Il presente lavoro di tesi ha studiato e approfondito la sperimentazione e analisi della pratica delle colture di copertura, in ambito viticolo e con tecniche conservative. Dopo una panoramica sull’importanza del paesaggio, la tradizionalità dell’attività vitivinicola, l'agricoltura conservativa e la sostenibilità ambientale, le cover crop e i loro numerosi benefici e potenzialità, viene presentata l'azienda “Oryzetum” di Cescon Giuseppe e Antonella, che ha condotto assieme all’Università di Padova sin dal 2017 sperimentazioni molto innovative in merito all’adozione delle cover crop. Il loro impiego non ancora largamente diffuso, soprattutto in viticoltura, è stato qui abbinato a tecniche di semina su sodo con dei prototipi ancora unici nel panorama italiano e la biomassa non è mai stata interrata, superando così in concetto di "sovescio". Per la sperimentazione sono state selezionate due aree della bassa pianura. Questa è caratterizzata da suoli con reazione (sub)alcalina e tessiture variabili da sabbiose – zona Busco (dosso) – a zone con maggiori frazioni argillose – zona Tabacchi (depressione). Sono state adottate tre diverse gestioni degli interfilari (seminatrice con elementi Gaspardo, seminatrice Revitalizer AZF, uso combinato delle due macchine) differenziando le tecniche di semina e il trattamento della vegetazione presente. In entrambi i casi, le prove sono state confrontate con gli interfilari adiacenti inerbiti, al fine di evidenziare eventuali particolarità derivanti dal cambio di gestione.  Le analisi hanno riguardato la biomassa vegetale, utilizzando il modello MERCI, per stimare la produzione di sostanza secca delle coperture vegetali e degli inerbimenti, e la mobilitazione di azoto, fosforo, potassio, zolfo e magnesio. In generale le biomasse sono state comprese tra 2 e 3 t/ha di s.s. (35% di SAU interessata dalla semina; tra 5 e 8 t/ha considerando solo le aree seminate), con differenze apprezzabili sia nella quantità sia nella composizione in base alle diverse seminatrici utilizzate. Sono state poi condotte delle valutazioni più strettamente legate al suolo. In particolare, a prosecuzione di un precedente lavoro, si è operato un campionamento nei due vigneti, di diversi filari seminati con copertura vegetale da 3 anni (Tabacchi) o da 6 anni (Busco) a confronto con filari sempre mantenuti inerbiti nello stesso lasso di tempo. Questo campionamento è stato suddiviso in base ai vari orizzonti in diverse profondità per osservare la dinamica di accumulo della sostanza organica al variare della profondità in risposta alle diverse gestioni. Direttamente in campo, del suolo è stata valutata anche la capacità di infiltrazione dell'acqua come parametro per quantificare una variazione di struttura apprezzabile già da alcuni anni nei suoli seminati. Una prima lettura con gli infiltrometri a doppio anello non hanno dato risultati sostanzialmente differenti ma le esigenze pedoclimatiche dell'analisi rendono difficile individuare il momento ideale, quindi saranno senz'altro necessarie ulteriori valutazioni. In conclusione, la tecnica prova ogni anno sempre di più la sua validità agronomica, e nonostante siano necessarie continue valutazioni e miglioramenti nella composizione dei miscugli seminati o delle macchine utilizzate, i risultati sono incoraggianti. Le analisi del suolo fotografano un sistema lento a cambiare, ma cominciano a dare qualche indicazione dell'evoluzione che è in atto tra i filari contigui in cui si sta predisponendo la settima semina consecutiva.

COPERTURE VEGETALI E VITICOLTURA SOSTENIBILE: EFFETTI SU SUOLO E AMBIENTE DELLA SEMINA CONSERVATIVA

PELIZZA, EMMA
2022/2023

Abstract

Il presente lavoro di tesi ha studiato e approfondito la sperimentazione e analisi della pratica delle colture di copertura, in ambito viticolo e con tecniche conservative. Dopo una panoramica sull’importanza del paesaggio, la tradizionalità dell’attività vitivinicola, l'agricoltura conservativa e la sostenibilità ambientale, le cover crop e i loro numerosi benefici e potenzialità, viene presentata l'azienda “Oryzetum” di Cescon Giuseppe e Antonella, che ha condotto assieme all’Università di Padova sin dal 2017 sperimentazioni molto innovative in merito all’adozione delle cover crop. Il loro impiego non ancora largamente diffuso, soprattutto in viticoltura, è stato qui abbinato a tecniche di semina su sodo con dei prototipi ancora unici nel panorama italiano e la biomassa non è mai stata interrata, superando così in concetto di "sovescio". Per la sperimentazione sono state selezionate due aree della bassa pianura. Questa è caratterizzata da suoli con reazione (sub)alcalina e tessiture variabili da sabbiose – zona Busco (dosso) – a zone con maggiori frazioni argillose – zona Tabacchi (depressione). Sono state adottate tre diverse gestioni degli interfilari (seminatrice con elementi Gaspardo, seminatrice Revitalizer AZF, uso combinato delle due macchine) differenziando le tecniche di semina e il trattamento della vegetazione presente. In entrambi i casi, le prove sono state confrontate con gli interfilari adiacenti inerbiti, al fine di evidenziare eventuali particolarità derivanti dal cambio di gestione.  Le analisi hanno riguardato la biomassa vegetale, utilizzando il modello MERCI, per stimare la produzione di sostanza secca delle coperture vegetali e degli inerbimenti, e la mobilitazione di azoto, fosforo, potassio, zolfo e magnesio. In generale le biomasse sono state comprese tra 2 e 3 t/ha di s.s. (35% di SAU interessata dalla semina; tra 5 e 8 t/ha considerando solo le aree seminate), con differenze apprezzabili sia nella quantità sia nella composizione in base alle diverse seminatrici utilizzate. Sono state poi condotte delle valutazioni più strettamente legate al suolo. In particolare, a prosecuzione di un precedente lavoro, si è operato un campionamento nei due vigneti, di diversi filari seminati con copertura vegetale da 3 anni (Tabacchi) o da 6 anni (Busco) a confronto con filari sempre mantenuti inerbiti nello stesso lasso di tempo. Questo campionamento è stato suddiviso in base ai vari orizzonti in diverse profondità per osservare la dinamica di accumulo della sostanza organica al variare della profondità in risposta alle diverse gestioni. Direttamente in campo, del suolo è stata valutata anche la capacità di infiltrazione dell'acqua come parametro per quantificare una variazione di struttura apprezzabile già da alcuni anni nei suoli seminati. Una prima lettura con gli infiltrometri a doppio anello non hanno dato risultati sostanzialmente differenti ma le esigenze pedoclimatiche dell'analisi rendono difficile individuare il momento ideale, quindi saranno senz'altro necessarie ulteriori valutazioni. In conclusione, la tecnica prova ogni anno sempre di più la sua validità agronomica, e nonostante siano necessarie continue valutazioni e miglioramenti nella composizione dei miscugli seminati o delle macchine utilizzate, i risultati sono incoraggianti. Le analisi del suolo fotografano un sistema lento a cambiare, ma cominciano a dare qualche indicazione dell'evoluzione che è in atto tra i filari contigui in cui si sta predisponendo la settima semina consecutiva.
2022
COVER CROP AND SUSTAINABLE VITICULTURE: EFFECTS OF CONSERVATIVE SEEDING ON SOIL AND ENVIRONMENT
COVER CROP
SEMINA SODO
VITICOLTURA
PIAVE
FERTILITÀ
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/56153