The professional educator is one of the figures closest to the patient so he or she must possess good listening skills in order to empathize with the other person, must know appropriate tools and strategies, and above all must always keep in mind the person's primary needs. Sometimes, therefore, words are not enough and must be supplemented with physical contact, although an increasing rationalization of emotions has led to a devaluation of sensoriality. In our society a caress or a hug is often accepted and recognized only as a private manifestation, so words come to be the substitute for any impulse toward the other. Physical contact, especially in people who are lonely, sick, marginalized, and elderly, is becoming less and less. The human being, on the other hand, from the dawn of life needs care and attention, needs to be held and cuddled. It is precisely the mother's arms that will enable the infant to perceive himself as a being in his own right. The professional educator, and more generally, any professional working closely with patients, must become aware that before any educational project, before any activity, before anything else comes the person. Through touch, the professional educator has the opportunity to create a relationship of greater trust with the patient, convey a desire to help and solicit the person's desire to be reassured, as well as provide him or her with a moment of emotional well-being; in fact, touch can have beneficial effects on our bodies both physiologically and emotionally. There are different techniques such as: haptonomy or caring touch, gentle touch, harmonic touch®, nurturing touch... All these techniques used at the appropriate times and in the appropriate ways can bring psychophysical benefits to the person.

. L’educatore professionale è una delle figure più vicine al paziente per questo deve possedere buone capacità di ascolto per poter entrare in contatto empatico con l’altro, deve conoscere strumenti e strategie adeguate e soprattutto tenere sempre presente i bisogni primari della persona. A volte, perciò le parole non bastano e vanno integrate col contatto fisico, anche se una sempre maggiore razionalizzazione delle emozioni ha portato ad una svalutazione della sensorialità. Nella nostra società una carezza o un abbraccio sono accettati e riconosciuti spesso solo come manifestazione privata, così la parola viene ad essere il sostituto di ogni slancio verso l’altro. Il contatto fisico, soprattutto nelle persone sole, malate, emarginate, anziane, viene sempre meno. L’essere umano invece fin dagli albori della vita necessita di cure ed attenzioni, ha bisogno di essere preso in braccio e di essere coccolato. Saranno proprio le braccia della madre a far sì che il neonato riesca a percepirsi come essere a sé stante. L’educatore professionale e più in generale, ogni professionista che lavora a stretto contatto con i pazienti, deve prendere consapevolezza che prima di ogni progetto educativo, di ogni attività, prima di qualsiasi altra cosa viene la persona. Attraverso il tocco l’educatore professionale ha la possibilità di creare un rapporto di maggior fiducia con il paziente, trasmettere il desiderio di aiutare e sollecitare il desiderio della persona di essere rassicurata, oltre che garantirgli un momento di benessere emotivo; infatti, il tocco può aver effetti benefici sul nostro corpo sia dal punto di vista fisiologico che emotivo. Esistono diverse tecniche come: l’aptonomia o caring touch, il tocco gentile, il tocco armonico®, il nurturing touch… Tutte queste tecniche usate nei tempi e nelle modalità adeguate possono apportare benefici psicofisici alla persona.

L'EPIDERMIDE EMOZIONALE l'importanza del contatto fisico nella relazione di cura dal neonato all'anziano: come un “tocco gentile” migliori lo stato psicofisico della persona.

VECCHIATTINI, MATILDE
2022/2023

Abstract

The professional educator is one of the figures closest to the patient so he or she must possess good listening skills in order to empathize with the other person, must know appropriate tools and strategies, and above all must always keep in mind the person's primary needs. Sometimes, therefore, words are not enough and must be supplemented with physical contact, although an increasing rationalization of emotions has led to a devaluation of sensoriality. In our society a caress or a hug is often accepted and recognized only as a private manifestation, so words come to be the substitute for any impulse toward the other. Physical contact, especially in people who are lonely, sick, marginalized, and elderly, is becoming less and less. The human being, on the other hand, from the dawn of life needs care and attention, needs to be held and cuddled. It is precisely the mother's arms that will enable the infant to perceive himself as a being in his own right. The professional educator, and more generally, any professional working closely with patients, must become aware that before any educational project, before any activity, before anything else comes the person. Through touch, the professional educator has the opportunity to create a relationship of greater trust with the patient, convey a desire to help and solicit the person's desire to be reassured, as well as provide him or her with a moment of emotional well-being; in fact, touch can have beneficial effects on our bodies both physiologically and emotionally. There are different techniques such as: haptonomy or caring touch, gentle touch, harmonic touch®, nurturing touch... All these techniques used at the appropriate times and in the appropriate ways can bring psychophysical benefits to the person.
2022
EMOTIONAL EPIDERMIS the importance of physical contact in the care relationship from the newborn to the elderly: how a "gentle touch" improves the psychophysical state of the person.
. L’educatore professionale è una delle figure più vicine al paziente per questo deve possedere buone capacità di ascolto per poter entrare in contatto empatico con l’altro, deve conoscere strumenti e strategie adeguate e soprattutto tenere sempre presente i bisogni primari della persona. A volte, perciò le parole non bastano e vanno integrate col contatto fisico, anche se una sempre maggiore razionalizzazione delle emozioni ha portato ad una svalutazione della sensorialità. Nella nostra società una carezza o un abbraccio sono accettati e riconosciuti spesso solo come manifestazione privata, così la parola viene ad essere il sostituto di ogni slancio verso l’altro. Il contatto fisico, soprattutto nelle persone sole, malate, emarginate, anziane, viene sempre meno. L’essere umano invece fin dagli albori della vita necessita di cure ed attenzioni, ha bisogno di essere preso in braccio e di essere coccolato. Saranno proprio le braccia della madre a far sì che il neonato riesca a percepirsi come essere a sé stante. L’educatore professionale e più in generale, ogni professionista che lavora a stretto contatto con i pazienti, deve prendere consapevolezza che prima di ogni progetto educativo, di ogni attività, prima di qualsiasi altra cosa viene la persona. Attraverso il tocco l’educatore professionale ha la possibilità di creare un rapporto di maggior fiducia con il paziente, trasmettere il desiderio di aiutare e sollecitare il desiderio della persona di essere rassicurata, oltre che garantirgli un momento di benessere emotivo; infatti, il tocco può aver effetti benefici sul nostro corpo sia dal punto di vista fisiologico che emotivo. Esistono diverse tecniche come: l’aptonomia o caring touch, il tocco gentile, il tocco armonico®, il nurturing touch… Tutte queste tecniche usate nei tempi e nelle modalità adeguate possono apportare benefici psicofisici alla persona.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/56994