ABSTRACT Background Sono molti i giovani che arrivano a fare uso di stupefacenti fino a diventarne dipendenti, iniziano come gioco, ma più avanti vanno più vengono trasportati in un tunnel dal quale non riescono a tirarsi fuori da soli. Ciò che spinge questi ragazzi ad iniziare è il senso di voler far parte di un gruppo e quindi essere accettati dagli altri, il fatto di voler ‘scappare’ dalla realtà che li circonda o l’ambiente stesso in cui vivono li spinge ad iniziare a fare uso. Facendo uso questi giovani rovinano ogni sfera della loro vita poiché la droga agisce sia a livello fisico, rovinandoli, sia a livello fisico sia a livello mentale portandoli a commettere atti di suicidio. Infatti, attualmente la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 ed i 29 anni è il suicidio, soprattutto nei giovani tossicodipendenti aumentando così del 50% i pensieri suicidari e di 3 volte il rischio che commettano un atto di questo genere. Obiettivo L’obiettivo di questo elaborato è quello di comprendere come potersi approcciare ai giovani tossicodipendenti che hanno tentato il suicidio e come poterli assistere efficacemente. Inoltre, si concentra sulla ricerca di interventi infermieristici riguardanti l’educazione e la comunicazione nel giovane paziente a rischio suicidio, interventi efficaci in grado di migliorare la vita del paziente e le sue relazioni. Infine, questo lavoro ha come scopo quello di evidenziare l’importanza della figura dell’infermiere, quali sono le sue responsabilità di fronte ad un paziente così fragile. Metodologia Per redigere questo elaborato è stata effettuata una revisione della letteratura. È stata svolta una ricerca di diversi documenti, libri e articoli scientifici in relazione ai giovani tossicodipendenti che hanno tentato il suicidio o che hanno avuto pensieri suicidari. La ricerca è stata effettuata attraverso Pubmed, CINAHL, Cochrane, GoogleScholar dove sono state utilizzate stringhe di ricerca combinando termini liberi a termini MeSH con operatori booleani AND e OR. Risultati Dalla letteratura viene evidenziato come spesso i pensieri suicidari, in maniera particolare tra i giovani tossicodipendenti, sono spesso simbolo di un rapporto complicato con la famiglia, di un rapporto assente; perciò, l’infermiere ha un ruolo piuttosto importante nel percorso di questa tipologia di pazienti, deve riuscire a creare una relazione basata sulla fiducia ed il rispetto. È importante che l’equipe professionale faccia un buon lavoro sulla prevenzione su questo tipo di pazienti così da poter intervenire prontamente. Gli infermieri hanno la possibilità, inoltre, di avvalersi di diversi strumenti che vanno a valutare il rischio di suicidio nei giovani. Conclusioni L’infermiere deve essere in grado di creare una relazione solida tra lui ed il paziente. Inoltre, si avvale di diverse scale per il rischio suicidio come, ad esempio, la NGASR (Nurses’ Global Assessment of Suicide Risk) ovvero una scala che va a valutare in maniera oggettiva il rischio suicidio che presenta il paziente in modo che l’infermiere abbia una certezza non soltanto soggettiva, ma anche oggettiva. È importante anche la partecipazione dell’infermiere in quella che è la prevenzione per poter fermare i giovani prima che possano commettere il gesto del suicidio o di diventare dipendenti dalla droga. Parole chiave: suicidio, giovani adulti, infermiere, rischio suicidio, droghe, dipendenza, ruolo dell’infermiere.
Gestione infermieristica dei giovani adulti tossicodipendenti a rischio suicidio.
KAZADI BABU, DANIELLA
2022/2023
Abstract
ABSTRACT Background Sono molti i giovani che arrivano a fare uso di stupefacenti fino a diventarne dipendenti, iniziano come gioco, ma più avanti vanno più vengono trasportati in un tunnel dal quale non riescono a tirarsi fuori da soli. Ciò che spinge questi ragazzi ad iniziare è il senso di voler far parte di un gruppo e quindi essere accettati dagli altri, il fatto di voler ‘scappare’ dalla realtà che li circonda o l’ambiente stesso in cui vivono li spinge ad iniziare a fare uso. Facendo uso questi giovani rovinano ogni sfera della loro vita poiché la droga agisce sia a livello fisico, rovinandoli, sia a livello fisico sia a livello mentale portandoli a commettere atti di suicidio. Infatti, attualmente la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 ed i 29 anni è il suicidio, soprattutto nei giovani tossicodipendenti aumentando così del 50% i pensieri suicidari e di 3 volte il rischio che commettano un atto di questo genere. Obiettivo L’obiettivo di questo elaborato è quello di comprendere come potersi approcciare ai giovani tossicodipendenti che hanno tentato il suicidio e come poterli assistere efficacemente. Inoltre, si concentra sulla ricerca di interventi infermieristici riguardanti l’educazione e la comunicazione nel giovane paziente a rischio suicidio, interventi efficaci in grado di migliorare la vita del paziente e le sue relazioni. Infine, questo lavoro ha come scopo quello di evidenziare l’importanza della figura dell’infermiere, quali sono le sue responsabilità di fronte ad un paziente così fragile. Metodologia Per redigere questo elaborato è stata effettuata una revisione della letteratura. È stata svolta una ricerca di diversi documenti, libri e articoli scientifici in relazione ai giovani tossicodipendenti che hanno tentato il suicidio o che hanno avuto pensieri suicidari. La ricerca è stata effettuata attraverso Pubmed, CINAHL, Cochrane, GoogleScholar dove sono state utilizzate stringhe di ricerca combinando termini liberi a termini MeSH con operatori booleani AND e OR. Risultati Dalla letteratura viene evidenziato come spesso i pensieri suicidari, in maniera particolare tra i giovani tossicodipendenti, sono spesso simbolo di un rapporto complicato con la famiglia, di un rapporto assente; perciò, l’infermiere ha un ruolo piuttosto importante nel percorso di questa tipologia di pazienti, deve riuscire a creare una relazione basata sulla fiducia ed il rispetto. È importante che l’equipe professionale faccia un buon lavoro sulla prevenzione su questo tipo di pazienti così da poter intervenire prontamente. Gli infermieri hanno la possibilità, inoltre, di avvalersi di diversi strumenti che vanno a valutare il rischio di suicidio nei giovani. Conclusioni L’infermiere deve essere in grado di creare una relazione solida tra lui ed il paziente. Inoltre, si avvale di diverse scale per il rischio suicidio come, ad esempio, la NGASR (Nurses’ Global Assessment of Suicide Risk) ovvero una scala che va a valutare in maniera oggettiva il rischio suicidio che presenta il paziente in modo che l’infermiere abbia una certezza non soltanto soggettiva, ma anche oggettiva. È importante anche la partecipazione dell’infermiere in quella che è la prevenzione per poter fermare i giovani prima che possano commettere il gesto del suicidio o di diventare dipendenti dalla droga. Parole chiave: suicidio, giovani adulti, infermiere, rischio suicidio, droghe, dipendenza, ruolo dell’infermiere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/57211