Il presente scritto si pone l’obiettivo di esaminare nel dettaglio l’evoluzione normativa registratasi a partire dalla crisi finanziaria del 2008-2009 in tema di gestione delle crisi bancarie, le sue conseguenze sulla governance bancaria e sugli azionisti e i creditori coinvolti. Nello specifico, muovendo dalle cause scatenanti della riforma registrata a partire dal 2011, ci si focalizzerà sul cambio di paradigma che ha comportato l’abbandono dell’approccio caratterizzante questo settore nel passato, ossia il salvataggio pubblico delle banche in crisi (cd. bail-out) per arrivare all’attuale principio di internalizzazione delle perdite, secondo cui le stesse devono essere in prima battuta assorbite da azionisti e creditori della banca (cd. bail-in). L’analisi, partendo da una sommaria esposizione delle cause della crisi finanziaria, affronterà una sintetica esposizione della disciplina che concerne la gestione delle crisi bancarie, per poi entrare nel vivo della trattazione analizzando dettagliatamente gli istituti della riduzione o conversione di azioni ed altri strumenti di capitale ed il bail-in. Come si avrà modo di approfondire, gli strumenti da ultimo citati sono quelli che in concreto permettono ad una banca in crisi di non far ricadere il peso economico di tale situazione sulla collettività dei contribuenti, come avvenuto in passato, e, come emergerà dalla trattazione, come avviene tutt’ora (seppur limitatamente a casi considerati eccezionali). A seguire, nell’ambito della ricerca intrapresa, ci si dedicherà alla disamina degli aspetti più critici relativi alla disciplina della materia in esame, analizzando puntualmente gli istituti che più di altri hanno suscitato le critiche della dottrina o che hanno dato adito a controversie. Tra questi figurano senz’altro il rapporto tra la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato e la normativa in tema di risanamento e risoluzione degli enti bancari in crisi, le problematiche derivanti dal sacrificio dei diritti di azionisti e creditori nelle procedure di cui sopra, la discrezionalità di cui godono le Autorità coinvolte nel procedimento delineato dal legislatore europeo ed i mezzi di tutela riconosciuti ai soggetti coinvolti. La direttrice comune su cui si dipanerà lo studio è la tutela degli stakeholder, i portatori di interesse che a vario titolo subiscono o possono subire pregiudizi di varia natura in occasione della gestione di una crisi bancaria. L’analisi si concluderà con un’organica trattazione della proposta di riforma del quadro di Crisis Management and Deposit Insurance delle banche (cd. CMDI framework) avanzata dalla Commissione europea ad aprile 2023, volta a colmare alcune lacune emerse dal breve periodo di vigenza delle disposizioni introdotte principalmente dalla Bank Recovery and Resolution Directive e dal Single Resolution Mechanism Regulation. Si affronteranno in questo modo le prospettive evolutive della materia, sottolineando al contempo gli aspetti su cui il legislatore europeo ha omesso di intervenire, nonostante le molteplici istanze da più parti portate alla sua attenzione, tra cui particolare importanza assume la necessità di armonizzare le procedure di insolvenza nazionali per gli enti bancari. Nelle conclusioni ci si soffermerà su una valutazione critica circa il raggiungimento degli obiettivi che il legislatore europeo si era preposto di conseguire ormai quasi dieci anni fa, con l’emanazione dei primi atti legislativi in materia. Si effettuerà inoltre una valutazione degli strumenti di tutela predisposti a tutela degli stakeholder coinvolti nei procedimenti di gestione delle crisi bancarie soppesando criticamente pro e contro della recente proposta di riforma in materia.

L'internalizzazione delle perdite nella gestione delle crisi bancarie: la tutela degli stakeholder.

LOFOCO, GIUSEPPE VALERIO
2022/2023

Abstract

Il presente scritto si pone l’obiettivo di esaminare nel dettaglio l’evoluzione normativa registratasi a partire dalla crisi finanziaria del 2008-2009 in tema di gestione delle crisi bancarie, le sue conseguenze sulla governance bancaria e sugli azionisti e i creditori coinvolti. Nello specifico, muovendo dalle cause scatenanti della riforma registrata a partire dal 2011, ci si focalizzerà sul cambio di paradigma che ha comportato l’abbandono dell’approccio caratterizzante questo settore nel passato, ossia il salvataggio pubblico delle banche in crisi (cd. bail-out) per arrivare all’attuale principio di internalizzazione delle perdite, secondo cui le stesse devono essere in prima battuta assorbite da azionisti e creditori della banca (cd. bail-in). L’analisi, partendo da una sommaria esposizione delle cause della crisi finanziaria, affronterà una sintetica esposizione della disciplina che concerne la gestione delle crisi bancarie, per poi entrare nel vivo della trattazione analizzando dettagliatamente gli istituti della riduzione o conversione di azioni ed altri strumenti di capitale ed il bail-in. Come si avrà modo di approfondire, gli strumenti da ultimo citati sono quelli che in concreto permettono ad una banca in crisi di non far ricadere il peso economico di tale situazione sulla collettività dei contribuenti, come avvenuto in passato, e, come emergerà dalla trattazione, come avviene tutt’ora (seppur limitatamente a casi considerati eccezionali). A seguire, nell’ambito della ricerca intrapresa, ci si dedicherà alla disamina degli aspetti più critici relativi alla disciplina della materia in esame, analizzando puntualmente gli istituti che più di altri hanno suscitato le critiche della dottrina o che hanno dato adito a controversie. Tra questi figurano senz’altro il rapporto tra la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato e la normativa in tema di risanamento e risoluzione degli enti bancari in crisi, le problematiche derivanti dal sacrificio dei diritti di azionisti e creditori nelle procedure di cui sopra, la discrezionalità di cui godono le Autorità coinvolte nel procedimento delineato dal legislatore europeo ed i mezzi di tutela riconosciuti ai soggetti coinvolti. La direttrice comune su cui si dipanerà lo studio è la tutela degli stakeholder, i portatori di interesse che a vario titolo subiscono o possono subire pregiudizi di varia natura in occasione della gestione di una crisi bancaria. L’analisi si concluderà con un’organica trattazione della proposta di riforma del quadro di Crisis Management and Deposit Insurance delle banche (cd. CMDI framework) avanzata dalla Commissione europea ad aprile 2023, volta a colmare alcune lacune emerse dal breve periodo di vigenza delle disposizioni introdotte principalmente dalla Bank Recovery and Resolution Directive e dal Single Resolution Mechanism Regulation. Si affronteranno in questo modo le prospettive evolutive della materia, sottolineando al contempo gli aspetti su cui il legislatore europeo ha omesso di intervenire, nonostante le molteplici istanze da più parti portate alla sua attenzione, tra cui particolare importanza assume la necessità di armonizzare le procedure di insolvenza nazionali per gli enti bancari. Nelle conclusioni ci si soffermerà su una valutazione critica circa il raggiungimento degli obiettivi che il legislatore europeo si era preposto di conseguire ormai quasi dieci anni fa, con l’emanazione dei primi atti legislativi in materia. Si effettuerà inoltre una valutazione degli strumenti di tutela predisposti a tutela degli stakeholder coinvolti nei procedimenti di gestione delle crisi bancarie soppesando criticamente pro e contro della recente proposta di riforma in materia.
2022
The internalization of losses in the management of banks' crises: stakeholders' protection.
crisi bancarie
bail-in
BRRD - SRMR
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Lofoco_GiuseppeValerio.pdf

accesso riservato

Dimensione 1.31 MB
Formato Adobe PDF
1.31 MB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/55627