L’imposta sul valore aggiunto, nonché l’imposta indiretta per eccellenza, trova la sua origine nel diritto comunitario ed è uno strumento essenziale per il funzionamento del libero mercato. Presenta però delle criticità in tema di detrazione, frodi ed abuso di diritto, in cui non è sempre ben chiaro come agire, rispettando i principi comunitari e nazionali. Il punto di partenza per far fronte a questi comportamenti illeciti è proprio la Sesta direttiva europea. Con la nascita dell’UE nel 1992, gli Stati Membri hanno posto nelle mani della neo-organizzazione sempre più delegazioni di sovranità. Inizialmente però i poteri concessi erano molto limitati. Del resto, Schuman con la sua famosa dichiarazione del 9 maggio del 1950, aveva già fatto intendere chiaramente come fosse del tutto illusorio pretendere di creare immediatamente una nuova istituzione: in tale epoca era presente uno scenario post guerra, con una forte e diffusa sfiducia e diffidenza degli Stati continentali. Nel corso dei decenni, sempre più accordi sono stati raggiunti, arrivando all’Unione Europea come si conosce al giorno d’oggi, in cui persone, beni, servizi e capitali sono liberi di circolare. Ma tutto questo ha un prezzo monetario, non sempre riconosciuto e accettato dalla società. Le delegazioni del potere di sovranità non sono però assolute: alcune competenze sono lasciate agli Stati membri; altre condivise. Proprio per questo, esistono zone grigie in cui non sempre è chiaro come dover attuare e come applicare norme di diversi ranghi ed ordinamenti. Il presente elaborato, composto da 4 capitoli, è volto ad analizzare l’applicazione delle (problematiche) normative europee in tema d’IVA, talvolta in contrasto con le norme nazionali. Verrà analizzata l’origine dell’imposta sul valore aggiunto e le sue caratteristiche, il principio di neutralità dell’IVA, di certezza del diritto e di proporzionalità, per poi passare al problema dell’evasione, alle misure antifrode e al profilo penale cui si fa fronte a seguito di queste condotte illecite. Quello che emerge dai dati raccolti in tema di frodi IVA porta alla definizione del VAT gap compreso tra gli anni 2009 e 2016 come la più “grande rapina” del secolo. Infine sarà presentato il sistema tributario spagnolo e le misure adottate da questo Stato membro. Di rilevante importanza, oltre alla Direttiva IVA e al D.P.R. 633/72, sono le sentenze della Corte europea, le quali ribadiscono i principi IVA e tentano di far luce sulle discordanze tra i diversi ordinamenti.

Le misure antifrode Iva in Italia e Spagna

GIRARDELLO, DIEGO
2022/2023

Abstract

L’imposta sul valore aggiunto, nonché l’imposta indiretta per eccellenza, trova la sua origine nel diritto comunitario ed è uno strumento essenziale per il funzionamento del libero mercato. Presenta però delle criticità in tema di detrazione, frodi ed abuso di diritto, in cui non è sempre ben chiaro come agire, rispettando i principi comunitari e nazionali. Il punto di partenza per far fronte a questi comportamenti illeciti è proprio la Sesta direttiva europea. Con la nascita dell’UE nel 1992, gli Stati Membri hanno posto nelle mani della neo-organizzazione sempre più delegazioni di sovranità. Inizialmente però i poteri concessi erano molto limitati. Del resto, Schuman con la sua famosa dichiarazione del 9 maggio del 1950, aveva già fatto intendere chiaramente come fosse del tutto illusorio pretendere di creare immediatamente una nuova istituzione: in tale epoca era presente uno scenario post guerra, con una forte e diffusa sfiducia e diffidenza degli Stati continentali. Nel corso dei decenni, sempre più accordi sono stati raggiunti, arrivando all’Unione Europea come si conosce al giorno d’oggi, in cui persone, beni, servizi e capitali sono liberi di circolare. Ma tutto questo ha un prezzo monetario, non sempre riconosciuto e accettato dalla società. Le delegazioni del potere di sovranità non sono però assolute: alcune competenze sono lasciate agli Stati membri; altre condivise. Proprio per questo, esistono zone grigie in cui non sempre è chiaro come dover attuare e come applicare norme di diversi ranghi ed ordinamenti. Il presente elaborato, composto da 4 capitoli, è volto ad analizzare l’applicazione delle (problematiche) normative europee in tema d’IVA, talvolta in contrasto con le norme nazionali. Verrà analizzata l’origine dell’imposta sul valore aggiunto e le sue caratteristiche, il principio di neutralità dell’IVA, di certezza del diritto e di proporzionalità, per poi passare al problema dell’evasione, alle misure antifrode e al profilo penale cui si fa fronte a seguito di queste condotte illecite. Quello che emerge dai dati raccolti in tema di frodi IVA porta alla definizione del VAT gap compreso tra gli anni 2009 e 2016 come la più “grande rapina” del secolo. Infine sarà presentato il sistema tributario spagnolo e le misure adottate da questo Stato membro. Di rilevante importanza, oltre alla Direttiva IVA e al D.P.R. 633/72, sono le sentenze della Corte europea, le quali ribadiscono i principi IVA e tentano di far luce sulle discordanze tra i diversi ordinamenti.
2022
VAT anti-fraud measures in Italy and Spain
Iva
Frode
Misure
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