Fin dagli albori il diritto ed i suoi operatori si sono caratterizzati per la costante e recettiva attenzione rispetto ai mutamenti della società nelle sue varie estrinsecazioni. L’avvento delle nuove tecnologie ha rinnovato la necessità di intavolare una conversazione circa le nuove conoscenze cui l’uomo ha accesso e le azioni ed attività ora alla sua portata. La scoperta del DNA in particolare ha evidenziato nuove prospettive non solo per la scienza ma anche per la sfera del diritto e del processo. Da una parte la genetica forense ha ampliato i confini di indagine avente ad oggetto l’individuo e la sua sfera personale, consentendo a tal fine l’elaborazione di tecniche sempre più precise ed accurate. Dall’altra invece, è evidente come l’esigenza di un processo sempre più agile ed efficiente debba essere contemperata con le garanzie e i diritti individuali costituzionalmente garantiti. Un compito complesso che deve necessariamente tenere conto non solo della natura estremamente intrusiva degli strumenti che intendono avvalersi dei risultati che la genetica forense è grado di offrire, ma anche del necessario apporto del mondo accademico e scientifico per dare risposte ai quesiti che inevitabilmente derivano dall’approccio ad ambiti esterni al diritto. Il presente elaborato vuole approcciarsi in particolare allo strumento delle Banche forensi del DNA, focalizzandosi sul loro funzionamento e sulle nuove prospettive che hanno contribuito a sviluppare nell’ambito del procedimento penale. L’analisi verterà inizialmente sui modelli di banca dati forense adottati dagli Stati europei, focalizzandosi in un secondo momento sugli strumenti predisposti dall’ordinamento italiano, ricostruendo il percorso che ha portato alla fondamentale legge 30 giugno del 2009, n.85, con cui si è provveduto a ratificare, con ritardo rispetto agli altri Stati, il Trattato di Prüm della cooperazione trasfrontaliera, e alle modifiche arrecate al codice di procedura penale. La comparazione delle tipologie di DNA database adottate in concreto sarà una necessaria premesse per sviluppare una successiva riflessione in primis sugli obiettivi raggiunti rispetto alle necessità che portarono all’introduzione di tali strumenti, in secondis su peculiarità e problematiche emerse soprattutto in tema di rischi per la libertà, riservatezza e dignità personale della persona soggetta al campionamento rispetto alle indubbie esigenze di giustizia a cui tali database possono sopperire. Tale analisi non si limiterà al panorama nazionale, ma adotterà un’ottica più ampia circa il ruolo della prova genetica nell’ambito di una sempre più necessaria implementazione di risorse e istituti a sostegno del sistema di cooperazione giudiziaria e di polizia a livello europeo.

Le banche forensi del DNA a fini di giustizia: una comparazione tra modelli europei e ordinamento italiano

VIANELLO, MARTA
2022/2023

Abstract

Fin dagli albori il diritto ed i suoi operatori si sono caratterizzati per la costante e recettiva attenzione rispetto ai mutamenti della società nelle sue varie estrinsecazioni. L’avvento delle nuove tecnologie ha rinnovato la necessità di intavolare una conversazione circa le nuove conoscenze cui l’uomo ha accesso e le azioni ed attività ora alla sua portata. La scoperta del DNA in particolare ha evidenziato nuove prospettive non solo per la scienza ma anche per la sfera del diritto e del processo. Da una parte la genetica forense ha ampliato i confini di indagine avente ad oggetto l’individuo e la sua sfera personale, consentendo a tal fine l’elaborazione di tecniche sempre più precise ed accurate. Dall’altra invece, è evidente come l’esigenza di un processo sempre più agile ed efficiente debba essere contemperata con le garanzie e i diritti individuali costituzionalmente garantiti. Un compito complesso che deve necessariamente tenere conto non solo della natura estremamente intrusiva degli strumenti che intendono avvalersi dei risultati che la genetica forense è grado di offrire, ma anche del necessario apporto del mondo accademico e scientifico per dare risposte ai quesiti che inevitabilmente derivano dall’approccio ad ambiti esterni al diritto. Il presente elaborato vuole approcciarsi in particolare allo strumento delle Banche forensi del DNA, focalizzandosi sul loro funzionamento e sulle nuove prospettive che hanno contribuito a sviluppare nell’ambito del procedimento penale. L’analisi verterà inizialmente sui modelli di banca dati forense adottati dagli Stati europei, focalizzandosi in un secondo momento sugli strumenti predisposti dall’ordinamento italiano, ricostruendo il percorso che ha portato alla fondamentale legge 30 giugno del 2009, n.85, con cui si è provveduto a ratificare, con ritardo rispetto agli altri Stati, il Trattato di Prüm della cooperazione trasfrontaliera, e alle modifiche arrecate al codice di procedura penale. La comparazione delle tipologie di DNA database adottate in concreto sarà una necessaria premesse per sviluppare una successiva riflessione in primis sugli obiettivi raggiunti rispetto alle necessità che portarono all’introduzione di tali strumenti, in secondis su peculiarità e problematiche emerse soprattutto in tema di rischi per la libertà, riservatezza e dignità personale della persona soggetta al campionamento rispetto alle indubbie esigenze di giustizia a cui tali database possono sopperire. Tale analisi non si limiterà al panorama nazionale, ma adotterà un’ottica più ampia circa il ruolo della prova genetica nell’ambito di una sempre più necessaria implementazione di risorse e istituti a sostegno del sistema di cooperazione giudiziaria e di polizia a livello europeo.
2022
DNA databases for justice purposes: a comparison between European Countries and Italian's legal system
Banche forensi
DNA
Modelli europei
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