’ultima fase fredda della Piccola Era Glaciale.

Piccola Era Glaciale e attività vulcanica: interazioni, cause e conseguenze.

BETTELLA, GIADA
2022/2023

Abstract

The Little Ice Age was a period of global cooling placed between the 13th and 19th centuries, associated with advancing glaciers in major mountain ranges and freezing of lakes, rivers and seas, especially in the Northern Hemisphere. This period, preceded by the Medieval Climatic Optimum and succeeded by the global warming of the 21st century, was mainly influenced by a combination of natural events: decreased solar activity, increased volcanic activity and decreased thermohaline circulation. Volcanic activity, the main subject of this thesis, can change the Earth's climate for time intervals that could range from a few days to years or even centuries. If the magnitude is greater than 4 on the VEI scale, volcanic eruptions cause the formation of stratospheric aerosol clouds that absorb solar radiation and decrease the amount of solar energy reaching Earth. Consequently, a concatenation of colossal volcanic eruptions can result in a very prolonged planet-wide cooling, as happened in the case of the Little Ice Age. In fact, this cooling period coincides with a series of very closely spaced eruptions that began with the Reykjanes and Samalas volcanoes in 1226 and 1257, respectively, and continued with the Quilotoa volcano in 1280. In addition, the great Kuwae explosion, with an amount of aerosols exceeding even the Tambora eruption of 1815, may have contributed to the triggering of the Spörer Minimum, dated between 1420 and 1550. Subsequently, a series of more or less intense volcanic eruptions that followed during the 17th century led to the maintenance of below-average temperatures. After a slight rise in temperatures caused by a decrease in volcanic activity in the 18th century, two more strong volcanic explosions, generated by the Laki and Tambora volcanoes, led to the triggering of the last cold phase of the Little Ice Age.
2022
Little Ice Age and volcanic activity: interactions, causes and consequences.
La Piccola Era Glaciale è un periodo di raffreddamento globale collocato tra il XIII e il XIX secolo, associato ad un avanzamento dei ghiacciai nelle principali catene montuose e al congelamento di laghi, fiumi e mari, in particolar modo nell’emisfero boreale. Questo periodo, preceduto dall’Optimum Climatico Medievale e susseguito dal riscaldamento globale del XXI secolo, è stato influenzato principalmente da una combinazione di eventi naturali: la diminuzione dell’attività solare, l’aumento dell’attività vulcanica e la diminuzione della circolazione termoalina. L’attività vulcanica, soggetto principale di questa tesi, è in grado di modificare il clima terrestre per intervalli temporali che possono andare da qualche giorno ad anni o addirittura secoli. Se di entità superiore a 4 sulla scala VEI, le eruzioni vulcaniche causano la formazione di nubi di aerosol stratosferico che assorbono la radiazione solare e diminuiscono l’ammontare di energia solare che arriva alla Terra. Di conseguenza, una concatenazione di eruzioni vulcaniche colossali può provocare un raffreddamento a livello planetario molto prolungato, come accadde nel caso della Piccola Era Glaciale. Questo periodo di raffreddamento, infatti, coincide con una serie di eruzioni molto ravvicinate tra loro iniziate con i vulcani Reykjanes e Samalas, rispettivamente nel 1226 e nel 1257 e continuate con il vulcano Quilotoa, nel 1280. Inoltre, la grande esplosione del Kuwae, con una quantità di aerosol superiore anche all’eruzione del Tambora del 1815, potrebbe aver contribuito all’innesco del Minimo di Spörer, datato tra il 1420 e il 1550. Successivamente, una serie di eruzioni vulcaniche più o meno intense, susseguitesi nel corso del XVII secolo, portò al mantenimento delle temperature al di sotto della media. Dopo un leggero rialzo delle temperature causate da una diminuzione dell’attività vulcanica nel XVIII secolo, altre due forti esplosioni vulcaniche, generate dai vulcani Laki e Tambora, portarono all’innesco dell’ultima fase fredda della Piccola Era Glaciale.
Vulcanismo
Piccola Era Glaciale
Clima
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/54086