Il 16 marzo 2022, la Corte internazionale di giustizia ha adottato un’ordinanza cautelare, in seguito al procedimento che l’Ucraina ha instaurato dinanzi ad essa contro la Russia ai sensi della Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio. Nell’ordinanza la Corte ha indicato, con qualche modifica, tre delle quattro misure provvisionali richieste dall’Ucraina, respingendo invece le argomentazioni proposte dalla Federazione Russa nel documento che quest’ultima ha fatto recapitare alla Corte. Nella tesi, particolare rilevanza viene data ai ragionamenti che la Corte ha adottato nell’ambito di tale procedimento cautelare, alla sussistenza dei requisiti necessari al fine dell’esercizio di tale potere da parte della Corte, nonché alle motivazioni su cui la decisione di quest’ultima si è basata. L’elaborato inoltre approfondisce quali sono da un lato gli elementi innovativi che emergono dall’ordinanza e dal potenziale effetto che questa può avere, sia riguardo alla giurisprudenza della Corte, che rispetto a futuri casi riguardanti la richiesta di misure provvisionali. Dall’altro lato, la decisione della Corte ha destato perplessità e problematicità, espresse da alcuni degli stessi giudici della Corte. Oggetto di contestazione sono stati particolarmente la sussistenza, prima facie, della sua giurisdizione, la plausibilità dei diritti invocati dall’Ucraina ai sensi della Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio, e le modifiche che la Corte ha apportato al testo originario delle misure richieste. Dubbi che si aggiungono a quelli riguardo alle possibili conseguenze e rimedi in caso di inadempimento alle ordinanze cautelari che adotta la Corte, il cui carattere vincolante non ha però impedito la continuazione delle operazioni militari russe. Nelle circostanze eccezionali in cui la Corte ha dovuto decidere, l’ordinanza lascia questioni aperte anche riguardo al ruolo di garante della sicurezza e della pace internazionale che la Corte ha richiamato sé. Tuttavia tale ruolo, nonché il suo potere cautelare, rischiano di venire intaccati dall’inadempimento della Russia, che ne potrebbe pregiudicare l’autorevolezza ed efficacia.
Le misure cautelari nel caso Ucraina v. Russia
LARCHER, CHIARA
2022/2023
Abstract
Il 16 marzo 2022, la Corte internazionale di giustizia ha adottato un’ordinanza cautelare, in seguito al procedimento che l’Ucraina ha instaurato dinanzi ad essa contro la Russia ai sensi della Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio. Nell’ordinanza la Corte ha indicato, con qualche modifica, tre delle quattro misure provvisionali richieste dall’Ucraina, respingendo invece le argomentazioni proposte dalla Federazione Russa nel documento che quest’ultima ha fatto recapitare alla Corte. Nella tesi, particolare rilevanza viene data ai ragionamenti che la Corte ha adottato nell’ambito di tale procedimento cautelare, alla sussistenza dei requisiti necessari al fine dell’esercizio di tale potere da parte della Corte, nonché alle motivazioni su cui la decisione di quest’ultima si è basata. L’elaborato inoltre approfondisce quali sono da un lato gli elementi innovativi che emergono dall’ordinanza e dal potenziale effetto che questa può avere, sia riguardo alla giurisprudenza della Corte, che rispetto a futuri casi riguardanti la richiesta di misure provvisionali. Dall’altro lato, la decisione della Corte ha destato perplessità e problematicità, espresse da alcuni degli stessi giudici della Corte. Oggetto di contestazione sono stati particolarmente la sussistenza, prima facie, della sua giurisdizione, la plausibilità dei diritti invocati dall’Ucraina ai sensi della Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio, e le modifiche che la Corte ha apportato al testo originario delle misure richieste. Dubbi che si aggiungono a quelli riguardo alle possibili conseguenze e rimedi in caso di inadempimento alle ordinanze cautelari che adotta la Corte, il cui carattere vincolante non ha però impedito la continuazione delle operazioni militari russe. Nelle circostanze eccezionali in cui la Corte ha dovuto decidere, l’ordinanza lascia questioni aperte anche riguardo al ruolo di garante della sicurezza e della pace internazionale che la Corte ha richiamato sé. Tuttavia tale ruolo, nonché il suo potere cautelare, rischiano di venire intaccati dall’inadempimento della Russia, che ne potrebbe pregiudicare l’autorevolezza ed efficacia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/55026