Per molti anni, sin dall’avvento della neuroangiografia, l’accesso transfemorale è rimasto il sito di accesso preferito per i neuro-interventisti in tutte le procedure. L’arteria radiale ha cominciato a incrementare interesse come sito di accesso per la prima volta nel 1989 nelle coronarografie, mentre, per le procedure neuro interventistiche, compare per la prima volta negli anni 2000 perché associato a minor complicanze e a degenze ospedaliere più brevi. Nella neuroradiologia interventistica, l’accesso transfemorale continua a essere utilizzato, ma esso ha delle limitazioni. La maggior sicurezza nell’accesso transradiale ha così portato negli anni molti neurointerventisti ad adottare sempre di più questo tipo di approccio includendolo come alternativa all’accesso femorale, sia per scopi diagnostici sia per procedure interventistiche. Vengono inclusi il trattamento di stroke ischemici ed emorragie cerebrali data la sicurezza di questa via di accesso e il basso tasso di complicanze. In questo elaborato verranno descritte, attraverso un’analisi di documenti, quali sono le possibili complicanze e i vantaggi dell’accesso radiale nelle procedure neurointerventistiche, mettendolo spesso a confronto con l’accesso transfemorale.
Accesso radiale nelle procedure di interventistica neuroradiologica: principali innovazioni e criticità
TODESCO, CAMILLA
2022/2023
Abstract
Per molti anni, sin dall’avvento della neuroangiografia, l’accesso transfemorale è rimasto il sito di accesso preferito per i neuro-interventisti in tutte le procedure. L’arteria radiale ha cominciato a incrementare interesse come sito di accesso per la prima volta nel 1989 nelle coronarografie, mentre, per le procedure neuro interventistiche, compare per la prima volta negli anni 2000 perché associato a minor complicanze e a degenze ospedaliere più brevi. Nella neuroradiologia interventistica, l’accesso transfemorale continua a essere utilizzato, ma esso ha delle limitazioni. La maggior sicurezza nell’accesso transradiale ha così portato negli anni molti neurointerventisti ad adottare sempre di più questo tipo di approccio includendolo come alternativa all’accesso femorale, sia per scopi diagnostici sia per procedure interventistiche. Vengono inclusi il trattamento di stroke ischemici ed emorragie cerebrali data la sicurezza di questa via di accesso e il basso tasso di complicanze. In questo elaborato verranno descritte, attraverso un’analisi di documenti, quali sono le possibili complicanze e i vantaggi dell’accesso radiale nelle procedure neurointerventistiche, mettendolo spesso a confronto con l’accesso transfemorale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/56972