Background: Questa tesi si propone di esaminare l’immobilizzazione spinale, una pratica consolidata sin dagli anni ’50, originariamente concepita per prevenire lesioni secondarie al midollo spinale in pazienti traumatizzati. Nel corso degli anni, tuttavia, numerosi studi hanno messo in luce gli effetti collaterali associati ai presidi di immobilizzazione e la rarità delle lesioni spinali (si stima che lesioni cervicali significative si verifichino solo nel 2-3% dei pazienti traumatizzati, di cui il 20% presenta conseguenze neurologiche). Finalità e obiettivo: L’obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di identificare, allo stato attuale, le indicazioni corrette per l’applicazione dei presidi di immobilizzazione del rachide cervicale. Materiali e metodi: La revisione della letteratura è stata condotta mediante la consultazione di varie fonti, tra cui un manuale di riferimento (“Urgenze ed Emergenze”, Quinta Edizione,), due linee guida (NEXUS e CCR), e l’esame di articoli scientifici presenti nelle banche dati PubMed e Google Scholar. Inizialmente prendendo in considerazione gli anni di pubblicazione tra il 2019 e il 2023, sono stati individuati 453 articoli pertinenti. Successivamente, sono stati applicati filtri specifici per la specie umana e per pazienti adulti. Attraverso la lettura dei titoli e degli abstract, sono stati selezionati 14 articoli da includere nella revisione. Risultati: La sintesi dei risultati emersi dalla revisione della letteratura ha rivelato la mancanza di una linea guida univoca per l'immobilizzazione spinale. Si è evidenziata la necessità di uniformare le pratiche tra i professionisti sanitari. In tutte le linee guida esaminate, sono stati individuati parametri comuni per l'immobilizzazione spinale, tra cui la presenza di alterazione del livello di coscienza, dolorabilità alla colonna vertebrale, disturbi neurologici e deformità anatomiche. Tuttavia, per situazioni come intossicazione da droghe o alcool e lesioni distraenti, non esiste un consenso unanime su come procedere. Conclusioni: Attualmente manca un consenso chiaro e univoco per l'immobilizzazione spinale, e sarebbe auspicabile un'uniformazione delle pratiche tra i professionisti sanitari. È fondamentale sottolineare che il posizionamento non adeguato dei dispositivi di immobilizzazione può comportare effetti collaterali che potrebbero superare i benefici. Pertanto, è essenziale prestare attenzione al criterio di utilizzo di tali dispositivi, soprattutto in considerazione degli sviluppi emersi dalla revisione della letteratura scientifica.

Immobilizzazione del rachide cervicale nel paziente traumatizzato: lo stato attuale dell’arte.

NOVIELLI, ANNA
2022/2023

Abstract

Background: Questa tesi si propone di esaminare l’immobilizzazione spinale, una pratica consolidata sin dagli anni ’50, originariamente concepita per prevenire lesioni secondarie al midollo spinale in pazienti traumatizzati. Nel corso degli anni, tuttavia, numerosi studi hanno messo in luce gli effetti collaterali associati ai presidi di immobilizzazione e la rarità delle lesioni spinali (si stima che lesioni cervicali significative si verifichino solo nel 2-3% dei pazienti traumatizzati, di cui il 20% presenta conseguenze neurologiche). Finalità e obiettivo: L’obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di identificare, allo stato attuale, le indicazioni corrette per l’applicazione dei presidi di immobilizzazione del rachide cervicale. Materiali e metodi: La revisione della letteratura è stata condotta mediante la consultazione di varie fonti, tra cui un manuale di riferimento (“Urgenze ed Emergenze”, Quinta Edizione,), due linee guida (NEXUS e CCR), e l’esame di articoli scientifici presenti nelle banche dati PubMed e Google Scholar. Inizialmente prendendo in considerazione gli anni di pubblicazione tra il 2019 e il 2023, sono stati individuati 453 articoli pertinenti. Successivamente, sono stati applicati filtri specifici per la specie umana e per pazienti adulti. Attraverso la lettura dei titoli e degli abstract, sono stati selezionati 14 articoli da includere nella revisione. Risultati: La sintesi dei risultati emersi dalla revisione della letteratura ha rivelato la mancanza di una linea guida univoca per l'immobilizzazione spinale. Si è evidenziata la necessità di uniformare le pratiche tra i professionisti sanitari. In tutte le linee guida esaminate, sono stati individuati parametri comuni per l'immobilizzazione spinale, tra cui la presenza di alterazione del livello di coscienza, dolorabilità alla colonna vertebrale, disturbi neurologici e deformità anatomiche. Tuttavia, per situazioni come intossicazione da droghe o alcool e lesioni distraenti, non esiste un consenso unanime su come procedere. Conclusioni: Attualmente manca un consenso chiaro e univoco per l'immobilizzazione spinale, e sarebbe auspicabile un'uniformazione delle pratiche tra i professionisti sanitari. È fondamentale sottolineare che il posizionamento non adeguato dei dispositivi di immobilizzazione può comportare effetti collaterali che potrebbero superare i benefici. Pertanto, è essenziale prestare attenzione al criterio di utilizzo di tali dispositivi, soprattutto in considerazione degli sviluppi emersi dalla revisione della letteratura scientifica.
2022
Immobilization of the cervical spine in the traumatized patient: the current state of the art.
Cervical spine
Immobilization
Trauma managment
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57244