Nei primi mesi dell’anno è stata fortemente centrale la questione dell’autonomia regionale per il riconoscimento alle Regioni richiedenti di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116 Cost. comma 3 (e il suddetto d.d.l. Calderoli). Nella fattispecie, l’attuale Governo di centrodestra si rivela favorevole al riconoscimento di suddetta autonomia, assieme a ulteriori partiti di diversa matrice e Governatori regionali che durante le sedute della Conferenza Stato-Regioni hanno espresso il proprio consenso verso una soluzione affermativa. C’è ovviamente chi si oppone a tale soluzione ritenendo che una mossa tale possa rivelarsi catastrofica, aggravando lo storico gap infrastrutturale Nord-Sud e, sebbene potrebbe eventualmente apportare una correlata e maggiore efficienza ed efficacia nella realizzazione e nell’erogazione di servizi per i propri cittadini, potrebbe tradursi in una vera e propria causa di sottrazione di risorse finanziarie alla collettività nazionale, incrementando le rotture sociali e la disarticolazione di servizi. I benefici sostanziali di cui suddetti cittadini residenti godrebbero sarebbero, quindi, solamente temporanei poiché gli effetti negativi ricadrebbero successivamente anche in queste regioni. Dopo questa contestualizzazione, lo studio di questa tesi si propone di dimostrare gli effetti dell’autonomia differenziata e quanto una riforma in questo ambito possa alterare e incrementare la diversità che già sussiste tra le Regioni italiane. La tesi si strutturerà così: 1. Introduzione: Contestualizzazione del concetto di autonomia differenziata e della sua importanza nel dibattito politico contemporaneo e descrizione dell’obiettivo della tesi. 2. Che cos’è l’autonomia differenziata, quali sono le posizioni dei partiti. Discussione delle sfide e dei potenziali rischi legati all'attribuzione di un'autonomia differenziata, come la coesione territoriale, la frammentazione politica. 3. Il caso del d.d.l. Calderoli in materia di sanità pubblica: di cosa si tratta e quali sono le modalità di attuazione. 4. Effetti della sua attuazione, includendo anche il settore privato; pro e contro e cosa cambia nell’esercizio delle materie previste dal suddetto disegno di legge. 5. Conclusioni: accentuazione gap infrastrutturale Nord-Sud, impraticabilità nel lungo periodo, aumento spesa pubblica e tasse a carico dei cittadini, effetti negativi impattano anche su Regioni non richiedenti.

Autonomia differenziata e sanità: scenari e implicazioni

GIOVENCO, SARA
2022/2023

Abstract

Nei primi mesi dell’anno è stata fortemente centrale la questione dell’autonomia regionale per il riconoscimento alle Regioni richiedenti di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116 Cost. comma 3 (e il suddetto d.d.l. Calderoli). Nella fattispecie, l’attuale Governo di centrodestra si rivela favorevole al riconoscimento di suddetta autonomia, assieme a ulteriori partiti di diversa matrice e Governatori regionali che durante le sedute della Conferenza Stato-Regioni hanno espresso il proprio consenso verso una soluzione affermativa. C’è ovviamente chi si oppone a tale soluzione ritenendo che una mossa tale possa rivelarsi catastrofica, aggravando lo storico gap infrastrutturale Nord-Sud e, sebbene potrebbe eventualmente apportare una correlata e maggiore efficienza ed efficacia nella realizzazione e nell’erogazione di servizi per i propri cittadini, potrebbe tradursi in una vera e propria causa di sottrazione di risorse finanziarie alla collettività nazionale, incrementando le rotture sociali e la disarticolazione di servizi. I benefici sostanziali di cui suddetti cittadini residenti godrebbero sarebbero, quindi, solamente temporanei poiché gli effetti negativi ricadrebbero successivamente anche in queste regioni. Dopo questa contestualizzazione, lo studio di questa tesi si propone di dimostrare gli effetti dell’autonomia differenziata e quanto una riforma in questo ambito possa alterare e incrementare la diversità che già sussiste tra le Regioni italiane. La tesi si strutturerà così: 1. Introduzione: Contestualizzazione del concetto di autonomia differenziata e della sua importanza nel dibattito politico contemporaneo e descrizione dell’obiettivo della tesi. 2. Che cos’è l’autonomia differenziata, quali sono le posizioni dei partiti. Discussione delle sfide e dei potenziali rischi legati all'attribuzione di un'autonomia differenziata, come la coesione territoriale, la frammentazione politica. 3. Il caso del d.d.l. Calderoli in materia di sanità pubblica: di cosa si tratta e quali sono le modalità di attuazione. 4. Effetti della sua attuazione, includendo anche il settore privato; pro e contro e cosa cambia nell’esercizio delle materie previste dal suddetto disegno di legge. 5. Conclusioni: accentuazione gap infrastrutturale Nord-Sud, impraticabilità nel lungo periodo, aumento spesa pubblica e tasse a carico dei cittadini, effetti negativi impattano anche su Regioni non richiedenti.
2022
Regional autonomy and public health: scenarios and implications
Autonomia
Regioni
Sanità pubblica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/54953