Background: L’ampia sovrapposizione fenotipica tra anoressia nervosa (AN) e disturbi d’ansia (Steinglass et al., 2011) avvalora un modello di concettualizzazione dell’AN incentrato sul ruolo dell’apprendimento avversivo relato ai cibi: di conseguenza, dato che tale meccanismo trova applicazione clinica, in primis per i disturbi d’ansia, nei trattamenti basati sull’esposizione, il ricorso a suddetti interventi terapeutici nel caso dell’anoressia nervosa, oltre ad esser legittimamente giustificato, potrebbe risultare potenzialmente utile, soprattutto con particolar riferimento all’esposizione ad alimenti virtuali. La realtà virtuale (Virtual Reality, VR), infatti, visti i vantaggi e i benefici innovativi ad essa associati (Brown et al., 2020), permetterebbe di utilizzare molteplici strategie in grado di implementare i sistemi alla base dell’apprendimento inibitorio, i quali sono considerati i meccanismi d’azione capaci di spiegare l’efficacia delle terapie basate sull’esposizione (Craske et al., 2014). Obiettivi: L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l’impatto di un intervento di esposizione alla realtà virtuale per pazienti con anoressia nervosa sull’ansia legata ai pasti e ad una serie di cibi presentati attraverso immagini multimediali. Metodi: 13 pazienti con AN sono state reclutate presso i Centri Regionali per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Padova, Vicenza e Salerno: esposte ad uno scenario di VR, le partecipanti hanno sperimentato l’immersione in una cucina virtuale (entro cui erano invitate a maneggiare e manipolare una serie di alimenti) per cinque giorni consecutivi, tramite mini-sessioni di cinque minuti ciascuna. In generale, la procedura sperimentale prevedeva che le pazienti compilassero due questionari di baseline (EDE-Q e DASS-21) e una serie di misure di pre-intervento: nello specifico, una scala analogica visiva (Visual Analogue Scale, VAS) relativa alla valutazione del livello di ansia pensando al prossimo pasto da consumare (da 1 a 100), una VAS relativa alla valutazione del livello di ansia suscitato dalla presentazione di 21 figure multimediali di cibi (sette ad alto contenuto calorico, sette a contenuto medio, sette a basso contenuto calorico – da 0 a 100), e un’ultima VAS, presentata pochi attimi prima della consumazione del pranzo in Day Hospital, che richiedeva loro di valutare il livello di ansia pre-pasto (da 1 a 10). Le 3 suddette VAS, inoltre, venivano ri-somministrate alla fine del trattamento di esposizione alla VR, vale a dire dopo la quinta (ed ultima) sessione. Risultati: In seguito all’intervento di esposizione alla cucina virtuale, le pazienti hanno riportato una diminuzione statisticamente significativa dei livelli di ansia pensando al prossimo pasto da fare (p=0.019); in secondo luogo, nel post-intervento, è stato osservato un trend incoraggiante di riduzione dell’ansia riferita in risposta a cibi ad alto contenuto calorico, di poco sotto la soglia di differenza statisticamente significativa (p=.07). Conclusioni: Il presente intervento di esposizione ad una cucina virtuale si è dimostrato accettabile e parzialmente efficace per fronteggiare, in pazienti con AN, l’ansia legata ai pasti e alla presentazione di cibi tramite illustrazioni multimediali. Nell’ottica delle future direzioni di ricerca, si raccomanda che studi successivi esplorino la possibilità di utilizzare la VR per pianificare ed operazionalizzare una serie di strategie (vedi la violazione delle aspettative, l’estinzione approfondita, il ricorso alla variabilità degli stimoli e alla diversità dei contesti, ecc.) ritenute capaci di implementare l’apprendimento inibitorio (Craske et al., 2014).

L'impatto di un intervento di esposizione alla realtà virtuale per pazienti con anoressia nervosa sull'ansia legata ai pasti: uno studio pilota

ROSA, MATTIA
2022/2023

Abstract

Background: L’ampia sovrapposizione fenotipica tra anoressia nervosa (AN) e disturbi d’ansia (Steinglass et al., 2011) avvalora un modello di concettualizzazione dell’AN incentrato sul ruolo dell’apprendimento avversivo relato ai cibi: di conseguenza, dato che tale meccanismo trova applicazione clinica, in primis per i disturbi d’ansia, nei trattamenti basati sull’esposizione, il ricorso a suddetti interventi terapeutici nel caso dell’anoressia nervosa, oltre ad esser legittimamente giustificato, potrebbe risultare potenzialmente utile, soprattutto con particolar riferimento all’esposizione ad alimenti virtuali. La realtà virtuale (Virtual Reality, VR), infatti, visti i vantaggi e i benefici innovativi ad essa associati (Brown et al., 2020), permetterebbe di utilizzare molteplici strategie in grado di implementare i sistemi alla base dell’apprendimento inibitorio, i quali sono considerati i meccanismi d’azione capaci di spiegare l’efficacia delle terapie basate sull’esposizione (Craske et al., 2014). Obiettivi: L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l’impatto di un intervento di esposizione alla realtà virtuale per pazienti con anoressia nervosa sull’ansia legata ai pasti e ad una serie di cibi presentati attraverso immagini multimediali. Metodi: 13 pazienti con AN sono state reclutate presso i Centri Regionali per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Padova, Vicenza e Salerno: esposte ad uno scenario di VR, le partecipanti hanno sperimentato l’immersione in una cucina virtuale (entro cui erano invitate a maneggiare e manipolare una serie di alimenti) per cinque giorni consecutivi, tramite mini-sessioni di cinque minuti ciascuna. In generale, la procedura sperimentale prevedeva che le pazienti compilassero due questionari di baseline (EDE-Q e DASS-21) e una serie di misure di pre-intervento: nello specifico, una scala analogica visiva (Visual Analogue Scale, VAS) relativa alla valutazione del livello di ansia pensando al prossimo pasto da consumare (da 1 a 100), una VAS relativa alla valutazione del livello di ansia suscitato dalla presentazione di 21 figure multimediali di cibi (sette ad alto contenuto calorico, sette a contenuto medio, sette a basso contenuto calorico – da 0 a 100), e un’ultima VAS, presentata pochi attimi prima della consumazione del pranzo in Day Hospital, che richiedeva loro di valutare il livello di ansia pre-pasto (da 1 a 10). Le 3 suddette VAS, inoltre, venivano ri-somministrate alla fine del trattamento di esposizione alla VR, vale a dire dopo la quinta (ed ultima) sessione. Risultati: In seguito all’intervento di esposizione alla cucina virtuale, le pazienti hanno riportato una diminuzione statisticamente significativa dei livelli di ansia pensando al prossimo pasto da fare (p=0.019); in secondo luogo, nel post-intervento, è stato osservato un trend incoraggiante di riduzione dell’ansia riferita in risposta a cibi ad alto contenuto calorico, di poco sotto la soglia di differenza statisticamente significativa (p=.07). Conclusioni: Il presente intervento di esposizione ad una cucina virtuale si è dimostrato accettabile e parzialmente efficace per fronteggiare, in pazienti con AN, l’ansia legata ai pasti e alla presentazione di cibi tramite illustrazioni multimediali. Nell’ottica delle future direzioni di ricerca, si raccomanda che studi successivi esplorino la possibilità di utilizzare la VR per pianificare ed operazionalizzare una serie di strategie (vedi la violazione delle aspettative, l’estinzione approfondita, il ricorso alla variabilità degli stimoli e alla diversità dei contesti, ecc.) ritenute capaci di implementare l’apprendimento inibitorio (Craske et al., 2014).
2022
The impact of a virtual reality exposure intervention for patients with anorexia nervosa on meal-related anxiety: a pilot study
anoressia nervosa
realtà virtuale
ansia legata al cibo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/55896