Il lavoro esamina i Topica, l’ultima opera retorica di Cicerone, scritta nel 44 a.C. Questo studio è nato dalla volontà di riscoprire una parte della retorica ancora poco indagata, vale a dire il locus argomentativo. Esso è definito come “la fonte da cui provengono gli argomenti”; i vari loci erano impiegati nella fase di inventio per facilitare l’attività creativa dell’oratore, il cui primo ufficio consiste nel reperimento delle prove e dei ragionamenti persuasivi. Prima di affrontare il testo dei Topica, se ne è descritto il contesto, ricorrendo alla letteratura scientifica moderna e alla lettura critica dei testi antichi. Il risultato dell’indagine è ancora parziale; alcuni ostacoli interpretativi sono stati superati grazie al commento di Boezio, il In Ciceronis Topica, tuttavia questa è una fonte posteriore e non è chiaro quanto Boezio fosse consapevole del retroterra filosofico di Cicerone. Per giunta vi sono sezioni dell’opera ciceroniana sconosciute a Boezio; in questi passi è stato necessario affidarsi soprattutto al ragionamento e al confronto intertestuale. Oltre ad alcuni interrogativi ancora insoluti, persiste l’affascinante quesito sul rapporto che si potrebbe instaurare tra i loci, cioè le fonti dei ragionamenti umani, e gli studi più all’avanguardia del nostro tempo, come le emergenti scienze cognitive e le produzioni di testi tramite l’intelligenza artificiale.
Maestri e Allievi dei Topica di Cicerone
ZANCANARO, ANDREA LUPO
2022/2023
Abstract
Il lavoro esamina i Topica, l’ultima opera retorica di Cicerone, scritta nel 44 a.C. Questo studio è nato dalla volontà di riscoprire una parte della retorica ancora poco indagata, vale a dire il locus argomentativo. Esso è definito come “la fonte da cui provengono gli argomenti”; i vari loci erano impiegati nella fase di inventio per facilitare l’attività creativa dell’oratore, il cui primo ufficio consiste nel reperimento delle prove e dei ragionamenti persuasivi. Prima di affrontare il testo dei Topica, se ne è descritto il contesto, ricorrendo alla letteratura scientifica moderna e alla lettura critica dei testi antichi. Il risultato dell’indagine è ancora parziale; alcuni ostacoli interpretativi sono stati superati grazie al commento di Boezio, il In Ciceronis Topica, tuttavia questa è una fonte posteriore e non è chiaro quanto Boezio fosse consapevole del retroterra filosofico di Cicerone. Per giunta vi sono sezioni dell’opera ciceroniana sconosciute a Boezio; in questi passi è stato necessario affidarsi soprattutto al ragionamento e al confronto intertestuale. Oltre ad alcuni interrogativi ancora insoluti, persiste l’affascinante quesito sul rapporto che si potrebbe instaurare tra i loci, cioè le fonti dei ragionamenti umani, e gli studi più all’avanguardia del nostro tempo, come le emergenti scienze cognitive e le produzioni di testi tramite l’intelligenza artificiale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/54335