Filosofia della Storia nell’Antropocene, tra Dipesh Chakrabarty e il Manifesto ecomodernista

The aim of the this paper is to explore the comparison between two antithetical positions concerning the conception of history and the human condition in the Anthropocene: the time in which humans constitute not only a cultural and biological agent, but also a geological one. On the one hand, Bengali historian Dipesh Chakrabarty argues in favour of the collapse of the traditional Vichian-humanistic distinction between natural history and human history by pointing out, in his "Four Theses" on climate, the difficulty of thinking in terms of a linear conception of temporality according to the typical linear-Enlightenment view of history; on the other hand, the Ecomodernist Manifesto (modeled on eco pragmatist thought all centered on faith in tecno-scientific progress) preaches the "decoupling" of the human from ecosystems, on which human activities through excessive exploitation of natural resources. Thus, while from Chakrabarty's perspective human "agency" is radically reduced, human beings acquire a status of quasi-omnipotence in the ecopragmatists’ perspective. Considering the critical comparison of these two positions (and in particular by dwelling on Chakrabarty's much-discussed positions), an attempt will be made to better understand how the conception and directionality of history and temporality are intertwined with distinct anthropological patterns, bringing relevant consequences in a philosophical questioning concerning the issue of climate change.

Nel presente elaborato si mira ad approfondire il confronto tra due posizioni antitetiche riguardanti la concezione della storia e la condizione umana nell’Antropocene: il tempo nel quale l'umanità non costituisce solo un agente culturale e biologico, bensì anche geologico. Da una parte, infatti, lo storico bengalese Dipesh Chakrabarty sostiene il collasso della tradizionale distinzione vichiano-umanistica tra storia naturale e storia umana evidenziando, nelle sue “Quattro tesi” sul clima, la difficoltà di pensare una temporalità lineare secondo la visione illuministica della storia; dall’altra parte, il Manifesto ecomodernista (modellato sul pensiero eco pragmatista tutto centrato sulla fede nel progresso tecno-scientifico) predica la necessità di un “disaccoppiamento” dell’umanità dagli ecosistemi, danneggiati dalle attività antropiche e da uno smodato sfruttamento delle risorse naturali. Se nel pensiero di Chakrabarty la “agency” umana risulta radicalmente ridotta, nella filosofia ecopragmatista l’umanità acquisisce uno status di quasi-onnipotenza. In questo lavoro di tesi si cercherà di comprendere, attraverso il confronto critico tra queste due posizioni ed in particolare soffermandosi sulle posizioni di Chakrabarty, in che modo la concezione e la direzionalità della storia e della temporalità si intreccino a modelli antropologici ben precisi, portando con sé conseguenze etiche rilevanti in una considerazione filosofica dei cambiamenti climatici.