Cambiamenti climatici ed ecosistemi costieri: impatto dell'innalzamento del livello del mare sui delta fluviali del Po e del Gange

L’innalzamento del livello medio del mare rappresenta un’importante minaccia per tutti gli ecosistemi deltizi. Essi sono fortemente influenzati da una combinazione di più fattori, quali, la subsidenza, ossia la variazione nell’elevazione terrestre, l’aumento della temperatura globale, che provoca scioglimento di ghiacciai ed espansione termica nei mari, da variazioni climatiche e idrologiche. Anche opere antropiche come sbarramenti e modifiche nei sistemi di drenaggio, sebbene siano state create per fini di controllo delle acque, possono contribuire a processi di degradazione degli ecosistemi deltizi. Attraverso l’analisi dei due delta del Po e del Gange-Brahmaputra-Meghna, tramite l’utilizzo di geotools, è stato possibile affermare che già dal 2050 molte zone deltizie verranno permanentemente sommerse. Gli impatti diretti insistono soprattutto su territori agricoli e insediamenti urbani, meno su foreste e zone protette. L’impatto che potrebbe avere dunque l’innalzamento del livello del mare potrebbe essere elevato per l’ecosistema e le comunità locali. Si stima che nei territori deltizi terre agricole e comunità costiere potrebbero gradualmente scomparire a causa di erosioni costiere o di intrusione salina, costringendo gli abitanti a spostarsi verso aree più sicure, con conseguenze sociali ed economiche significative. Considerando le aree analizzate, soprattutto per l’elevata densità di popolazione nell’area del delta del Gange-Brahmaputra-Meghna, si stima siano più di 100 milioni le persone a rischio, implicando migrazioni e dislocazioni della popolazione. Dall’altro lato, però, si potrebbe verificare una significativa perdita di biodiversità, con la scomparsa di specie che non riescono ad adattarsi al cambiamento. Per fronteggiare tale situazione si rendono necessarie misure di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico, al fine di salvaguardare le comunità locali e la biodiversità, come difesa naturale contro il mare, per garantire un futuro a questi delicati ecosistemi.