Background: La World Health Organization stima che ogni anno le morti per trauma siano circa 5 milioni; il 40% dei pazienti che hanno subito traumi maggiori muoiono per emorragie massive. All’interno della categoria dei traumi maggiori particolare attenzione riserva la categoria delle Lesioni Craniche Traumatiche (TBI). Scopo dello studio: In questo studio si è voluto prendere in esame la somministrazione dell’acido tranexamico (TXA) per la gestione dei traumi maggiori che presentano quadri clinici suggestivi di emorragia massiva; in particolare, si è indagato all’interno dei politraumi con l’obiettivo di valutarne complessivamente l’efficacia intesa come emotrasfusione, l’incidenza di potenziali effetti avversi e l’effetto sulla mortalità conseguenti ad una somministrazione “precoce” di TXA nel setting preospedaliero. Il riferimento cardine nella normativa in vigore, che regola le attività svolte dall’infermiere durante lo svolgimento del servizio di emergenza, è dato dall’articolo 10 del DPR del 27 marzo 1992. Inoltre, diversi articoli del Codice Penale sanciscono determinate responsabilità in caso di situazioni di grave pericolo per il paziente, in particolare: l’articolo 54 del Codice Penale, che prevede la situazione dello stato di necessità, articolo 593 dove l’infermiere che non attui nessun intervento incorre nel reato di “omissione di soccorso”, anche in base all’articolo 40 (Rapporto di casualità). Materiali e metodi: La ricerca delle fonti bibliografiche è stata fatta utilizzando PadMed impostando una ricerca con la combinazione di determinate parole chiave e operatori boleani. Incentrando la ricerca di articolo pubblicati negli ultimi 5 anni e selezionando quelli attinenti alla all’argomento di studio sono stati selezionati totale 6 studi. L’analisi bibliografica di questi articoli ha portato ad includere ulteriori 4 articoli tra cui 2 antecedenti al 2018. Gli 10 articoli selezionati sono stati suddivisi in: 5 articoli relativi a pazienti politraumatizzati e 5 articoli relativi a pazienti che hanno subito un Trauma Cranico isolato (TBI) o associato ad altro trauma di varia entità. Risultati: Lo studio ha evidenziato la necessità di suddivide i pazienti affetti da trauma in due macro categorie: pazienti che hanno subito un politrauma e pazienti che hanno subito un TBI, eventualmente associato ad altri traumi, o TBI isolato; distinguo necessario per poter indagare in modo più mirato l’efficacia dell’utilizzo di TXA in base al tipo di trauma subito dal paziente. È emersa la necessità di non trattare il paziente affetto da politrauma in modo indistinto, ma differenziando le varie tipologie di paziente in modo da poter “selezionare” il paziente “giusto” al quale somministrare precocemente il TXA ottenendo i migliori effetti attesi. Conclusioni: Nei pazienti affetti da politrauma con PAS ≤ 90 mm Hg e FC > 110 bpm e una clinica suggestiva di possibile emorragia interna, la somministrazione precoce di TXA, possibilmente entro la prima ora dal trauma ha dimostrato di avere una importanza rilevante sulla riduzione della mortalità a 30 giorni dal trauma. Nei pazienti affetti da TBI associata con altri traumi o TBI isolata, l’indicazione di somministrare TXA è funzione del grado di severità del TBI; Nello specifico la somministrazione di TXA può dare dei benefici sulla mortalità a 30 giorni solo nel caso di TBI di grado lieve. Risulta fondamentale durante un’operazione di soccorso a pazienti che hanno subito dei politraumi o traumi cranici isolati effettuare un’attenta valutazione del quadro clinico per poi decidere se somministrare precocemente TXA.

Uso dell’Acido Tranexamico (TXA) nel setting preospedaliero: è sempre indicata la somministrazione nel paziente politraumatizzato? Revisione di letteratura.

BOSCOLO, CLAUDIO
2022/2023

Abstract

Background: La World Health Organization stima che ogni anno le morti per trauma siano circa 5 milioni; il 40% dei pazienti che hanno subito traumi maggiori muoiono per emorragie massive. All’interno della categoria dei traumi maggiori particolare attenzione riserva la categoria delle Lesioni Craniche Traumatiche (TBI). Scopo dello studio: In questo studio si è voluto prendere in esame la somministrazione dell’acido tranexamico (TXA) per la gestione dei traumi maggiori che presentano quadri clinici suggestivi di emorragia massiva; in particolare, si è indagato all’interno dei politraumi con l’obiettivo di valutarne complessivamente l’efficacia intesa come emotrasfusione, l’incidenza di potenziali effetti avversi e l’effetto sulla mortalità conseguenti ad una somministrazione “precoce” di TXA nel setting preospedaliero. Il riferimento cardine nella normativa in vigore, che regola le attività svolte dall’infermiere durante lo svolgimento del servizio di emergenza, è dato dall’articolo 10 del DPR del 27 marzo 1992. Inoltre, diversi articoli del Codice Penale sanciscono determinate responsabilità in caso di situazioni di grave pericolo per il paziente, in particolare: l’articolo 54 del Codice Penale, che prevede la situazione dello stato di necessità, articolo 593 dove l’infermiere che non attui nessun intervento incorre nel reato di “omissione di soccorso”, anche in base all’articolo 40 (Rapporto di casualità). Materiali e metodi: La ricerca delle fonti bibliografiche è stata fatta utilizzando PadMed impostando una ricerca con la combinazione di determinate parole chiave e operatori boleani. Incentrando la ricerca di articolo pubblicati negli ultimi 5 anni e selezionando quelli attinenti alla all’argomento di studio sono stati selezionati totale 6 studi. L’analisi bibliografica di questi articoli ha portato ad includere ulteriori 4 articoli tra cui 2 antecedenti al 2018. Gli 10 articoli selezionati sono stati suddivisi in: 5 articoli relativi a pazienti politraumatizzati e 5 articoli relativi a pazienti che hanno subito un Trauma Cranico isolato (TBI) o associato ad altro trauma di varia entità. Risultati: Lo studio ha evidenziato la necessità di suddivide i pazienti affetti da trauma in due macro categorie: pazienti che hanno subito un politrauma e pazienti che hanno subito un TBI, eventualmente associato ad altri traumi, o TBI isolato; distinguo necessario per poter indagare in modo più mirato l’efficacia dell’utilizzo di TXA in base al tipo di trauma subito dal paziente. È emersa la necessità di non trattare il paziente affetto da politrauma in modo indistinto, ma differenziando le varie tipologie di paziente in modo da poter “selezionare” il paziente “giusto” al quale somministrare precocemente il TXA ottenendo i migliori effetti attesi. Conclusioni: Nei pazienti affetti da politrauma con PAS ≤ 90 mm Hg e FC > 110 bpm e una clinica suggestiva di possibile emorragia interna, la somministrazione precoce di TXA, possibilmente entro la prima ora dal trauma ha dimostrato di avere una importanza rilevante sulla riduzione della mortalità a 30 giorni dal trauma. Nei pazienti affetti da TBI associata con altri traumi o TBI isolata, l’indicazione di somministrare TXA è funzione del grado di severità del TBI; Nello specifico la somministrazione di TXA può dare dei benefici sulla mortalità a 30 giorni solo nel caso di TBI di grado lieve. Risulta fondamentale durante un’operazione di soccorso a pazienti che hanno subito dei politraumi o traumi cranici isolati effettuare un’attenta valutazione del quadro clinico per poi decidere se somministrare precocemente TXA.
2022
Administration of Tranexamic Acid (TXA) in the pre-hospital setting: is it always indicated in polytraumatized patients? Systematic review
Tranexamico
Trauma maggiore
preospedaliero
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57150