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Background - Il Nonsuicidal self-injury (NSSI), ovvero l’autolesionismo non suicidario è una problematica riguardante la salute mentale che sta crescendo sempre di più negli ultimi anni e che affligge un numero sempre maggiore di ragazzi giovani, specialmente i più vulnerabili. Rappresenta un genere di condotta che può venire attuato in diversi modi tra i quali possiamo trovare più frequentemente tagli, bruciature e gravi graffi autoinflitti, ma vi sono molteplici altri comportamenti più raramente riscontrati che non per questo risultano meno pericolosi per chi li attua. Attualmente la causa non è nota ma diversi fattori biologici, psicologici e sociali sembra possano influenzare la comparsa di questi agiti, tra cui la diffusione sempre maggiore dei social media che caratterizza l’epoca attuale. L’autolesionismo non suicidario rappresenta uno dei principali fattori di rischio per il futuro suicidio, pertanto, non dovrebbe essere sottovalutato. Scopo - Lo scopo della presente revisione di letteratura è quello di indagare il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente con comportamenti autolesivi, valutare quali siano gli atteggiamenti e i comportamenti che devono essere messi in atto e verificare se vi siano delle strategie utili al fine di migliorare gli esiti dell’assistenza infermieristica. Materiali e metodi - È stata condotta una revisione della letteratura su diverse banche dati di bibliografia medica e scientifica (PubMed, UpToDate e Google Scholar). Sono state utilizzate diverse stringhe di ricerca, combinando con gli operatori booleani AND e OR parole libere e termini MeSH; dai risultati sono stati selezionati articoli scientifici e documenti in base alla pertinenza con gli obiettivi della ricerca, alla presenza del full text e all’anno di pubblicazione (tra il 1990 e il 2023). Risultati - I risultati evidenziano che gli infermieri non si sentono adeguatamente preparati per fornire adeguata assistenza al paziente autolesionista. Diversi studi hanno riscontrato che gli atteggiamenti degli infermieri nei confronti di questo genere di utenza sono spesso negativi e inadeguati, principalmente perché non ritengono di avere le conoscenze e le competenze necessarie per gestire questa problematica, l’incidenza della quale sta crescendo sempre più negli ultimi anni. Un’assistenza inadeguata a questi pazienti può comportare drammatiche conseguenze, come la mancata aderenza al percorso terapeutico, ulteriori episodi di autolesionismo o, nel peggiore dei casi, tentativi di suicidio. Conclusioni - Gli studi individuati evidenziano che l’implemento della formazione, attraverso il piano di studi universitari, corsi dedicati e spazi strutturati per gli infermieri, può incrementare le loro conoscenze, rappresentando la strategia più appropriata per migliorare la preparazione infermieristica nell’assistenza a questo tipo di pazienti. Inoltre, l'utilizzo di metodi alternativi come forum clinici, supervisioni cliniche, aiuto e supporto condiviso tra colleghi, programmi digitali, workshop, seminari e l'introduzione di un infermiere specializzato, di scale di triage e di linee guida specifiche per l'ambito della salute mentale in pronto soccorso, si è dimostrato altrettanto efficace nel potenziare le competenze degli infermieri. Keywords: Nursing role, adolescents, psychiatric pathologies, self-harming behavior.

Il ruolo infermieristico nell’assistenza all’adolescente affetto da patologia psichiatrica con condotte autolesive. Ricerca e revisione della letteratura.

ALESSIO, ANGELA
2022/2023

Abstract

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2022
The nursing role in assisting adolescents suffering from psychiatric pathologies with self-harming behavior. Literature search and review.
Background - Il Nonsuicidal self-injury (NSSI), ovvero l’autolesionismo non suicidario è una problematica riguardante la salute mentale che sta crescendo sempre di più negli ultimi anni e che affligge un numero sempre maggiore di ragazzi giovani, specialmente i più vulnerabili. Rappresenta un genere di condotta che può venire attuato in diversi modi tra i quali possiamo trovare più frequentemente tagli, bruciature e gravi graffi autoinflitti, ma vi sono molteplici altri comportamenti più raramente riscontrati che non per questo risultano meno pericolosi per chi li attua. Attualmente la causa non è nota ma diversi fattori biologici, psicologici e sociali sembra possano influenzare la comparsa di questi agiti, tra cui la diffusione sempre maggiore dei social media che caratterizza l’epoca attuale. L’autolesionismo non suicidario rappresenta uno dei principali fattori di rischio per il futuro suicidio, pertanto, non dovrebbe essere sottovalutato. Scopo - Lo scopo della presente revisione di letteratura è quello di indagare il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente con comportamenti autolesivi, valutare quali siano gli atteggiamenti e i comportamenti che devono essere messi in atto e verificare se vi siano delle strategie utili al fine di migliorare gli esiti dell’assistenza infermieristica. Materiali e metodi - È stata condotta una revisione della letteratura su diverse banche dati di bibliografia medica e scientifica (PubMed, UpToDate e Google Scholar). Sono state utilizzate diverse stringhe di ricerca, combinando con gli operatori booleani AND e OR parole libere e termini MeSH; dai risultati sono stati selezionati articoli scientifici e documenti in base alla pertinenza con gli obiettivi della ricerca, alla presenza del full text e all’anno di pubblicazione (tra il 1990 e il 2023). Risultati - I risultati evidenziano che gli infermieri non si sentono adeguatamente preparati per fornire adeguata assistenza al paziente autolesionista. Diversi studi hanno riscontrato che gli atteggiamenti degli infermieri nei confronti di questo genere di utenza sono spesso negativi e inadeguati, principalmente perché non ritengono di avere le conoscenze e le competenze necessarie per gestire questa problematica, l’incidenza della quale sta crescendo sempre più negli ultimi anni. Un’assistenza inadeguata a questi pazienti può comportare drammatiche conseguenze, come la mancata aderenza al percorso terapeutico, ulteriori episodi di autolesionismo o, nel peggiore dei casi, tentativi di suicidio. Conclusioni - Gli studi individuati evidenziano che l’implemento della formazione, attraverso il piano di studi universitari, corsi dedicati e spazi strutturati per gli infermieri, può incrementare le loro conoscenze, rappresentando la strategia più appropriata per migliorare la preparazione infermieristica nell’assistenza a questo tipo di pazienti. Inoltre, l'utilizzo di metodi alternativi come forum clinici, supervisioni cliniche, aiuto e supporto condiviso tra colleghi, programmi digitali, workshop, seminari e l'introduzione di un infermiere specializzato, di scale di triage e di linee guida specifiche per l'ambito della salute mentale in pronto soccorso, si è dimostrato altrettanto efficace nel potenziare le competenze degli infermieri. Keywords: Nursing role, adolescents, psychiatric pathologies, self-harming behavior.
Nursing
Self-Injurious
Adolescent
Mental illnes
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57121