According to Richardson (2013), the interaction between soil and vegetation plays a central role in forests' long-term development. Forests in the Italian Alps are characterized by the typical vegetation of beech and Norway Spruce. It’s interesting to compare these two representative ecosystems to understand the different interactions between microbe communities and physicochemical proprieties of soils. In the premises, we made the logical steps to link the “plant factor” to vegetation and microorganisms, which are the main actors of biogeochemical soil processes. Studying the abundance of microorganisms such as bacteria and fungi, which have a key role in the nutrient cycle and in SOM (Soil Organic Matter) degradation, means understanding the microbial dynamics of a substrate. This work can also have an application in an agricultural context, while in farmlands microbial activity is controlled by agronomic techniques and fertilizers, in forest ecosystems it depends on the size and speed of S.O.M degradation. In this regard, particular attention is given to the activity of the organisms involved in the nitrogen cycle in the premises. Samples, collected in Passo Croce d’Aune in the Dolomiti Bellunesi National Park, have been tested both from a chemical and a biological point of view through Real Time qPCR technique. The statistical studies of the obtained results let us mark important differences and relationships between the activity of these microorganisms and the chemical features of the two different sites. However, these outcomes underscore a more significant and noticeable diversity in dissimilar soil horizons than in substrates characterized by different vegetation.

Secondo gli studi di Richardson (2013), l’interazione tra la componente del suolo e quella vegetale ha un ruolo fondamentale nello sviluppo a lungo termine dei popolamenti forestali. I boschi italiani dell’arco alpino sono caratterizzati in larga parte da una copertura forestale costituita da faggeta e pecceta. Può essere interessante confrontare questi due sistemi forestali tipici del territorio montano italiano, nell’ottica di comprenderne le differenze microbiologiche, con l'obbiettivo di evidenziare nei due sistemi vegetali, la diversa relazione tra attività microbica e gli altri fattori, anche chimici, che caratterizzano i due distinti substrati. Nelle premesse si sono effettuati i passaggi logici, riassunti brevemente di seguito, necessari a collegare la vegetazione, il suolo e i microrganismi in quanto attori dei principali processi biogeochimici che coinvolgono la pedosfera. Avendo organismi, come funghi e batteri, un ruolo centrale nei cicli dei nutrienti e nella degradazione della materia organica, determinarne l’abbondanza significa capire l’andamento di questi processi nei due diversi ambienti. La comprensione della ricchezza di suoli forestali a livello biologico ricopre anche un’importanza considerevole intendendola come strumento di comparazione a situazioni prettamente agrarie. Infatti, mentre i terreni coltivati sono controllati da lavorazioni, distribuzione di fertilizzanti e altre tecniche colturali, la fertilità dei terreni naturali, in particolare forestali, è controllata dalla velocità e dall’entità dei processi che regolano la decomposizione della S.O. (Sostanza Organica) nel substrato (Dibona, 1984, p. 4). A questo proposito nelle premesse viene analizzata con particolare attenzione l’attività degli organismi coinvolti nel ciclo dell’azoto. I campionamenti, effettuati presso la località di passo Croce d’Aune nel parco delle Dolomiti Bellunesi, sono stati esaminati sia da un punto di vista chimico, sia grazie all’analisi del DNA tramite la Real Time qPCR e l’utilizzo di alcuni geni funzionali. Studiare i risultati ottenuti dalle suddette analisi ha permesso di evidenziare differenze ma anche relazioni, dirette e indirette, tra l’attività di questi organismi e le caratteristiche chimiche nei due distinti contesti. Questi esiti hanno anche evidenziato però come sia più significativa e riscontrabile una eterogeneità tra i vari orizzonti del suolo piuttosto che tra substrati caratterizzati da diversa vegetazione.

Quantificazione mediante Real Time PCR di geni fungini e batterici in suoli a faggeta e pecceta del Parco delle Dolomiti Bellunesi

ZINATO, FRANCESCO
2022/2023

Abstract

According to Richardson (2013), the interaction between soil and vegetation plays a central role in forests' long-term development. Forests in the Italian Alps are characterized by the typical vegetation of beech and Norway Spruce. It’s interesting to compare these two representative ecosystems to understand the different interactions between microbe communities and physicochemical proprieties of soils. In the premises, we made the logical steps to link the “plant factor” to vegetation and microorganisms, which are the main actors of biogeochemical soil processes. Studying the abundance of microorganisms such as bacteria and fungi, which have a key role in the nutrient cycle and in SOM (Soil Organic Matter) degradation, means understanding the microbial dynamics of a substrate. This work can also have an application in an agricultural context, while in farmlands microbial activity is controlled by agronomic techniques and fertilizers, in forest ecosystems it depends on the size and speed of S.O.M degradation. In this regard, particular attention is given to the activity of the organisms involved in the nitrogen cycle in the premises. Samples, collected in Passo Croce d’Aune in the Dolomiti Bellunesi National Park, have been tested both from a chemical and a biological point of view through Real Time qPCR technique. The statistical studies of the obtained results let us mark important differences and relationships between the activity of these microorganisms and the chemical features of the two different sites. However, these outcomes underscore a more significant and noticeable diversity in dissimilar soil horizons than in substrates characterized by different vegetation.
2022
Quantification by Real Time PCR of fungal and bacterial genes in beech and spruce soils of the Belluno Dolomites Park
Secondo gli studi di Richardson (2013), l’interazione tra la componente del suolo e quella vegetale ha un ruolo fondamentale nello sviluppo a lungo termine dei popolamenti forestali. I boschi italiani dell’arco alpino sono caratterizzati in larga parte da una copertura forestale costituita da faggeta e pecceta. Può essere interessante confrontare questi due sistemi forestali tipici del territorio montano italiano, nell’ottica di comprenderne le differenze microbiologiche, con l'obbiettivo di evidenziare nei due sistemi vegetali, la diversa relazione tra attività microbica e gli altri fattori, anche chimici, che caratterizzano i due distinti substrati. Nelle premesse si sono effettuati i passaggi logici, riassunti brevemente di seguito, necessari a collegare la vegetazione, il suolo e i microrganismi in quanto attori dei principali processi biogeochimici che coinvolgono la pedosfera. Avendo organismi, come funghi e batteri, un ruolo centrale nei cicli dei nutrienti e nella degradazione della materia organica, determinarne l’abbondanza significa capire l’andamento di questi processi nei due diversi ambienti. La comprensione della ricchezza di suoli forestali a livello biologico ricopre anche un’importanza considerevole intendendola come strumento di comparazione a situazioni prettamente agrarie. Infatti, mentre i terreni coltivati sono controllati da lavorazioni, distribuzione di fertilizzanti e altre tecniche colturali, la fertilità dei terreni naturali, in particolare forestali, è controllata dalla velocità e dall’entità dei processi che regolano la decomposizione della S.O. (Sostanza Organica) nel substrato (Dibona, 1984, p. 4). A questo proposito nelle premesse viene analizzata con particolare attenzione l’attività degli organismi coinvolti nel ciclo dell’azoto. I campionamenti, effettuati presso la località di passo Croce d’Aune nel parco delle Dolomiti Bellunesi, sono stati esaminati sia da un punto di vista chimico, sia grazie all’analisi del DNA tramite la Real Time qPCR e l’utilizzo di alcuni geni funzionali. Studiare i risultati ottenuti dalle suddette analisi ha permesso di evidenziare differenze ma anche relazioni, dirette e indirette, tra l’attività di questi organismi e le caratteristiche chimiche nei due distinti contesti. Questi esiti hanno anche evidenziato però come sia più significativa e riscontrabile una eterogeneità tra i vari orizzonti del suolo piuttosto che tra substrati caratterizzati da diversa vegetazione.
Real Time PCR
Geni fungini
Geni batterici
Copertura vegetale
Dolomiti bellunesi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/54107