Background: i pazienti critici presenti in terapia intensiva vengono frequentemente sottoposti a procedure dolorose; tuttavia, la valutazione e il trattamento del dolore in questi assistiti non viene sempre considerato dal momento che sono sedati ed intubati, quindi incapaci di comunicare verbalmente l’intensità del dolore percepito. Nonostante ciò, le evidenze scientifiche raccomandano la rilevazione routinaria del dolore in questi soggetti utilizzando scale di valutazione comportamentali; quelle maggiormente consigliate sono le scale Behavioral Pain Scale (BPS) e Critical Care Observation Tool (CPOT). Obiettivo: l’obiettivo di questo studio è individuare quale tra le scale Behavioral Pain Scale e Critical Care Observation Tool sia maggiormente efficace nella rilevazione del dolore nel paziente non comunicante in terapia intensiva e quali siano i benefici associati al loro utilizzo. Metodo: è stata svolta una revisione di letteratura attraverso la consultazione della banca dati PubMed e del sito dell’Associazione Nazionale degli Infermieri di Area Critica (ANIARTI); in totale sono stati inclusi 13 articoli nella revisione. Risultati: dal confronto degli articoli è emerso che le scale di valutazione BPS e CPOT presentano un’eccellente validità, in quanto sono in grado di distinguere tra presenza di dolore e condizione di benessere. Ne è stata valutata la correlazione con la scala Richmond Agitation – Sedation Scale (RASS), utile alla valutazione del grado di sedazione ed agitazione del paziente; risulta che entrambe le scale sono in grado di rilevare efficacemente il dolore in soggetti fortemente e lievemente sedati. Inoltre, ambedue gli strumenti presentano i medesimi criteri di esclusione dal loro utilizzo: non è possibile applicarle a pazienti tetraplegici, con lesioni cerebrali, con neuropatie periferiche e sottoposti a terapia miorilassante; al momento è stata creata una scala CPOT adattata ai pazienti cerebrolesi ma, nonostante gli ottimi risultati ottenuti, sono ancora limitati gli studi e di conseguenza non ne è stato ancora validato l’utilizzo. L’impiego delle scale comportamentali è associato a notevoli benefici per il paziente, tuttavia si tratta di strumenti ancora scarsamente conosciuti e applicati dal parte del personale infermieristico; questo comporta una sottostima del dolore percepito dal paziente e di conseguenza un inadeguato trattamento farmacologico. Ad ogni modo, valutandone punti di forza e di debolezza, è emerso che la scala CPOT sia quella maggiormente efficace nella rilevazione del dolore in pazienti non comunicanti. Conclusione: tra le scale comportamentali attualmente validate, la scala CPOT è considerata quella maggiormente raccomandata per la valutazione del dolore in pazienti non comunicanti in terapia intensiva. Al momento sono ancora pochi gli infermieri che conoscono e applicano questo strumento ma, visti i benefici associati al suo impiego, è importante sensibilizzare e formare il personale infermieristico riguardo l’utilizzo di questa scala. Inoltre, è altrettanto fondamentale continuare la ricerca per validare delle scale di valutazione del dolore che includano tutti quei pazienti che attualmente non vengono considerati nelle scale comportamentali.

La valutazione del dolore nel paziente non comunicante in terapia intensiva: revisione di letteratura.

FIDANZA, ANNA
2022/2023

Abstract

Background: i pazienti critici presenti in terapia intensiva vengono frequentemente sottoposti a procedure dolorose; tuttavia, la valutazione e il trattamento del dolore in questi assistiti non viene sempre considerato dal momento che sono sedati ed intubati, quindi incapaci di comunicare verbalmente l’intensità del dolore percepito. Nonostante ciò, le evidenze scientifiche raccomandano la rilevazione routinaria del dolore in questi soggetti utilizzando scale di valutazione comportamentali; quelle maggiormente consigliate sono le scale Behavioral Pain Scale (BPS) e Critical Care Observation Tool (CPOT). Obiettivo: l’obiettivo di questo studio è individuare quale tra le scale Behavioral Pain Scale e Critical Care Observation Tool sia maggiormente efficace nella rilevazione del dolore nel paziente non comunicante in terapia intensiva e quali siano i benefici associati al loro utilizzo. Metodo: è stata svolta una revisione di letteratura attraverso la consultazione della banca dati PubMed e del sito dell’Associazione Nazionale degli Infermieri di Area Critica (ANIARTI); in totale sono stati inclusi 13 articoli nella revisione. Risultati: dal confronto degli articoli è emerso che le scale di valutazione BPS e CPOT presentano un’eccellente validità, in quanto sono in grado di distinguere tra presenza di dolore e condizione di benessere. Ne è stata valutata la correlazione con la scala Richmond Agitation – Sedation Scale (RASS), utile alla valutazione del grado di sedazione ed agitazione del paziente; risulta che entrambe le scale sono in grado di rilevare efficacemente il dolore in soggetti fortemente e lievemente sedati. Inoltre, ambedue gli strumenti presentano i medesimi criteri di esclusione dal loro utilizzo: non è possibile applicarle a pazienti tetraplegici, con lesioni cerebrali, con neuropatie periferiche e sottoposti a terapia miorilassante; al momento è stata creata una scala CPOT adattata ai pazienti cerebrolesi ma, nonostante gli ottimi risultati ottenuti, sono ancora limitati gli studi e di conseguenza non ne è stato ancora validato l’utilizzo. L’impiego delle scale comportamentali è associato a notevoli benefici per il paziente, tuttavia si tratta di strumenti ancora scarsamente conosciuti e applicati dal parte del personale infermieristico; questo comporta una sottostima del dolore percepito dal paziente e di conseguenza un inadeguato trattamento farmacologico. Ad ogni modo, valutandone punti di forza e di debolezza, è emerso che la scala CPOT sia quella maggiormente efficace nella rilevazione del dolore in pazienti non comunicanti. Conclusione: tra le scale comportamentali attualmente validate, la scala CPOT è considerata quella maggiormente raccomandata per la valutazione del dolore in pazienti non comunicanti in terapia intensiva. Al momento sono ancora pochi gli infermieri che conoscono e applicano questo strumento ma, visti i benefici associati al suo impiego, è importante sensibilizzare e formare il personale infermieristico riguardo l’utilizzo di questa scala. Inoltre, è altrettanto fondamentale continuare la ricerca per validare delle scale di valutazione del dolore che includano tutti quei pazienti che attualmente non vengono considerati nelle scale comportamentali.
2022
The pain evaluation in nonverbal patient in intensive care unit: a revision of literature
Pain assessment
Intensive care unit
Nonverbal patient
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57189