La sclerosi multipla (MS) rappresenta la più comune patologia infiammatoria del sistema nervoso centrale negli adulti tra i 20 e i 40 anni. Colpisce circa 2,8 milioni di persone nel mondo, con una prevalenza nei continenti europeo ed americano settentrionale. Le cause che portano allo sviluppo della malattia non sono del tutto chiare, ma sembra esserci una correlazione con fattori ambientali come il virus di Epstein-Barr (EBV) e/o livelli bassi di vitamina D, e fattori genetici, come la presenza del cromosoma XX, che giustifica un’incidenza della patologia superiore nelle donne rispetto agli uomini (rapporto di 3:1). L’infiammazione a livello del SNC è scatenata da un’attivazione esagerata ed inopportuna del sistema immunitario, che riconosce come estranei elementi in realtà sicuri ed essenziali nel mantenere una corretta funzionalità neuronale. Tutto ciò porta ad infiammazione a livello centrale con danno agli assoni, processi di demielinizzazione e trasmissione interrotta del segnale, che determina lo sviluppo di sintomi e ricadute tipiche del disturbo. Il seguente elaborato pone l’attenzione, in primo luogo, sui componenti del sistema immunitario e i ruoli fondamentali che esercitano nella difesa dell’organismo. Successivamente si concentra sulla descrizione della sclerosi multipla come patologia autoimmune, richiamando le cause possibili, i sintomi che la caratterizzano e le forme nelle quali si può classificare in base all’andamento della malattia. Prosegue poi con un’analisi dei trattamenti farmacologici approvati nel corso degli anni, focalizzandosi sul meccanismo d’azione delle molecole e sul rallentamento della progressione della patologia. Termina, infine, con un’attenta ricerca delle funzioni della tirosina chinasi di Bruton (BTK), proteina fondamentale nei processi di sviluppo, proliferazione e differenziazione dei linfociti B, cellule immunitarie critiche nella fisiopatologia della sclerosi multipla. Le vie di trasduzione del segnale che BTK gestisce portano all’attivazione e al rilascio di importanti fattori di trascrizione. La mia trattazione pone il focus sugli inibitori di chinasi come Tolebrutinib ed Evobrutinib, terapie ancora oggi in sperimentazione e monitorate tramite svariati studi di fase III. Questi piccoli inibitori di BTK hanno registrato effetti incoraggianti sulle lesioni cerebrali attraverso gli studi di fase II già conclusi. Uno dei vantaggi che potrebbe rendere questi farmaci innovativi nel trattamento della sclerosi multipla è la loro elevata selettività, e per alcuni anche la capacità di attraversare la barriera ematoencefalica (BEE) e poter quindi agire direttamente nel SNC, a livello delle cellule immunitarie che esprimono la chinasi di Bruton.

Inibizione della tirosina chinasi di Bruton come promettente terapia nella sclerosi multipla

CONCINA, PAOLO
2022/2023

Abstract

La sclerosi multipla (MS) rappresenta la più comune patologia infiammatoria del sistema nervoso centrale negli adulti tra i 20 e i 40 anni. Colpisce circa 2,8 milioni di persone nel mondo, con una prevalenza nei continenti europeo ed americano settentrionale. Le cause che portano allo sviluppo della malattia non sono del tutto chiare, ma sembra esserci una correlazione con fattori ambientali come il virus di Epstein-Barr (EBV) e/o livelli bassi di vitamina D, e fattori genetici, come la presenza del cromosoma XX, che giustifica un’incidenza della patologia superiore nelle donne rispetto agli uomini (rapporto di 3:1). L’infiammazione a livello del SNC è scatenata da un’attivazione esagerata ed inopportuna del sistema immunitario, che riconosce come estranei elementi in realtà sicuri ed essenziali nel mantenere una corretta funzionalità neuronale. Tutto ciò porta ad infiammazione a livello centrale con danno agli assoni, processi di demielinizzazione e trasmissione interrotta del segnale, che determina lo sviluppo di sintomi e ricadute tipiche del disturbo. Il seguente elaborato pone l’attenzione, in primo luogo, sui componenti del sistema immunitario e i ruoli fondamentali che esercitano nella difesa dell’organismo. Successivamente si concentra sulla descrizione della sclerosi multipla come patologia autoimmune, richiamando le cause possibili, i sintomi che la caratterizzano e le forme nelle quali si può classificare in base all’andamento della malattia. Prosegue poi con un’analisi dei trattamenti farmacologici approvati nel corso degli anni, focalizzandosi sul meccanismo d’azione delle molecole e sul rallentamento della progressione della patologia. Termina, infine, con un’attenta ricerca delle funzioni della tirosina chinasi di Bruton (BTK), proteina fondamentale nei processi di sviluppo, proliferazione e differenziazione dei linfociti B, cellule immunitarie critiche nella fisiopatologia della sclerosi multipla. Le vie di trasduzione del segnale che BTK gestisce portano all’attivazione e al rilascio di importanti fattori di trascrizione. La mia trattazione pone il focus sugli inibitori di chinasi come Tolebrutinib ed Evobrutinib, terapie ancora oggi in sperimentazione e monitorate tramite svariati studi di fase III. Questi piccoli inibitori di BTK hanno registrato effetti incoraggianti sulle lesioni cerebrali attraverso gli studi di fase II già conclusi. Uno dei vantaggi che potrebbe rendere questi farmaci innovativi nel trattamento della sclerosi multipla è la loro elevata selettività, e per alcuni anche la capacità di attraversare la barriera ematoencefalica (BEE) e poter quindi agire direttamente nel SNC, a livello delle cellule immunitarie che esprimono la chinasi di Bruton.
2022
Bruton's tyrosine kinase inhibition as a promising therapy in multiple sclerosis
Sclerosi multipla
BTK
Linfociti B
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/55949