L’acquedotto vestibolare largo (EVA - Enlarged Vestibular Aqueduct) è la più comune malformazione congenita dell’orecchio interno e tra le più frequenti cause di ipoacusia. Il quadro clinico è caratterizzato da ipoacusia neurosensoriale, spesso asimmetrica, fluttuante e/o progressiva, con configurazione audiometrica altamente variabile e talvolta associata anche ad una disfunzione vestibolare. La presenza di un acquedotto vestibolare largo determina un aumento di pressione dei liquidi endococleari con conseguente rottura delle membrane cocleari e vestibolari e comparsa di ipoacusia. La diagnosi, ipotizzabile dai riscontri clinici e audio-impedenzometrici, si avvale della tomografia assiale computerizzata ad alta risoluzione e della risonanza magnetica nucleare. Grazie al progresso tecnologico a cui le due tecniche, complementari nello studio dell’orecchio interno, sono andate incontro, la prima definizione di acquedotto vestibolare largo, 1,5 mm nel punto di mezzo, proposta da Valvassori e Clemis nel 1978 è stata rivisitata e ridefinita, in maniera più stringente da Boston et al. nel 2007, ovvero 0,9 mm nel punto di mezzo e 1,9 mm all’opercolo. Il nostro studio prende in esame 28 pazienti affetti da acquedotto vestibolare largo bilaterale, in follow-up presso la UOSD Audiologia e Otoneurologia - Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo di Venezia. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi a seconda della scelta riabilitativa: apparecchi acustici, strategia bimodale e impianto cocleare. Abbiamo quindi esaminato le abilità percettive verbali valutate con test standardizzati somministrati a voce e l’Italian Matrix test, a distanza di oltre 5 anni dall’applicazione riabilitativa. Dai risultati è evidente che i pazienti possono trarre svariati benefici, grazie all’impianto cocleare o agli apparecchi acustici, tra i quali il miglioramento della qualità di vita e della prestazione verbale, soprattutto nei soggetti con soglia uditiva fluttuante. Il ripristino dell’ingresso uditivo per mezzo di apparecchi acustici e/o impianto cocleare permette lo sviluppo (evoluzione – a seconda dell’età) delle abilità percettive verbali i cui livelli risentono, a parità di efficacia garantita dalla scelta riabilitativa, dell’età anagrafica.

La percezione verbale nei pazienti affetti da acquedotto vestibolare largo bilaterale. L’outcome a breve – medio termine.

ABRUZZO, ELISA
2022/2023

Abstract

L’acquedotto vestibolare largo (EVA - Enlarged Vestibular Aqueduct) è la più comune malformazione congenita dell’orecchio interno e tra le più frequenti cause di ipoacusia. Il quadro clinico è caratterizzato da ipoacusia neurosensoriale, spesso asimmetrica, fluttuante e/o progressiva, con configurazione audiometrica altamente variabile e talvolta associata anche ad una disfunzione vestibolare. La presenza di un acquedotto vestibolare largo determina un aumento di pressione dei liquidi endococleari con conseguente rottura delle membrane cocleari e vestibolari e comparsa di ipoacusia. La diagnosi, ipotizzabile dai riscontri clinici e audio-impedenzometrici, si avvale della tomografia assiale computerizzata ad alta risoluzione e della risonanza magnetica nucleare. Grazie al progresso tecnologico a cui le due tecniche, complementari nello studio dell’orecchio interno, sono andate incontro, la prima definizione di acquedotto vestibolare largo, 1,5 mm nel punto di mezzo, proposta da Valvassori e Clemis nel 1978 è stata rivisitata e ridefinita, in maniera più stringente da Boston et al. nel 2007, ovvero 0,9 mm nel punto di mezzo e 1,9 mm all’opercolo. Il nostro studio prende in esame 28 pazienti affetti da acquedotto vestibolare largo bilaterale, in follow-up presso la UOSD Audiologia e Otoneurologia - Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo di Venezia. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi a seconda della scelta riabilitativa: apparecchi acustici, strategia bimodale e impianto cocleare. Abbiamo quindi esaminato le abilità percettive verbali valutate con test standardizzati somministrati a voce e l’Italian Matrix test, a distanza di oltre 5 anni dall’applicazione riabilitativa. Dai risultati è evidente che i pazienti possono trarre svariati benefici, grazie all’impianto cocleare o agli apparecchi acustici, tra i quali il miglioramento della qualità di vita e della prestazione verbale, soprattutto nei soggetti con soglia uditiva fluttuante. Il ripristino dell’ingresso uditivo per mezzo di apparecchi acustici e/o impianto cocleare permette lo sviluppo (evoluzione – a seconda dell’età) delle abilità percettive verbali i cui livelli risentono, a parità di efficacia garantita dalla scelta riabilitativa, dell’età anagrafica.
2022
Speech perception in patients with enlarged vestibular aqueduct. Mid and short term outcomes.
ipoacusia infantile
EVA
percezione verbale
protesi acustica
impianto cocleare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/56181