La presa in carico precoce in cure palliative da parte dell'infermiere case - manager: una revisione di letteratura

Problem: Early identification of patients in palliative care has multiple advantages including decreasing patient suffering and increasing their quality of life, saving resources in inappropriate diagnostic and therapeutic interventions and providing opportunities for patients hospitalized to return to their home for the last moments of life. Nurses are at the forefront when it comes to identifying patients eligible for palliative care because they are the figures who are in contact with them most of all during hospitalization. For this reason, it is essential that they are able to recognize these patients through the use of adequate screening scales and tools. Objective: The objective of the study is to investigate why early identification of patients in palliative care is important and to research what tools nurses can use to identify these patients in the most appropriate way possible. Materials and methods: For the selection of the literature, three research questions were developed with the corresponding PIOs and subsequently inserted into databases such as PubMed and Google Scholar. Sites such as the Italian Society of Palliative Care (SICP) and the Italian Journal of Palliative Care were also consulted. Results: 17 articles were selected from which it emerged that there are many tools for the early identification of patients, all valid and with good reliability. In particular, in the articles taken into consideration, the "Surprising Question", the Supportive & Palliative Care Indicators Tool (SPICT), the NECPAL CCOMS - ICO and other indicators such as such as the Rothman Index and the Palliative Care Screening Tool (PCST) are mentioned and compared. Conclusion: The diffusion of palliative care, especially in Italian contexts, is still very limited. Case – manager nurses would be best suited to identifying patients in need of palliative care but often do not have the correct training. Widening the use of screening would lead to an improvement in the quality of life for patients and a decrease in hospital deaths of patients who could have benefited from palliative care at home.

Problema: L’identificazione precoce dei pazienti in cure palliative ha molteplici vantaggi tra i quali la diminuzione della sofferenza del paziente e l’aumento della sua qualità di vita, il risparmio di risorse in interventi diagnostici e terapeutici inappropriati e l’opportunità per i pazienti ricoverati in ospedale di ritornare al proprio domicilio per gli ultimi momenti di vita. Gli infermieri sono in prima linea per quanto riguarda l’identificazione dei pazienti candidabili alle cure palliative perché sono le figure che più di tutte stanno a contatto con loro durante il ricovero. Per questo motivo è essenziale che essi siano in grado di riconoscere questi pazienti tramite l’utilizzo di scale e strumenti di screening adeguati. Obiettivo: L’obiettivo dello studio è quello di indagare perché è importante la presa in carico precoce dei pazienti in cure palliative e di ricercare quali sono gli strumenti che gli infermieri possono utilizzare per identificare questi pazienti nel modo più appropriato possibile. Materiali e metodi: Per la selezione della letteratura sono stati elaborati tre quesiti di ricerca con i corrispondenti PIO e successivamente inseriti su banche dati quali PubMed e Google Scholar. Sono stati inoltre consultati siti quali la Società Italiana di Cure Palliative (SICP) e la Rivista Italiana di Cure palliative. Risultati: Sono stati selezionati 17 articoli dai quali è emerso che gli strumenti per l’identificazione precoce dei pazienti sono molteplici, tutti validi e con una buona attendibilità. In particolare, negli articoli presi in considerazione, vengono citati e confrontati la “Domanda sorprendente”, il Supportive & Palliative Care Indicators Tool (SPICT), il NECPAL CCOMS – ICO e altri indicatori come l’Indice di Rothman e lo strumento di screening delle cure palliative (PCST). Conclusione: La diffusione delle cure palliative, soprattutto nei contesti italiani, risulta ancora molto limitata. Gli infermieri case – manager sarebbero i più idonei nell’identificare i pazienti con necessità di cure palliative ma spesso non hanno la formazione corretta. Ampliare la diffusione dell’utilizzo degli screening porterebbe ad un miglioramento della qualità di vita dei pazienti e a una diminuzione dei decessi ospedalieri di pazienti che avrebbero potuto usufruire delle cure palliative al proprio domicilio.